Emergenza idrica…ma anche finanziaria. Verso il parere negativo dei revisori sul consuntivo 2014

Se chiodo schiaccia chiodo, emergenza schiaccia emergenza. Alle prese con una crisi idrica senza precedenti che ha mandato in tilt l’intera città, gli inquilini di Palazzo Zanca hanno accantonato le altre priorità dell’ente, in primis quelle di natura economico-finanziaria.

Ma le casse del Comune, esattamente come i rubinetti delle case dei messinesi, sono a secco ed anche sul fronte finanziario non c’è tempo da perdere.

Prima del guasto all’acquedotto di Fiumefreddo, a tenere banco in quel di Palazzo Zanca era la nota inviata dal Ministero a firma del dirigente Giancarlo Verde, che ha espressamente invitato l’ente a rimodulare il piano di riequlibrio, per via di quel maggior disavanzo da riaccertamento straordinario dei residui ex art 3 comma 7 del D. Lgs 118/2011 pari ad 1.780.842,45 euro. Oggi, quella nota, che era tornata a far tremare la casa comunale, sembra essere caduta nel dimenticatoio, così come tutte le prescrizioni in essa contenute.

Da Roma, infatti, chiedono al Comune non solo di riaggiornare la manovra finanziaria decennale in ragione di quel debito non previsto, ma anche di inviare agli uffici ministeriali «il bilancio di previsione 2015/2017 in forma analitica». Tuttavia, il Comune di Messina non ha ancora adottato neppure il bilancio cosuntivo 2014, per il quale la Regione ha da tempo nominato il commissario ad acta, Daniela Leonelli.

Il documento economico-finanziario esitato dalla giunta lo scorso giugno è ancora al vaglio del Collegio dei revisori dei conti, che hanno riscontrato alcune incongruenze . Subito dopo l’approvazione da parte dell’esecutivo, l’assessore al bilancio nonché vice-sindaco, Guido Signorino, ha presentato con toni trionfalistici il rendiconto, che chiuderebbe con un avanzo di quasi 10 milioni di euro; secondo il presidente dei revisori, Dario Zaccone, e gli altri due componenti del Collegio, Giuseppe Zingales e Federico Basile, i conti però non tornano e la realtà sarebbe ben diversa da quella rappresentata dal vice di Accorinti.

Da settimane, anzi ormai da mesi, i tre tecnici contabili sollecitano documenti integrativi alla Ragioneria, al fine di delineare un quadro preciso e dettagliato sui residui attivi e passivi, senza il quale non è possibile scattare una reale fotografia dei conti comunali relativamente al 2104.

Dagli uffci sono arrivate solo una parte delle carte richieste dai revisori e adesso il tempo per inviare gli altri documenti è ufficialmente scaduto. A dirlo, anzi a scriverlo sono gli stessi revisori dei conti nell’ultima nota formale inviata al ragioniere generale Antonino Cama, all’assessore Signorino, alla presidente del Consiglio comuale Emilia Barrile, al presidente della Commissione bilancio Carlo Abbate e al direttore/segretario generale Antonio Le Donne. «E’ormai improcrastinabile la definizione delle procedure di approvazione dello stesso documento contabile, i cui termini sono ampiamente scaduti», scrivono testualmente Zaccone, Basile e Zingales nella nota del 2 novembre scorso.

Il commissario ad acta Leonelli ha già avuto molta pazienza, ma adesso è arrivato il momento di tirare le fila e far arrivare al più presto il consuntivo 2014 in Consiglio comunale.

I consiglieri comunali sono sicuri che il documento economico-finanziario approderà in aula con il parere negativo del Collegio dei revisori dei conti e questo li pone in una condizione estremante delicata. Il parere dei revisori, pur essendo obbligatorio, non è vicolante, ma è ovvio che trattandosi di un giudizio meramente tecnico condizionerà fortemente il risultato della votazione in Aula.

Scondo la normativa vigente, in caso di bocciatura di un bilancio, il Consiglio comunale è chiamato a motivare il proprio diniego per non incorrere nello scioglimento ed anche se eventuali motivazioni di natura tecnica riscontrate dall’organo preposto al controllo preventivo dei bilanci potrebbero giusticare il voto contrario al consuntivo 2014, i consiglieri preferirebbero comunque percorrere una strada più sicura, per non doversi affidare all’interpretazione della legge in caso di ricorso.

In questo momento l’attenzione è tutta concentrata sull’emergenza idrica, ma a fare acqua non è solo la tubazione dell’acquedotto, è anche la gestione finanziaria del Comune di Messina.

A poco più di un mese dalla fine del 2015, Palazzo Zanca è ancora sprovvisto del bilancio consuntivo 2014 e del previsionale 2015, sebbene il ministero chieda addirittura il bilancio di previsione 2015/2017. La mancanza di atti fondamentali per la vita dell’ente è il segnale che la situazione economica è drammatica ed è resa ancor più complicata dall’icertezza sull’esito del piano di riequilibrio .

Ormai dal 2012, da quando cioè durante la fase commissariale di Croce si è deciso di aderire alla procedura di riequilibrio, il Comune di Messina vive una lunga agonia ed ancora oggi la città è in attesa di sapere se per la Corte dei Conti si tratta di un coma farmaceutico, per uscire dal quale sarà sufficiente applicare le misure della manovra finanziaria decennale, o di un coma irreversibile, che avrà come unica conseguenza il dissesto.

Calendario alla mano, default sì default no è un dilemma che si protare ormai da tre anni esatti. Nel corso dei quali il Comune e la città intera sono andati sempre più a fondo, con sempre meno speranza di risorgere dalle proprie ceneri.

Danila La Torre