Sedicenne morì folgorato, inchiesta bis sul caso D'Agostino

Sedicenne morì folgorato, inchiesta bis sul caso D’Agostino

Alessandra Serio

Sedicenne morì folgorato, inchiesta bis sul caso D’Agostino

giovedì 25 Gennaio 2024 - 07:30

Fari sul ruolo del Comune di Gaggi per la morte di Salvatore d'Agostino nel 2016

MESSINA – Non è ancora chiusa, ma si apre un capitolo tutto diverso, la vicenda che riguarda la morte di Salvatore D’Agostino, morto a 16 anni, folgorato, mentre giocava a pallone in piazza con gli amici, a Gaggi. Dalle motivazioni della sentenza decisa a ottobre scorso, infatti, emerge un risvolto inedito, che lascia intuire una inchiesta bis che riguarderà questa volta il ruolo del Municipio di Gaggi.

La sentenza

La giudice monocratico Alessandra Di Fresco ha infatti inviato gli atti alla Procura chiedendo all’ufficio del pubblico ministero di valutare eventuali condotte omissive sulla manutenzione dell’impianto da cui sarebbe partita la scarica che ha folgorato mortalmente il ragazzo. Ad ottobre scorso dopo un lungo dibattimento il processo di primo grado si è chiuso senza colpevoli. Assolti “per non aver commesso il fatto” Susanna Gemmo, titolare della Gemmo Spa, e il manager della società Francesco Trimarchi.

I dubbi sul Comune

A causare la dispersione di corrente che colpì Salvatore, ha stabilito il processo, è stato un impianto a terra collegato agli apparati collocati dalla Gemmo. Impianto della cui posa la società non era mai stata informata. Impianto pericoloso. Ma se la Gemmo non poteva sapere, diverso è il ruolo in questo senso del sindaco, degli apparati del Comune e della ditta responsabile delle verifiche sul territorio. Su questo profilo adesso la Procura dovrà approfondire eventuali effettive responsabilità.

La famiglia non si è mai arresa

La ditta era stata chiamata in causa perché titolare dei lavori di posa dell’impianto. Un verdetto che aveva lasciato l’amaro in bocca alla famiglia D’Agostino, assistita dall’avvocato Filippo Pagano. I genitori non si erano però arresi e oggi intravedono nelle motivazioni della sentenza uno spiraglio che possa portare loro giustizia.

La morte del 16enne

Non una vittoria, per la giovane coppia: a loro nessuno restituirà mai Salvatore, stroncato da una dispersione di corrente sulla una ringhiera che delimita l’area della chiesa Madre di Gaggi. Era il 2 agosto del 2016, Salvatore è spirato dopo 18 giorni di agonia in ospedale.

Un commento

  1. La giustizia italiana … mi spiace tantissimo per quei poveri genitori che non avranno mai pace .
    Non mi sorprenderebbe se alla fine come ennesima beffa dessero anche la colpa al ragazzo per magari “ eccesso di gioco “ .
    Mai un colpevole !

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