Cronaca

Sistema Siracusa, dopo il no al patteggiamento il giudice costretta a lasciare?

Nessuna pena concordata, il “quantum” non era adeguato. Così il giudice per l’udienza preliminare Monia De Francesco, ieri, non ha ratificato il patteggiamento concordato tra accusa e difese per i due avvocati di Piero Amara e Giuseppe Calafiore, al centro del così detto Sistema Siracusa, l’inchiesta che da Messina è dilagata in tutta Italia travolgendo anche il CSM.

I difensori dei due legali avevano trovato l’accordo con i PM Antonio Carchietti, Federica Rende e Antonella Fradà: 9 mesi e 2 giorni per Amara, in continuazione ai 3 anni di reclusione stabiliti a Roma, con multa da 73 mila euro, e a 2 anni e 9 mesi – e 30 mila euro di multa per Calafiore, accordati a Roma nel procedimento sulle presunte sentenze pilotate al Consiglio di Stato.

Per la De Francesco i 9 mesi non erano congrui, insomma erano pochi rispetto al massimo previsto per il reato, per poter ratificare. Le accuse per i due legali aretusei è di corruzione in atti giudiziari, associazione a delinquere, formazione di elaborati ideologicamente falsi in concorso con periti e consulenti tecnici, simulazione di reato e dossieraggi ai danni di magistrati in servizio alla Procura di Siracusa con la complicità dell’ex Pm Giancarlo Longo, che ha patteggiato 5 anni di reclusione e la radiazione dalla magistratura.

Secondo Amara e Calafiore, però, il provvedimento è troppo severo e non può essere lo stesso giudice, adesso, a continuare il giudizio. Così le hanno chiesto di astenersi. Calafiore è difeso dall’avvocato Alberto Gullino.

La giudice ha inviato gli atti al presidente che valuterà l’eventuale dovere di astensione, ed ha rinviato tutto al prossimo 12 luglio.