Social City: il caso degli assistenti a studenti autistici: "Vogliamo continuità"

Social City: il caso degli assistenti a studenti autistici: “Vogliamo continuità”

Rosaria Brancato

Social City: il caso degli assistenti a studenti autistici: “Vogliamo continuità”

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martedì 12 Marzo 2019 - 08:00

Un capitolo ancora aperto riguarda gli assistenti alla comunicazione, che chiedono continuità

Nell’ambito del passaggio degli operatori dalle coop a Messina Social City c’è un capitolo ancora aperto che riguarda gli Asacom (assistenti alla comunicazione dei diversamente abili) che hanno firmato un contratto a tempo determinato fino a fine giugno.

Le dichiarazioni dell’assessore Calafiore sulle motivazioni di un contratto a tempo per questi operatori (che sono stati assunti nel settembre 2018 con contratti a 190 giornate) non convincono chi lavora nel settore. Già nei giorni scorsi le associazioni dei familiari dei soggetti autistici (fruitori del servizio) hanno fatto appello al Consiglio comunale per affrontare in modo adeguato la specificità del settore.

In particolare, evidenziano le associazioni, si tratta di operatori che sono stati richiesti direttamente e nominativamente dalle stesse famiglie, dal momento che tra lo studente autistico e l’assistente alla comunicazione si crea un rapporto strettissimo e difficilmente ripetibile con conseguenze negative in caso di interruzione.

Siamo stati noi a richiedere la figura specialistica alla precedente amministrazione e insieme abbiamo concordato la nascita della short-list contenuta nell’avviso pubblico emanato dal comune di Messina per l’anno 2018– scrivono le famiglie riunite nell’associazione Nati per la vita– Grazie a questo, sono stati assunti circa 40 professionisti dalle cooperative che possedevano tutti i titoli richiesti dal bando, quelli presenti nell’attuale short list”.

La short list è stata predisposta nell’autunno scorso in seguito a quanto emerso da un tavolo di concertazione tra le associazioni e l’ex assessore Santisi con l’obiettivo di creare un elenco di operatori formati in modo specialistico al quale gli Enti potessero attingere in base alle esigenze.

L’associazione Nati per la vita specifica quindi quali sono i criteri con cui si diventa Assistenti all’autonomia e alla comunicazione (figura di relativa recente costituzione), chiarendo che la legge prevede che le figure siano fornite dagli Enti locali, ma delegando proprio agli Enti i criteri di reclutamento e formazione. Accade quindi che vi sono differenze tra Comuni e Comuni e si utilizzino anche termini diversi.

Si parla quindi di assistenti, sostegno educativo, assistenza educativa, AEC esperti in Braille, LIS ecc. La situazione si complica ancora di più perché si elencano anche altre figure che esistono e che operano nelle scuole con compiti di assistenza di base o specialistica, collaboratori, OSS, oppure figure ibride, come ad esempio gli accudenti.

A tale eterogeneità nei termini corrisponde la medesima varietà nella formazione e nel reclutamento”.

Per quanto concerne la formazione, sono stati attivati negli ultimi anni diversi corsi professionalizzanti per la frequenza dei quali si richiedono di solito alcuni titoli di accesso, come le lauree in ambito psico-pedagogico o diplomi nella medesima area, molti sono aperti a tutti i diplomati o a chi ha formazione ed esperienza maturata nel settore educativo o di assistenza. Tali corsi mirano a formare figure professionali qualificate per fornire un’assistenza specialistica a soggetti con disabilità fisica, psichica e sensoriale, la cui limitazione in autonomia e/o comunicazione determini la necessità di un’assistenza ad personam.

Il problema è che non esistono fonti normative che specifichino in modo dettagliato quali debbano essere i titoli o i requisiti per poter svolgere il compito di assistente scolastico specialistico per l’autonomia e comunicazione. La legge n. 104/92, infatti, si limita a prevedere in maniera generica che il personale sia appositamente qualificato e specificamente formato. Generalmente, però, i bandi si concentrano su titoli di studio di area didattica e pedagogico-educativa; in ogni caso, non possono prescindere da certi requisiti minimi, come il conseguimento di almeno un titolo di scuola secondaria superiore.

Anche i datori di lavoro possono essere diversi. L’ente locale, infatti, può pubblicare un bando per formare una graduatoria di operatori a cui attingere per gestire il servizio nelle scuole del suo territorio. Oppure, l’ente può mettere a bando il servizio che verrà gestito da una o più Cooperative, anche la scuola può mettere a bando un certo numero di ore di assistenza utilizzando fondi dedicati.

Il Comune di Messina, come detto, nel settembre 2018 ha predisposto una short list individuando anche 4 tipologie di figure specializzate in base alla disabilità dello studente.

L’associazione dei familiari chiede quindi, alla luce di queste premesse, che venga garantita la continuità degli Asacom inseriti nella short list anche oltre la scadenza del contratto a fine giugno, auspicando anche una stabilizzazione.

Il nostro fine non è che il bambino faccia, ma che impari a fare da solo e non è possibile raggiungere questo risultato se chi sostituisce l’assistente alla comunicazione non ha i titoli e la specializzazione richiesta”

I genitori infatti finora hanno potuto indicare nella domanda alla scuola l’operatore richiesto per avere migliori opportunità relazionali e produttive rispetto all’assegnazione ad un altro assistente che il bambino non conosce. Le famiglie possono scegliere le figure più appropriate alle patologie dei figli, anche in continuità con il trattamento aumentativo comunicativo fatto in altre sedi ai bimbi autìstici dalle stesse professioniste.

Il rischio è che questo legame si spezzi.

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