Chiusura Dismed Faro Superiore. Una nuova sconfitta per la sanità cittadina?

Chiusura Dismed Faro Superiore. Una nuova sconfitta per la sanità cittadina?

Chiusura Dismed Faro Superiore. Una nuova sconfitta per la sanità cittadina?

lunedì 11 Ottobre 2010 - 09:49

Il responsabile amministrativo Vincenzo Farrugio incredulo di fronte la decisione dell’assessorato regionale alla sanità e del Tar: “Il provvedimento di chiusura non ci è ancora stato notificato ma siamo pronti a ricorrere al Cga”.

Una decisione che, se confermata, rappresenterà un’altra batosta, l’ennesima, per la già complicata situazione della sanità messinese. Parliamo della possibile chiusura del Centro Studi Onlus Dismed di Faro Superiore per la riabilitazione neuropsicomotoria, attivo dal 2003, e che secondo quanto disposto dall’assessorato Regionale alla sanità lo scorso 16 agosto e successivamente da un’ordinanza del Tar, sembra destinato a chiudere battenti per un paradossale cavillo burocratico.

«Siamo fortemente amareggiati – dichiara il responsabile amministrativo della struttura Vincevo Farrugio – Si tratta di una decisione che spinge quasi a far considerare il nostro centro come abusivo, quando in realtà abbiamo operato nel pieno rispetto di regole e normative». Parole che, effettivamente, trovano conferma in una vicenda quando mai contorta in cui proprio l’assessorato regionale alla sanità sembra aver fatto il bello e il cattivo tempo.

Questi i fatti. Il centro, come detto, opera sul territorio dal 2003. Nel 2005 si è provveduto all’accreditamento della struttura presso l’albo regionale, ottenendo tutte le autorizzazioni necessarie. Nel 2007 però, nell’elenco dei centri autorizzati, il Dismed non compariva. “Ciò – spiega Farrugio – perché ci è stato detto che al 28 giugno 2002 eravamo sprovvisti di autorizzazione sanitaria, eppure era stata la stessa regione ad accettare la nostra domanda di accreditamento nel 2005. Ma soprattutto di che autorizzazione saremmo dovuti essere in possesso nel 2002 se la nostra attività è iniziata un anno dopo?”.

Dubbi che i dirigenti del centro di riabilitazione che ospita circa 400 pazienti ed una sessantina di unità di personale, (diversi i profili professionali impiegati), intendono chiarire non appena il provvedimento di chiusura verrà notificato: “Sicuramente faremo ricorso al Cga, non è accettabile una decisione che condanna ulteriormente la città a non contare su un efficiente servizio di riabilitazione. La situazione è già di per sé avvilente, basti pensare che pensiamo solo alla città sono stati assegnati 15 milioni e 400 mila euro di fondi per le attività da svolgere, mentre Catania può contare su risorse per circa 90 milioni di euro. Una proporzione avvilente. La chiusura del Dismed sarebbe un’ennesima sconfitta”.

Sconfitta che peserebbe soprattutto sul futuro dei pazienti che si rivolgono alle cure dei medici operanti nel centro di Faro Superiore, certi del servizio e dei risultati che qui possono ottenere. Oltre i ricoveri in struttura, infatti, vengono svolte 76 prestazioni ambulatoriali giornaliere (nell’80% dei casi si tratta di bambini) e 57 domiciliari. Numeri importanti per una realtà, quella medica cittadina, da cui emergono quotidiane lacune e disservizi. A riconoscere gli importanti risultati raggiunti in questi anni presso la struttura di Faro Superiore, e dunque la validità della stessa non solo a livello locale, i numerosi protocolli d’intesa firmati con Centri medici di fama nazionale (vedi il Gaslini di Genova), che attestano l’importanza dell’attività finora svolta in riva allo Stretto.

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