“Salvi” i consiglieri comunali: chiuso il caso del debito fuori bilancio Messinambiente

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“Salvi” i consiglieri comunali: chiuso il caso del debito fuori bilancio Messinambiente

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martedì 20 Marzo 2012 - 23:35

Il procuratore della Corte dei Conti aveva chiesto che ogni consigliere pagasse una sanzione di 23 mila euro, il 7 marzo la sentenza che chiude definitivamente la vicenda a favore dei politici di Palazzo Zanca

Aprile 2005, il giorno era il 27, una seduta di consiglio comunale come le altre. Sulla carta. In realtà quel giorno sulla testa dei consiglieri del tempo è calata una spada di Damocle che è rimasta sospesa fino al 7 marzo scorso. Quel giorno, infatti, in Aula venne approvato un debito fuori bilancio diventato un vero e proprio tormento per i consiglieri: 18 milioni 648 mila euro, l’ormai “famoso” debito fuori bilancio di Messinambiente. Il Consiglio riconobbe il credito vantato dalla società di rifiuti nei confronti del Comune, avallando di fatto la transazione che il 17 marzo precedente il Comune stesso aveva firmato con Messinambiente per un totale di 30,7 milioni di euro, risultato delle fatture non onorate e delle perizie non riconosciute, come risultato da un lodo arbitrale del 2002.

Di fronte a tutto questo, però, il procuratore regionale della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti chiese, nel dicembre 2008, l’irrogazione di una sanzione pecuniaria di 23.703 euro ad ogni consigliere, pari a dieci volte l’indennità di carica di 2.370 euro (che però ai tempi dei fatti i consiglieri non percepivano). E’ iniziata così la lunga battaglia legale. Da una parte il procuratore della Corte dei Conti, dall’altra i consiglieri comunali: Marcello Greco e Paolo Saglimbeni, difesi dagli avvocati Giovanni Marchese e Silvano Martella; Carmelo Briguglio, Marcello Capillo, Bruno Cilento, Antonino Giliberto, Giuseppe Magazzù, Franco Mondello, Pinuccio Puglisi, Ciccio Rizzo, Mario Rizzo e Filippo Tommasini, difesi dall’avv. Mario Caldarera; Giacomo Ferrari e Gaetano Gennaro, difesi dagli avvocati Nazareno, Fabio e Antonio Saitta; Gaetano Giunta, difeso dall’avv. Giovanni Monforte; Pippo Trischitta, che oltre ad “autodifendersi” come avvocato ha tutelato anche i colleghi Antonio Fazio, Gaetano Isaja e Roberto Sparso.

Il 5 luglio 2010 la prima sentenza favorevole ai consiglieri, che però non ha fatto “demordere” il procuratore regionale, che 27 luglio 2011 ha presentato appello. Il 21 febbraio si è tenuta l’udienza “finale” e la camera di consiglio, presieduta da Salvatore Cilia e completata dai magistrati Salvatore Cutrera (relatore), Luciana Savagnone, Pino Zingale e Valter Del Rosario, che ha definitivamente “assolto” i consiglieri comunali. Che adesso non dovranno più, nei corridoi di Palazzo Zanca, rivangare quasi quotidianamente il famoso “fantasma” del debito fuori bilancio di Messinambiente.

2 commenti

  1. LUPO DELL'ONTARIO 21 Marzo 2012 08:41

    sono felice per i consiglie comunali !!!!!

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  2. L'Osservatore 21 Marzo 2012 09:37

    ..sembrava proprio un’ingiustizia: in Italia quando mai un politico (a TUTTI i livelli) ha pagato qualcosa di tasca propria???
    Quando si inizierà sarà sempre troppo tardi…

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