I No Ponte tornano in piazza per opporsi al pagamento delle penali

I No Ponte tornano in piazza per opporsi al pagamento delle penali

Eleonora Corace

I No Ponte tornano in piazza per opporsi al pagamento delle penali

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giovedì 14 Marzo 2013 - 14:17

Nuova manifestazione No Ponte. Indetto per sabato 16 Marzo alle ore 16 a Piazza Cairoli, un corteo per dire no al pagamento delle penali e si alle infrastrutture di prossimità per un reale rilancio del territorio. Questa mattina, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo dei Leoni, sono state dettagliatamente spiegate le motivazioni di questa ulteriore protesta.

Ponte sullo Stretto, quinto atto. Se il progetto sembra definitivamente archiviato resta il problema delle penali. E resta, tra l’altro, un territorio abbandonato che negli ultimi anni è stato considerato solo in funzione della megaopera, più volte dipinta dai governi nazionali e dalle amministrazioni locali come unica via di sviluppo. Ora che la chimera è scomparsa, resta il prezzo, salato, delle illusioni. Per questo torna nuovamente in piazza la Rete No Ponte, con una manifestazione indetta per sabato 16 Marzo che prenderà il via da Piazza Cairoli. La Rete No Ponte in sinergia con la Comunità dello Stretto – di cui fa parte la Rete No Ponte, ma che rappresenta un collettivo più ampio di comitati ed associazioni – torna a dire no, non solo al Ponte in sé, ma soprattutto al pagamento delle penali, richieste dalle società impegnate nella progettazione per la mancata conclusione del progetto.

Eurolink comunica l’intenzione di voler recedere dal contratto confessando, probabilmente, il vero obiettivo : la riscossione delle penali. Intanto Impregilo le penali le inserisce nei bilanci, facendo così lievitare il valore delle proprie azioni. Insomma, una vicenda che sembrava, con il definanziamento dell’opera, volgere rapidamente al crepuscolo ritorna al centro della scena” recita il comunicato che chiama il popolo no pontista a riunirsi di nuovo in protesta. Il tema delle penali è stato più volte sottolineato nel corso della conferenza stampa di questa mattina a Palazzo dei Leoni, in cui è stato annunciato ufficialmente il corteo. La cifra stimata è da capogiro, lo Stato dovrebbe pagare un miliardo e duecento milioni di euro. Tanti in tempi normali, troppi in periodi di crisi come quello che stiamo attraversando. Quello che la Rete No Ponte chiede al nuovo governo è di non accettare ciò che dagli attivisti viene considerato un vero e proprio “ricatto”. Il corteo di sabato vuole, infatti, ribadire: “la richiesta alla Regione Siciliana di ritirare immediatamente le proprie quote azionarie ed il proprio rappresentante in Consiglio d’amministrazione della Stretto di Messina Spa (società concessionaria per la progettazione e costruzione del Ponte sullo Stretto) – scrivono i manifestanti – e chiedere la soppressione della Stretto di Messina Spa; il recesso dal contratto con Eurolink (General Contractor per la progettazione e costruzione del Ponte) e il non riconoscimento di alcuna penale e alcun debito”.

E Marco Letizia – uno dei tre autori del libro “Il Ponte sullo Stretto nell’economia del debito” – commenta: “La città di Messina non è più disposta a vedere sacrificati gli interessi della gente in carne ed ossa a favore di qualche impresa privata. Quelli che dovrebbero essere risarciti sono i cittadini, visto quanto c’è già costato il progetto del Ponte”. Marco Letizia, inoltre, si dimostra scettico verso il definitivo tramonto del progetto: “La recente approvazione del piano regolatore da parte del Ministero dei Beni Comuni e il via alla valutazione per l’impatto ambientale da parte del Ministero dell’Ambiente, nonostante siano scaduti i termini per i contratti, sono segnali inquietanti che ci fanno capire come la questione Ponte non sia del tutto chiusa”. A schierarsi al fianco dei no pontisti anche numerose associazioni ambientaliste, da sempre contrarie all’ecomostro, che hanno scritto una lettera aperta a Monti che verrà girata anche al nuovo governo.

Da sempre, però, il no al Ponte è stato accompagnato da tanti “si”. Come quello rivolto alle infrastrutture di prossimità per garantire lavoro, trasporti, servizi e sicurezza del territorio. In poche parole:cura del territorio che deve rintracciare in sé il modello di sviluppo più idoneo per produrre ricchezza e lavoro. se questo non accade le opere faraoniche, secondo gli attivisti, non sono altro che cattedrali nel deserto. (Eleonora Corace)

9 commenti

  1. Fino ad oggi questi “ambientalisti” nostrani hanno esclusivamente portato avanti gli interessi dei Franza e nessuno lo può negare, perchè battendosi contro la realizzazione del Ponte, vuol dire che non si ha interesse a liberare per sempre Messina e Villa San Giovanni dalla schiavitù da attraversamento che ci attanaglia da decenni.
    Esiste uno Stato di Diritto dove i contratti si onorano e se una parte, lo Stato, non mantiene i patti, allora si pagano le penali!!
    Questi signori che non hanno a cuore il bene di Messina preferiscono regalare un 1,2 miliardi di Euro per non far realizzare un’opera che avrebbe consentito il rilancio di Messina, della Sicilia e del Sud in generale.
    Complimenti,una genialata!!

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  2. prima di dire no ad un cosa che ancora non esiste,sarebbe opportuno analizzare quello che attulamente c’è, ovvero la devastazione più totale.Quindi pur capendo che a messina esiste uno dei più grossi conflitti di interesse d’italia,si dovrebbe quindi manifestare e dire no ai tir e al traffico che ogni giorno ci passa ovunque (da su a nord)in testa distruggendo tutto e senza che i cittadini abbiano un vantaggio di alcun tipo anzi solo danni, ( e la fregatura dell’ ecopass si è appalesata in tutto il suo splendore), ci sarebbe da dire non alla rinnovo della concessione della rada di san francesco,no all’inquinamento del mare da parte delle vecchie navi dei franza e no a quello acustico atmosferico dei suddetti tir pulmann e auto di passaggio che ci usano come xxxxx, no all’erosione delle coste, no alle fogne e discariche che arrivano a mare in tutta la zona nord, nel frattempo ridotta ad un campo di battaglia (vadano a vedere a capo peloro), no alla costante cementifiaczione del territorio e no ai confitti di interesse, in questo caso di sinistra. Quando faranno tutto ciò, sarò d’accordo con le loro proteste contro il ponte.

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  3. Peppe Vallera 14 Marzo 2013 16:06

    Carissimo giuttari, ormai ha stancato con le sue logorroiche ed inconcludenti stupidaggini, espresse in una forma che vorrebbe essere forbita ed elegante, ma che suscita solo un senso di umana ed ironica pietà.
    Lei ignora (quindi è ignorante) i fatti, le norme, i contratti, le disposizioni e le circolari.
    Fino ad ora ha fatto ridere, e di ciò gliene rendo merito e la ringrazio vivamente, per come annaspa nelle perigliose acque del ragionamento (che non fa) giuridico, ma ora basta.
    La prego vivamente di studiare, leggere, informarsi e dopo, solo molto dopo, può sperare di scrivere qualcosa di sensato.
    E, soprattutto, la smetta di moltiplicare i nickname.
    Quello che lei scrive è talmento uguale e monotono che è facilissimo, in maniera quasi imbarazzante, scoprire.
    Non sono certo necessari i bravissimi investigatori del C.S.I. per svergognarla.
    Se ne faccia una ragione e cessi in una pratica che non le si confà.
    Giuseppe Vallèra.

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  4. Comincino a fare la colletta…..

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  5. CITTA’ FALLITA SU TUTTI I FRONTI

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  6. Lasciamo che le penali vengano pagate dai No Ponte. E lasciamo che i No Ponte diano un sussidio di sopravvivenza alla miriade di imprese di costruzione (e famiglie, più in generale) ridotte in fin di vita dalla crisi e che sicuramente avrebbe trovato più che ossigeno dalle lavorazioni connesse al ponte. Non solo ci troviamo adesso privati di un’infrastruttura cruciale per il rilancio della nostra provincia (nonché nodo fondamentale per lo sviluppo di una moderna rete ferroviaria/autostradale in Sicilia) ma le penali che lo Stato sarà costretto a pagare impediranno sicuramente nuovi investimenti sulla Sicilia. Teniamoci stretti la crociera dello Stretto (le navi traghetto)…quelle sicuramente sono ad impatto zero!!!ma va va…

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  7. Cosa deve sentire un pover’uomo alla fine di una impegnativa giornata di lavoro ? Un certo Sig VALLERA nel suo commento mi scarica addosso una lunga serie di accuse ed offese anche personali assolutamente gratuite non supportate da NESSUN argomento a sostegno e caratterizzato dal NULLA. NULLA ,solo offese. ..che mi creda per chi ha un po’ studiato ..le cose dello spirito sono offese a se medesimo. Lascio giudicare ai lettori “l’eleganza ” e la correttezza del suo comportamento .Per quanto mi riguarda sono RIVELATORI e prova che certi commenti eterodossi disturbano le sua coscienza sonnolenta e toccano nervi scopert, sensi di colpa forse…non sappiamo nulla di Lei , almeno io non so nulla : che cosa faccia Lei nella vita, di cosa si occupa, che cosa ha realizzato ,chi lo mantiene, se e’ dipendente, se dipende da qualcuno, da dove trae i suoi mezzi di sostentamento…sappiamo soltanto che e’ violento arrogante e un po’ vile oltre che meschino. Mi invita persino a non moltiplicare i nickname . A questo punto pero’ desisto.
    La perdono, Le concedo le attenuanti che e’doveroso riconoscere ai malati affetti da quella curiosa malattia: Vallera (ipertrofia testicolare per i non messinesi) che certe volte aggredisce la testa invece che le parti basse nei casi in cui queste sono intercambiabili.

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  8. Marco Letizia e l’accolita dei suoi amici “professionisti” del NO PONTE facciano colletta, accantonino parte delle royalties delle tante pubblicazioni contro il Ponte, si vendano le loro ville al Faro, incrementino le vendite dei gadget e delle magliette per RISARCIRE i contribuenti Italiani delle penali che saranno costretti a pagare al General Contractor per inadempienza contrattuale. La protesta ,come e’ del tutto evidente cosi come la lettera al loro sodale amico No Ponte Rigor Montis non sortirà nessuno effetto concreto …in uno stato di DIRITTO. Ma ai Messinesi, privati e orfani di ogni seria e concreta possibilità alternativa di sviluppo CHI LI RISARCIRA’ ?

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  9. Inserito da pgiuttari il Gio, 14/03/2013 – 23:22.
    Cosa deve sentire un pover’uomo alla fine di una impegnativa giornata di lavoro ? Un certo Sig VALLERA nel suo commento mi scarica addosso una lunga serie di accuse ed offese anche personali assolutamente gratuite non supportate da NESSUN argomento a sostegno e caratterizzato dal NULLA. NULLA ,solo offese. ..che mi creda Vallera , per chi ha solo un po’ studiato ..le cose dello spirito sono offese a se medesimo. Lascio giudicare ai lettori “l’eleganza ” e la correttezza del suo comportamento .Per quanto mi riguarda e’ RIVELATORE e prova certa che i miei commenti eterodossi disturbano le sua coscienza sonnolenta e toccano nervi scoperti ,forse interessi ,provocano sensi di colpa chi sa’…il fatto e’ che non sappiamo nulla di Lei , almeno io non so nulla : che cosa faccia nella vita, di cosa si occupa, che cosa ha realizzato ,cosa insegna ai suoi figli (l’anonimato?) chi lo mantiene, se e’ dipendente, se dipende da qualcuno, da qualche istituzione benefica statale, da dove trae i suoi mezzi di sostentamento…sappiamo soltanto che e’ violento arrogante e un po’ vile oltre che meschino. Quando poi mi invita a non “moltiplicare i nickname ” capisco che non c’e niente fa fare alzo le mani .MI ARRENDO…e la perdono, Le concedo volentieri le attenuanti che e’doveroso riconoscere
    ai malati affetti da quella curiosa malattia: Vallera (ipertrofia testicolare per i non messinesi) che certe volte aggredisce la testa invece che le parti basse.. nei casi in cui queste sono ,come nel Suo caso, intercambiabili.

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