Udienza alla Corte dei Conti, a Roma, sul dissesto finanziario: città col fiato sospeso

Udienza alla Corte dei Conti, a Roma, sul dissesto finanziario: città col fiato sospeso

Carmelo Caspanello

Udienza alla Corte dei Conti, a Roma, sul dissesto finanziario: città col fiato sospeso

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mercoledì 16 Dicembre 2015 - 07:26

L'assessore al Bilancio Cilona: "Dio ce la mandi buona, si decide il futuro di Taormina. Intanto l’ex gestore del Teatro Antico dovrà risarcire al Comune quasi un milione di euro (per l’esattezza 965mila euro) in virtù di una condanna in appello

Il giorno dell’udienza antidissesto è arrivato. La “sentenza” della Corte dei conti è attesa per oggi. Una decisione destinata a segnare il futuro di Taormina. I riflettori sono puntati su Roma, dove tra gli altri si è recato anche l’assessore al Bilancio, Salvo Cilona. Raggiunto telefonicamente prima della partenza di è detto “moderatamente fiducioso”. Ed aggiunge: “Che Dio ce la mandi buona. Per quanto ci riguarda siamo con la coscienza a posto e il ricorso presentato dal Comune mi sembra buono e tutti i dieci punti in cui è articolato vengono dibattuti”. Sin qui le dichiarazioni dell’amministratore. La vigilia del pronunciamento della Corte è stata caratterizzata da una buona notizia per l’ente locale: l’ex gestore del Teatro Antico dovrà risarcire al Comune quasi un milione di euro (per l’esattezza 965mila euro) in virtù di una condanna in appello.

Ma torniamo all’attesa sentenza. A Roma, oltre a Cilona, ci sono anche il sindaco Eligio Giardina, i tre legali dell’ente Gaetano Callipo, Marcello Scurria e Pietro De Luca e il segretario comunale Michelangelo Lo Monaco. Lo scorso settembre, lo ricordiamo, la Corte dei conti ha bocciato il Piano di riequilibrio finanziario del Comune di Taormina che comporta, tecnicamente, l’obbligo dell’ente locale di dichiarare il default nei termini che saranno indicati dalla stessa Corte. Che sono stati interrotti dal ricorso presentato dagli amministratori. Oggi si dovrebbe giungere all’epilogo di un iter travagliato. Sul Piano di riequilibrio, presentato lo scorso anno, la Commissione del ministero dell’Interno aveva espresso parere contrario. La palla è passata alla Corte dei Conti, che aveva detto in pratica al Comune di adeguarsi alle censure della Commissione ministeriale. Ma il Consiglio, di fatto, non si è adoperato se non nella seduta dello scorso 8 settembre, con l’aumento delle tasse. Troppo tardi? Il primo cittadino si era detto convinto della validità del piano di riequilibrio e che confidava sulle ultime manovre adottate per la rateizzazione dei debiti. Ma questo ormai è il passato.

Carmelo Caspanello

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