Bel lavoro di regia di Pietro Carriglio
MARIONETTE CHE PASSIONE! di Pier Maria Rosso di San Secondo. Regia e scene di Pietro Carriglio. Costumi di Marcella Salvo. Luci di Gigi Saccomandi. Con: Luca Lazzareschi, Sergio Basile, Magda Mercatali, Liliana Paganini,Luciano Roman, Aldo Ralli, Oreste Valente, Maurilio Giaffreda, Luigi Mezzanotte, Massimo D’Anna, Jennifer Schittino, Aurora Falcone, Marco Leandris, Domenico Bravo, Caterina Marcianò, Donatella Cerlito, Eva Drammis, Serena Barona, Stefania Vitale, Tatiana La Spesa, Vincenzo Salerno, Gianni Aversano. Produzione: Teatro Biondo Stabile di Palermo.-
Le marionette di Pietro Carriglio iniziano fra scrosci di pioggia che bagnano alcuni protagonisti, gaudenti quasi dal farsi sbattere dalle gocce insistenti. E’ il suo autore nisseno Rosso di San Secondo ad indicarlo in un passo della lunga didascalia iniziale. Le loro facce emergono dal fitto buio come le pinturas negras di Goya, tragiche e ossessive. Le atmosfere rarefatte, per via pure d’un velatino che abbraccia il boccascena, complici le luci basse, ci trasportano in una dimensione metafisica, espressionista e pure bun͂ueliana per tutto lo spettacolo: la cui novità, rispetto alle precedenti edizioni, consiste nel non frazionarlo in tre tempi, ma di tirarlo tutto di seguito in 80 minuti. Col risultato d’assistere ad uno spettacolo snello, sempre sui ritmi, fascinoso, elegante e misterioso. Complici quei tre tavoli con rispettive sedie che compariranno sempre uguali, ma con funzioni diverse, nei tre ambienti degli originari tre atti: il telegrafo, il salottino d’una pensioncina d’artisti, una trattoria di lusso. Luoghi popolati da personaggi senza nomi, solo indicati dal colore del proprio abito o dalla funzione che svolgono. Un po’ come succederà nei Sei personaggi di Pirandello. Ecco dunque Il signore in grigio di Luca Lazzareschi menare per primo le danze: assistere nei panni d’uno Sherlock Holmes a come quelle due anime perse del Signore a lutto di Sergio Basile e della Signora dalla volpe azzurra di Magda Mercatali, in un uggioso pomeriggio di domenica, stiano cercando invano di stendere il testo d’un telegramma. Lui è stato abbandonato dalla moglie, lei è fuggita dall’amante manesco. Ipotizzano un menage a due tanto per confortarsi a vicenda. Un dialogo che non sfugge a quell’indagatore di anime che scatta come una molla scoraggiando una loro possibile unione. E’ assurdo che due persone possano stare insieme. Lui ne sa qualcosa perché c’è passato. Un segreto che confiderà alla cantante Liliana Paganini incontrata in quel pensionato con la scusa di portare il guanto dimenticato dalla Signora dalla volpe azzurra che intanto arriva in compagnia del Signore a lutto. Sono i momenti in cui fra singulti e insulti i personaggi si mostrano come marionette tenute dal filo della passione. Lazzareschi accennando a dei movimenti pinocchieschi stimolerà Basile e la Mercatali a danzare fra risate frenetiche. Il grottesco dramma si chiuderà attorno ad un tavolo di trattoria accanto ad un altro tavolo regolarmente apparecchiato per gli “invitati che non verranno”, ovvero le tre persone del loro tormento, disponendo Lazzareschi accanto ai coperti, garofani rossi, viole del pensiero e crisantemi: non prima che l’improvviso arrivo di Colui che non doveva giungere (Luciano Roman) romperà un momento d’incanto, trascinando con se la donna, lasciando di sasso il Signore in grigio e il Signore a lutto: il primo si avvelenerà, l’altro vedendolo andare verso la morte sprofonderà in profondi singhiozzi.- Nuoce allo spettacolo la voce dei protagonisti che non giunge chiara in sala per la scarsa acustica del Biondo (cosa che può valere per il Verga di Catania o il Vittorio Emanuele di Messina) ed è un peccato perché gli interpreti sono di alta classe, agghindati mirabilmente nei costumi di Marcella Salvo e diretti da Carriglio con un gran bel lavoro di regia.- Gigi Giacobb
