Bastano -Tre Secondi- per morire

Bastano -Tre Secondi- per morire

Bastano -Tre Secondi- per morire

martedì 06 Aprile 2010 - 08:35

Gli autori svedesi sono i padroni del mercato crime-fiction

Dalla Millennium Trilogy in avanti, il mondo della crime-fiction non è più lo stesso. Sarebbe inutile dilungarsi su chi fosse il compianto Stieg Larsson o ipotizzare quale piega avrebbero preso le avventure di Bolmkvist e Salander, tuttavia dopo il grande successo riscosso da quei libri, il mercato letterario mondiale riconosce un tributo sempre più forte agli autori svedesi nel campo del thriller. Così, se pochi anni or sono era Iperborea la casa editrice di riferimento della Scandinavia, oggi tutti si contendono i talentuosi scrittori venuti dalla fredda, civile ma sanguinosa Svezia.

Il 2010, cominciato bene con l’Ipnotista (firmato Longanesi) prosegue con un altro strano duo, stavolta tutto al maschile: Einaudi porta in libreria Tre secondi (pp. 657; €21), quinta avventura della fortunata serie del commissario Ewert Grems, firmata da Roslund Anders e Hellström Börge, rispettivamente un giornalista e un ex-detenuto. Il libro giunge in Italia dopo aver ottenuto grandi vendite in patria e soprattutto il premio quale miglior libro crime-novel del 2009 ma il loro successo non è certo una meteora dato che sono stati già tradotti in 18 lingue e la tv svedese ha acquistato i diritti cinematografici per i primi 4 libri.

Presentando il quinto libro gli autori sottolineano come anche il quinto episodio sia indipendente dai precedenti, motivo per cui il lettore non avrà difficoltà ad immedesimarsi nei personaggi e a venir risucchiato presto nella storia. Pagina dopo pagina riemergerà il passato ricco di cicatrici del commissario Grems, la tanatofobia del suo assistente, Sven Sundkist e tutta una serie di personaggi di contorno riccamente definiti. Nonostante la mole, l’intreccio fitto e ricco di punti di vista alternati, non saranno rari i casi di lettori che avranno preferito rinunciare a diverse notti di sonno pur di non posare il libro e ciò si può ottenere solo grazie ad una scrittura precisa (ma non minimalista), attenta al dettaglio nelle descrizioni ma sempre fluida e adrenalinica.

Vorrei non dirvi troppo della trama perché svelarvene troppo sarebbe un delitto…Vi basterà sapere che accanto all’esperto e anticonformista Grems, uomo dal passato ingombrante e dalle abitudini ben radicate ma sottoposte a dura prova, troviamo Piet Hoffman, da anni infiltrato per conto della polizia svedese in una delle più importanti organizzazioni polacche specializzate nel traffico di droga. Ma Piet, autoritario sul lavoro col nome in codice Paula, ha una doppia vita con la quale cerca una difficile convivenza (sposato e con due figli) e proprio su questo punto, il duo di scrittori insiste facendone il perno narrativo di Tre Secondi, senza però scadere nel melò. L’organizzazione in cui si è infiltrato costringerà Piet ad entrare in un carcere di massima sicurezza svedese per aggredire il cosiddetto mercato chiuso, un’operazione che potrebbe fruttare sugli 8/9 milioni di corone al giorno. Eppure così facendo Piet sarà costretto a rompere i già difficili equilibri della propria vita, varcando quella linea d’ombra di cui Conrad scrisse tanti anni or sono…

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