Paolo Siclari avrebbe compiuto oggi 37 anni, la rabbia e la disperazione della famiglia

Paolo Siclari avrebbe compiuto oggi 37 anni, la rabbia e la disperazione della famiglia

Paolo Siclari avrebbe compiuto oggi 37 anni, la rabbia e la disperazione della famiglia

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mercoledì 30 Maggio 2012 - 12:45

Ieri sera i genitori della vittima messinese del sisma sono partiti per raggiungere la salma del figlio. Disperazione mista a rabbia tra i parenti e gli amici che si chiedono perché non è stata evitata questa tragedia

Avrebbe festeggiato con sua moglie e i suoi due figli il trentasettesimo compleanno. Ma oggi nella casa di Castelmassa in provincia di Rovigo, dove Paolo Siclari viveva con la sua famiglia, è il giorno del lutto. Il lutto per una marito e una padre che è rimasto schiacciato sotto le macerie del capannone dove ieri mattina si era recato a lavorare, nonostante le scosse sismiche in Emilia Romagna non siano diminuite. Paolo Siclari era nato a Messina, ma da 11 anni aveva lasciato la città dello Stretto per andare a lavorare al Nord. La sua storia è simile a quella di molti messinesi che a malincuore devono andare via da Messina in cerca di lavoro. Ma la sua appartenenza a questa terra era forte, come anche traspariva dal suo profilo su Facebook.
Nel 2001 insieme alla moglie Viviana era andato a Castelmassa, un piccolo comune in provincia di Rovigo. Qui sono nati i suoi due figli. La vita di Paolo trascorreva tranquilla, tra il lavoro in una delle più importanti aziende di apparecchiature biomedicali del mondo, la Haemotronic di Medolla, e la famiglia. Dopo il turno tornava nella sua villetta che si trova a distanza di pochi chilometri dal capannone che ieri lo ha schiacciato trasformandosi nella sua tomba. Paolo era tornato al lavoro lunedì, dopo che le autorità avevano giudicato nuovamente agibile il capannone della Haemotronic che aveva già subito danni per effetto della tremenda scossa del 20 maggio. Il capannone era fatto per resistere alle scosse verticali, dicono oggi. Per questo era stato dichiarato agibile. Ma perché rischiare? È quello che oggi si domandano in molti, a cominciare dai genitori di Paolo Siclari, mamma Concetta e papà Gaspare. La madre del trentasettenne ieri era inquieta. Agli amici ripeteva che non aveva notizie del figlio ed era preoccupata. Proprio all’amico e vicino di casa, il macellaio Roberto Piedimonte, la signora Concetta ieri mattina ha manifestato la sua ansia. Non aveva notizie del figlio. Sapeva che c’erano state altre scosse, era spaventata. Poi la tragica notizia. Gaspare e Concetta Siclari sono partiti in tarda sera per andare dal figlio e raggiungere la nuora e i nipotini. Oggi nella disperazione continuano a domandarsi i suoi più stretti amici e parenti perché far rischiare la vita a questi uomini. Anche una delle cugine di Paolo, Angela Sicrlari, ha gli occhi lucidi e la voce rotta dal pianto. “Non ci credo – ripete – quando ieri me lo hanno detto non potevo pensarci. In mente mi tornava la nostra infanzia trascorsa a giocare. Si era trasferito per lavoro, ma appena poteva tornava a Messina. Non posso credere che non lo rivedrò”.
Lo sciame sismico che sta interessando l’Emilia Romagna ha già dimostrato la sua atipicità. Il continuo ripetersi di scosse. La forte intensità con la quale le stesse si sprigionano lascia aperti molti interrogativi. Era necessario far rischiare la vita a questi uomini?
(S.A.)

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