Signorino risponde ai “profeti di sventura”: «Il piano di riequilibrio è solido»

«C’è qualcuno a cui l’idea che la città di Messina possa rialzarsi ed evitare il dissesto finanziario proprio non va giù. Nessuno di questi “profeti di sventura” (li sento già dichiarare nuovamente che, no, loro sono “contrari al dissesto, ma il problema è che questo piano di riequilibrio proprio non sta in piedi: vergognatevi, dilettanti!”) ha lanciato una sola proposta per il risanamento finanziario della città nella lunga stagione della sua gestazione». Inizia subito con toni piccati la lunga nota del vice-sindaco ed assessore al bilancio, Guido Signorino (vedi in download versione integrale), che ha deciso di rispondere sia all’associazione “Capitale Messina” (vedi qui) , sia al capogruppo del Pd Paolo David (vedi qui) , secondo i quali in seguito all'approvazione all'Ars della legge sull'acqua pubblica il piano non sarebbe più sostenibile.

Tesi immediatamente confutata da Signorino: « Abbiamo detto più volte che il piano di riequilibrio è “solido” perchè in esso sono previste misure “aggiuntive” o di supporto, al fine di far fronte ad eventuali minori (o nulle) realizzazioni di qualcuna delle voci indicate. La nuova legge regionale sul servizio idrico elimina la possibilità di aggiungere in bolletta una percentuale (fino al 7%) di remunerazione al capitale. È una norma che riguarda il rapporto con i distributori privati che attualmente gestiscono il servizio in alcune realtà e che ha come conseguenza anche l’annullamento del contratto quarantennale con SiciliaAcque. Occorrerà valutare il significato di ciò sulla possibilità di distribuire utili al socio pubblico, ma – è questa la lettura “pessimistica” fornita – venendo a mancare il contributo di 23 milioni previsto dell’AMAM a titolo di utile distribuito al socio, l’intero piano di riequilibrio non reggerebbe. E male, visto che il previsto incremento del prelievo fiscale sarebbe insostenibile per la città».

«In realtà– continua la nota – il piano di riequilibrio di Messina è perfettamente in grado di riassorbire anche l’eventuale scomparsa del contributo AMAM, per più ragioni concomitanti».

Signorino spiega che «il paragrafo 4 del capitolo dedicato alle misure di riequilibrio prevede opportune “misure aggiuntive”, non quantificate ai fini della tabella perché in quel momento ancora in fase di attivazione. Lo scopo di tali misure è proprio quello di evitare che eventuali defaillances di singoli interventi possano porre in crisi l’intero piano di riequilibrio. È il principio economico della distribuzione del rischio tra più e diverse attività. Tra queste misure si trova il riferimento ad un intervento normativo all’epoca reclamato dall’amministrazione Accorinti sulla distribuzione del gas; il recepimento immediato della normativa nazionale consente al Comune di Messina di sospendere l’affidamento gratuito del servizio al gestore privato, reclamando da subito un contributo (calcolato in circa 700.000 Euro l’anno) e procedendo all’assegnazione in gara a titolo oneroso del servizio».

«La stima pervenuta dall’assessorato all’energia – aggiunge il vice-sindaco – determina in oltre 22 milioni il contributo al piano di riequilibrio proveniente da questa misura. Come si vede, tale previsione aggiuntiva equivale perfettamente all’eventuale perdita del contributo AMAM. Ancora, sempre tra le misure aggiuntive è indicata una potenziale risorsa derivante dal contenzioso “attivo” del Comune: si tratta di crediti vantati dall’ente per i quali si attende l’esito di un giudizio, per un totale di circa 14,5 milioni di Euro. Sia la prima che la seconda “misura aggiuntiva” si sono andate concretizzando. La legge di stabilità della Regione Siciliana (L.R. n. 9 del 7 maggio 2015), infatti, all’art. 94 modifica l’ordinamento precedente e recepisce integralmente con immediata applicabilità la disciplina nazionale sulla distribuzione del gas metano, mentre i due giudizi attivi recentemente conclusi hanno determinato maggiori riscossioni (anche rateizzate) per oltre 2,6 milioni. Allo stesso modo, l’evoluzione del contenzioso passivo e delle transazioni con i creditori conducono ad una riduzione per circa 5,5 milioni di Euro del valore della massa passiva».

«Nel complesso, dunque, il piano di riequilibrio, prima della riforma della distribuzione idrica, aveva già avuto un complessivo incremento di sostenibilità per oltre 30 milioni».

L’assessore Signorino non ha dubbi: «come già detto, non posso che ripetere che il piano di riequilibrio del Comune di Messina è solido, perché, ancorchè costruito in costanza di un quadro normativo che può sempre variare, è stimato con criteri di prudenzialità e dotato di ampi margini di flessibilità interna».