Fallimento in stand by: Messinambiente tenta la carta del rinvio

Fallimento in stand by: Messinambiente tenta la carta del rinvio

Francesca Stornante

Fallimento in stand by: Messinambiente tenta la carta del rinvio

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mercoledì 07 Novembre 2018 - 13:53

La società ha chiesto al Giudice di rinviare l’ultima udienza convocata per oggi per la decisione finale sul concordato bocciato dai creditori. Ma c’è un ricorso pendente davanti la Commissione Tributaria

Messinambiente tenta la carta del rinvio. I legali della società si sono presentati questa mattina in Tribunale con una richiesta di rinvio dell’ultima udienza convocata per dichiarare l’improcedibilità del concordato. Quindi, almeno per oggi, è stata evitata una dichiarazione di fallimento che sembra ormai inevitabile. All’udienza non hanno partecipato i grandi creditori che hanno detto no al concordato, cioè Agenzia delle Entrate e Inps. C’erano invece i rappresentanti legali di altri due creditori minori che non hanno opposto contrarietà alla richiesta di Messinambiente. La Procura invece ha obiettato sull’opportunità di concedere un ulteriore rinvio. Messinambiente ha chiesto di avere la possibilità di aspettare l’esito del ricorso fatto contro il parere negativo al concordato da parte dell’Agenzia delle Entrate. Il ricorso è stato depositato in Commissione Tributaria che ha fissato la data del 21 dicembre per dare il suo responso. E quindi Messinambiente vorrebbe attendere questo esito per provare a dare l’ultima chance al concordato. Di fronte a questa richiesta il giudice Giuseppe Minutoli ha deciso di riservarsi la decisione e dunque adesso non resta che attendere se il Tribunale accetterà il rinvio o se si procederà a far cadere il concordato. Era il 21 febbraio del 2017 quando l’ex liquidatore Giovanni Calabrò e i legali di Messinambiente Marcello Parrinello e Paolo Vermiglio depositarono in Tribunale la richiesta di concordato preventivo. Da lì ebbe inizio tutta la vicenda del concordato che ha tenuto per un anno società e Comune con il fiato sospeso per quella mannaia del fallimento che oggi pesa 100 milioni di euro. Per scongiurare il crac Messinambiente ha proposto di estinguere i suoi debiti mettendo sul piatto 30 milioni di euro a fronte dei 100 totali. Avrebbe pagato il Comune, l’amministrazione Accorinti aveva deciso di sostenere la scelta del salvataggio, con l’avallo del consiglio comunale era stato deciso che 20 milioni di euro sarebbero stati pagati attraverso i bilanci comunali per i prossimi cinque anni, mentre il resto sarebbe arrivato dalla chiusura delle partite debiti/crediti tra Ato-Messinambiente-Comune e dall’usufrutto dei mezzi che MessinaServizi si era impegnata a pagare per i prossimi tre anni con riscatto finale. Francesca Stornante

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