sanità

Troppe ore di attesa al Ps del Piemonte: “Boom di accessi nell’estate post pandemia”

MESSINA – Ventitré pazienti con codice giallo e 4 in codice rosso. Troppi, per il pronto soccorso dell’ospedale Piemonte, che ieri è andato “in tilt”. O meglio, i pazienti meno gravi sono stati costretti a lunghe attese, come segnalato dal nostro lettore (leggi qui “Da più di 9 ore al PS e ancora non è finita“).

Sull’episodio è intervenuta la dirigenza del presidio dell’Irccs Bonino Pulejo, che spiega: “Ci sono meno medici di quelli che servirebbero, è vero, e all’ospedale Piemonte mancano sicuramente posti letto rispetto al necessario. Ma dopo la pandemia i pazienti sono tornati a “bussare” ai pronto soccorsi ospedalieri anche quando non ce ne sarebbe strettamente la necessità”.

Insomma secondo il dottor Clemente Giuffrida, direttore della Medicina d’urgenza del Piemonte- Irccs Neurolesi, oggettivamente ieri il Pronto soccorso dell’ospedale di centro città ieri “scoppiava”. Il dirigente, che è anche nel direttivo nazionale Simeu, la società italiana di settore, approfitta della vicenda sollevata per fare il punto su problemi “…comuni a tutti i presidi sanitari, certamente siciliani ma probabilmente di gran parte d’Italia”.

“La “fuga” dei medici dai reparti d’urgenza è un fatto assodato e più volte denunciato, la mancanza di posti letto al Piemonte è un altro problema che certamente c’è, ma in questi giorni a rallentare l’assistenza dei soggetti che arrivano e non sono classificati in codice rosso c’è anche altro. Dopo la pandemia, infatti, pur avendo rimodulato l’offerta, quindi avendo riportato il servizio ai livelli pre chiusura covid, effettivamente ci accorgiamo che arrivano molti pazienti che in realtà hanno necessità di bassi livelli d’assistenza, erogabili serenamente da altri tipi di strutture e che non necessiterebbero del tipo di cure prestate dal pronto soccorso. Alcune di queste strutture, però, in questi giorni di ferie estive sono chiuse per esempio, come le case di cura private, o i medici di fiducia che sono in vacanza”, spiega il dottor Giuffrida.

“In Italia – chiosa Giuffrida tornando sul nodo principale – c’è certamente una scarsa risposta del personale agli appelli per andare a coprire i posti vacanti nei Pronto Soccorso. Mancano più di 2 mila medici su tutto il territorio, disincentivati dalle critiche condizioni di lavoro a parità di una retribuzione che non appare adeguata”.