Un tornado "mesociclonico" devasta Pantelleria: come si è originato?

Un tornado “mesociclonico” devasta Pantelleria: come si è originato?

Daniele Ingemi

Un tornado “mesociclonico” devasta Pantelleria: come si è originato?

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domenica 12 Settembre 2021 - 08:02

Un vero e proprio mesociclone ha interessato da vicino Pantelleria

Solo qualche giorno fa, in questo articolo, spiegavamo come con l’arrivo delle prime perturbazioni autunnali il rischio di vedere fenomeni meteorologi particolarmente estremi era piuttosto alto, causa l’enorme quantità di “energia potenziale” rappresentata dalle calde acque superficiali del Mediterraneo. Il tornado che venerdì sera ha devastato Pantelleria, causando 2 morti e almeno 9 feriti, è un esempio lampante.

Che vuol dire “mesociclonico”?

Il tornado, di chiara origine “mesociclonica” (prodotto da un temporale provvisto di rotazione e minimo di bassa pressione), dal mare si è spinto verso l’isola, provocando ingentissimi danni. Probabilmente, da una prima stima dei danni, si può azzardare che il fenomeno vorticoso abbia raggiunto l’intensità di un E-F2 – E-F3 della nuova scala avanzata Fujita. In pratica i venti vorticosi, presenti all’interno del cono, hanno raggiunto velocità > i 250/280 km/h, al punto da risucchiare autovetture in transito e danneggiare abitazioni in muratura. All’origine del drammatico evento vorticoso un imponente e complesso sistema temporalesco a mesoscala, composto dall’aggregato di vari temporali, sviluppatosi nella mattinata di venerdì 10 settembre, nel tratto di mare, molto caldo, antistante le coste dell’alta Tunisia, dove le temperature del mare raggiungevano valori di +26°C +27°C in superficie.

Una delle auto trascinate via dal vortice proveniente dal mare

La situazione sinottica vedeva in passaggio di un modesto cavo d’onda, con a seguito aria un po’ più fresca in media troposfera, che andava ad interagire con un piccolo minimo di bassa pressione, nei bassi strati, ubicato sul Canale di Sicilia, che richiamava al suolo una ventilazione molto umida da S-SE e SE, pronta ad ampliare lo “shear” (variazioni di velocità e direzione del vento man mano che si sale di quota) nei primi 6 km. Il grosso sistema temporalesco a mesoscala che si sviluppava sul Canale di Sicilia veniva alimentato lungo il loro bordo meridionale da una bellissima ed estesa“flanking line”, ossia una estesa linea di cumuli torreggianti che vanno ad alimentare il sistema temporalesco. Infatti le cumulogenesi, non trovando alcun ostacolo davanti (di solito a sud o sud-ovest), possono aspirare e rifornire il temporale di masse d’aria calde e umide (ottimo carburante per la formazione di cumulonembi), rendendolo più duratura e intenso.

Il cerchio nero indica l’overshooting top sotto la quale si nascondeva il mesociclone passato sopra l’isola di Pantelleria

Le spettacolari immagini satellitari

Come osservato dalle immagini satellitari si nota come nel tardo pomeriggio di ieri il nucleo più intenso di questo vasto sistema temporalesco, presente lungo la parete sud dell’imponente cumulonembo temporalesco, alto più di 12 km, nonostante l’attrito esercitato dalla Montagna Grande, abbia centrato in pieno Pantelleria, con dei vistosi “overshooting top”, una sorta di cupola che si osserva sopra la parte ghiacciata sommitale di un cumulonembo. La presenza di questi indica la presenza di una corrente ascensionale veramente violenta (> 100 km/h), capace di sfondare il limite della tropopausa. Tale corrente ascensionale è talmente violenta da riuscire a sconfinare fin sulla bassa stratosfera, dando così luogo ad una protuberanza della sommità del cumulonembo che si può sollevare fino al limite della stratosfera. Proprio sotto quella protuberanza, che usciva dalla sommità del cumulonembo, era presente il “mesociclone” che ha prodotto il tornado.

Il temporale, nel pomeriggio di venerdì, è riuscito ad evolversi in una “supercella temporalesca”, a causa degli elevatissimi valori di “shear” del vento, soprattutto nei medi e bassi strati, in corrispondenza delle coste della Sicilia meridionale. In pratica, mentre al suolo i venti erano moderati, e spiravano fra SE e Sud, in quota erano presenti forti venti dai quadranti occidentali. Queste forti variazioni di intensità e direzione dei venti, fra gli strati bassi e quelli più alti, ha impresso al temporale, in approccio a Pantelleria, intensi moti rotatori che si sono propagati fino ai medi strati, creando per l’appunto il famoso “mesociclone”, che altro non è che una forte corrente ascensionale roteante attorno il temporale. Quando questi moti rotatori diventano estesi lungo la verticale della nube temporalesca e si propagano verso il basso possono generare un tornado o una tromba d’aria. La violenza di questi moti ascensionali veniva dimostrata pure dalle stesse immagini satellitari, che mostravano temperature estremamente gelide, fino a -70°C, lungo la sommità dei temporali. Segno di come i moti ascensionali, veramente violenti e turbolenti, si siano spinti fino alla stratosfera. Inoltre, dal punto di vista termodinamico, avevamo anche diversi parametri più che favorevoli per lo sviluppo di un “mesociclone”.

La linea di grossi cumuli che va ad alimentare la supercella responsabile del tornado che ha colpito l’isola di Pantelleria lo scorso venerdì 10 settembre 2021

Fattori termodinamici e previsioni

Particolarmente impressionante il “Cape” (Convective Available Potential Energy), cioè l’energia potenziale convettiva disponibile, è un parametro molto importante per capire il grado di instabilità della colonna d’aria da qui desumere la probabilità che vi siano temporali e di che intensità. Valori di Cape superiori a 2000 indicano l’elevata possibilità di temporali, anche forti o tornadici. Sul Canale di Sicilia occidentale venerdì siamo arrivati a raggiungere i 3000. Prima di concludere bisogna ricordare che i tornado o le trombe d’aria sono fenomeni alla “microscala”, pertanto non si possono ancora prevedere nello spazio e nel tempo (sapere il punto dove passerà e l’orario esatto), se non dopo che hanno iniziato a toccare terra (seguendoli mediante radar meteorologico). Anche se non si possono prevedere oggi possiamo conoscere e prevedere, invece, le condizioni meteorologiche che possono essere più favorevoli al loro sviluppo.

Un commento

  1. Complimenti per la descrizione anche e necessariamente tecnica

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