Una giovane pianista cinese entusiasma il pubblico del Palacultura

Una giovane pianista cinese entusiasma il pubblico del Palacultura

giovanni francio

Una giovane pianista cinese entusiasma il pubblico del Palacultura

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martedì 15 Marzo 2022 - 06:40

L’associazione musicale v. Bellini ha ripreso l’attività concertistica, domenica u.s., presentando una giovane pianista cinese, Ying Li, già vincitrice di numerosi premi, la quale, da quanto si è visto in occasione della sua performance, ha certamente davanti a sé un futuro luminoso.

Il programma presentato dalla giovane artista ha compreso diversissime tipologie di composizioni, per epoche e forme, da Mozart, a Bartok, a Liszt, fino a (nei due splendidi bis offerti) Bach e Chopin.

Il concerto è iniziato con la Sonata n. 13 K 333, in si bemolle maggiore, di Wolfgang Amadeus Mozart. Composta all’età di 22 anni (1778), è l’ultima di una serie di sonate composte durante il suo soggiorno a Parigi. La Sonata vede un Mozart già pienamente maturo e padrone dello strumento, e si caratterizza per il suo meraviglioso equilibrio formale. È un capolavoro di eleganza e raffinatezza, e nello stesso tempo intriso di spirituale profondità. Il primo tempo “Allegro”, che ci introduce immediatamente nello spirito della Sonata con il suo tenerissimo incipit, tipicamente mozartiano, ha una struttura formale di un equilibrio praticamente perfetto. Il secondo movimento “Adagio”, assai elaborato soprattutto sotto il profilo cromatico, è un brano di grande profondità, ha un carattere desolato, a volte drammatico, ma questo dolore si scioglie magicamente nel terzo movimento “Allegretto grazioso”, un delizioso rondò, anch’esso dagli inconfondibili tratti mozartiani.

Magistrale l’interpretazione mozartiana di Ying Li, cristallina nei rapidi fraseggi, intensa ma sempre equilibrata nei momenti topici di questo capolavoro, in particolare nell’”Adagio”, eseguito impeccabilmente.

Dopo la Sonata di Mozart, la prima parte del concerto si è conclusa con l’esecuzione di un brano distante anni luce dal celestiale equilibrio mozartiano: La Sonata Sz 80 di Bela Bartok.

Qui l’elemento melodico è praticamente assente, e prevale l’energia di un ritmo forsennato, trascinante, basato, come sempre nel compositore ungherese, sulla rielaborazione e trasfigurazione di temi popolari, ove il trattamento del pianoforte diventa percussivo e quasi violento, ricordando certo pianismo di Prokofiev, anche se, come del resto Prokofiev stesso, Bartok si mantiene sempre nell’ambito della tonalità e nella suddivisione tradizionale di tre movimenti – “Allegro moderato”, “Sostenuto e Pesante”, “Allegro molto”- dei quali il secondo lento. Un cambio di registro che ha dato la possibilità alla giovane pianista di mostrare la sua notevole versatilità, molto brava, precisa ed energica nell’eseguire i forsennati accordi martellanti del primo movimento.

Dopo i saluti del presidente dell’Associazione musicale V. Bellini, Giuseppe Ramires, che non ha mancato di ricordare i tristi eventi che stanno incombendo sulla nostra Europa, con l’augurio che prevalga il buon senso, e quindi la pace, si è aperta la seconda parte del concerto, con l’esecuzione della Sonata n.3 K 281 di Mozart, anch’essa in si bemolle maggiore. Composta all’età di 18 anni a Salisburgo, fa parte delle sei sonate composte da Mozart in procinto di andare a Monaco, per eseguirle dinanzi al pubblico della città tedesca. Si tratta delle prime sonate per pianoforte del compositore austriaco che, se pur riflettono lo stile galante imperante all’epoca, tuttavia, come sempre accade in Mozart, anche laddove trionfa l’allegria e la brillantezza, lasciano intravedere qua e là ombre di quella velata malinconia, che diverrà tratto caratteristico dei suoi maggiori capolavori. Nella Sonata, che risente ovviamente, forse più delle altre, dell’influenza di Joseph Haydn, tale vena malinconica si coglie particolarmente nel secondo movimento, dal curioso titolo, di carattere galante, “Andante amoroso”, eseguito magistralmente, analogamente all’Adagio (di ben altra profondità) della Sonata K 333.

Il concerto si è concluso con l’esecuzione di un brano molto atteso, La “Parafrasi dal Rigoletto”, di Franz Liszt. Il musicista ungherese è stato autore di innumerevoli trascrizioni, parafrasi, variazioni, fantasie etc. per pianoforte basate su opere, sinfonie, lied di musicisti a lui antecedenti o contemporanei, e tale meritoria attività, in un’epoca in cui la musica poteva essere ascoltata solo dal vivo, ha contribuito notevolmente alla diffusione della stessa. La Parafrasi dal Rigoletto rimane, in quest’ambito, forse l’opera più riuscita ed amata del compositore ungherese, ancora oggi molto eseguita.

La Parafrasi è basata sul tema del celeberrimo quartetto “Bella figlia dell’amore”, e se da un lato permette al pianista di fare sfoggio di bravura, con numerosi passaggi di elevata difficoltà tecnica, dall’altro rappresenta una delizia per lo spettatore, che può ascoltare i temi di uno dei brani più amati dai seguaci dell’opera lirica e di Verdi in particolare, in un meraviglioso adattamento pianistico. Anche nell’esecuzione di Liszt la pianista si è mostrata perfettamente a suo agio, eseguendo con sicurezza, disinvoltura e precisione i complicatissimi passaggi virtuosistici, di cui il brano è ricco.

Ai convinti ed entusiastici applausi del pubblico, Ying Li ha risposto con l’esecuzione di due splendidi bis: i primi due movimenti (Allemanda e Corrente) dalla Suite francese n. 5 BWV 816 di Johann Sebastian Bach, ed il Notturno op. 27 n. 1 in do diesis minore di Fryderyk Chopin, una delle pagine più suggestive di tutta la letteratura pianistica romantica, eseguito con una sensibilità e profondità di tocco fuori dal comune.

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