Il racconto di fra Giuseppe, il cappellano. Grande la partecipazione
MESSINA – Anche quest’anno si è svolta la Via Crucis alla stazione, con protagonisti i poveri. Da fra Giuseppe, cappellano della stazione centrale di Messina, riceviamo e pubblichiamo.
Prima della benedizione Fra Giuseppe Maggiore responsabile della Cappella della Stazione e vicino ai poveri ha voluto ringraziare e fare gli auguri di buona Pasqua a tutti i partecipanti.
Quando si parla di stazione ferroviaria, si pensa ai pericoli che sono in agguato attorno ad essa. Messina è un’eccezione, perché da qualche anno, ormai sei, è un luogo di accoglienza, di ascolto, di condivisione e di preghiera.

Quello visto lunedì sera è uno spettacolo che fa bene non solo agli occhi ma all’anima: la Via Crucis sotto i portici. Un evento che ha riempito i cuori dei presenti, che ha emozionato e, soprattutto ha testimoniato il Vangelo che si fa carne in strada tra la gente di poco conto.
Circa 250 persone si sono radunate davanti all’atrio della Stazione Centrale per pregare la via Crucis presieduta da Don Pino Vitrano, successore e braccio destro di Fratel Biagio Conte fondatore della Missione “Speranza e Carità” di Palermo.
Don Pino ha portato con se la Croce di legno che Fratel Biagio ha condotto come segno di speranza e di pace in diverse nazioni europee, ha raccontato diverse esperienze che Biagio ha fatto lungo il suo cammino terreno e l’amore per la croce.
A dare il saluto ai tantissimi partecipanti e a Don Pino, Fra Francesco Chillari, Definitore Provinciale dei Frati Minori e Maestro dei Professi Temporanei.

Protagonisti i poveri della Città: coloro che vivono quotidianamente in stazione, coloro che non hanno una dimora e vivono in case di accoglienza e frequentano le mense dei Padri Rogazionisti. Sono stati loro a portare la croce. Tante le realtà presenti tra cui i fratelli della Casa della Misericordia.
I testi delle meditazioni sono stati preparati dalle varie fraternità Gifra di Messina: la Fraternità di Sant’Andrea Avellino, la Fraternità della Madonna di Pompei e dalla Fraternità della Madonna di Lourdes.
Un itinerario particolare, otto stazioni in luoghi significativi: Help Center di Santa Maria della Strada, Centro Buon Pastore di Terra di Gesù. Inoltre luoghi di prostituzione, di bivacco, e in fine vicino alla fontana in Piazza della Repubblica, dove qualche anno fa mori Cristopher seduto su una panchina.
La Via crucis è stata caratterizzata dal silenzio, dall’ascolto e dalla condivisione della Parola con i fratelli più poveri.
I poveri e gli ultimi non hanno solo necessità di cibo che non manca, e ciò che si porta è anche troppo e superfluo. Ciò che manca è farli sentire persone normali perché lo sono, farli sentire protagonisti are con loro, mangiare insieme a loro, entrare in un negozio con loro e farli scegliere un capo di abbigliamento e non dare quello che a noi non piace più… i poveri non sono oggetti per avere visibilità, colmare i vuoti che ci si porta dentro, e non sono neppure un rimedio della psicoterapia. Come non sono strumenti da usare per avere finanziamenti e usarli male, per altri scopi e in maniera non trasparente. Così come non vanno usati per fare “carriera” ecclesiale.
Lunedì sera la Via Crucis in Stazione è stata la risposta profetica ad un servizio di assistenzialismo e puramente filantropo che non ha nulla a che vedere con la Carità e il servizio che il Vangelo ci suggerisce.
Alla preghiera era presente anche qualche fratello musulmano. Preghiera che è stata di stimolo di riconciliazione tra qualche fratello e sorella che vivono in strada. (da “Il Sycomoro”)
Prezioso il servizio della Polizia Ferroviaria e della Polizia Municipale sempre vicini alla realtà della Cappella della Stazione retta dai Frati Minori. Così come è preziosa la collaborazione con il Gruppo Ferrovie dello Stato e soprattutto con RFI.
Tantissimi i giovani e gli scout presenti.
La croce scandalo per i pagani, stoltezza per chi segue la logica del mondo ha unito ancora una volta fratelli e sorelle di diverse relata ecclesiali e sociali.
