Dopo l'ok del preside Romano all'utilizzo dell'Aula Magna della facoltà di Scienze Politiche, l'organo universitario superiore blocca tutto. Ma l'Udu (Unione degli universitari) non ci sta e spiega le proprie ragioni
Indignazione e rabbia tra i componenti dell’Unione degli universitari (Udu) per la revoca della concessione dell’aula in cui si sarebbe dovuto svolgere il dibattito “Precarietà, consumo e controllo sociale”, organizzato dalla Casamatta della Sinistra e a cui avrebbe preso parte Renato Curcio. La decisione, dopo l’ok del preside di Scienze Politiche Andrea Romano per l’utilizzo dell’aula Magna della facoltà, è stata “rivoluzionata” da quanto stabilito dal Senato accademico che, a seguito di una riunione d’urgenza, ha ritenuto preferibile non concedere nessuno degli spazi universitari per un “incontro pubblico” e non di carattere scientifico facilmente oggetto di strumentalizzazioni soprattutto nell’attuale fase di campagna elettorale.
Una notizia che ha scatenato inevitabili e prevedibili reazioni tra gli organizzatori dell’incontro, già ampiamente pubblicizzato con locandine comunicati stampa, e nel corso del quale erano previsti l’ interventi dei docenti Domenico varo e Tonino Perna, dei sindacalisti Cgil Lillo Oceano e Daniele David. La principale motivazione di disappunto da parte dell’Udu riguarda rispetto all’improvviso cambio di programma, riguardano proprio il fatto che esso sia stato annunciato a sole 24 ore dalla riunione. Questa mattina, di fronte i locali della facoltà di Scienze Politiche in programma una conferenza in cui l’Udu ribadirà le proprie ragioni rispetto ad una decisione considerata ai limiti della provocazione, chiarendo le ragioni alla base dell’organizzazione dell’incontro con Curcio.
