In 200 questo pomeriggio hanno pacificamente occupato la scalinata del rettorato per dire no all’accordo che garantirebbe al General Contractor l’utilizzo dei locali di Papardo. Ma l’Università precisa: “L’accordo tutelerà le nostre eccellenze culturali”
Università “blindata” in un afoso pomeriggio di luglio. Mentre ai piani superiori del Rettorato, “corpo” centrale dell’Ateneo Peloritano, si è svolta la riunione del Senato Accademico, sulle scalinate del cortile interno il popolo giovane dei No pontisti (all’incirca 200) ha sfoggiato striscioni e magliette colorate per esprimere netta opposizione alla firma dell’accordo tra Università ed Eurolink, General Contractor per la progettazione e l’esecuzione dei lavori della grande infrastruttura. Un accordo che, sulla base di quanto anticipato lo scorso mese di marzo sulla pagine di Tempostretto.it (vedi articolo correlato), permetterà alla società costituita dall’Ati guidata da Impregilo, l’utilizzo dei locali dell’incubatore d’imprese, sito a Papardo.
Un’ipotesi che i sostenitori del No Ponte considerano inaccettabile perché segno evidente della posizione “schierata” dell’Istituzione culturale dello Stretto a favore della grande opera, ma ancor di più perché, sostiene Rete No Ponte ,“si assisterebbe ad una doppia speculazione a danno dei beni pubblici: da un lato, la “rendita” che Sviluppo Italia (società a cui dal 2003 l’Università ha affidato i locali per ospitare nuove imprese e favorire la ricerca scientifica) si assicura degli affitti senza peraltro favorire realtà nascenti; dall’altro, il privilegio offerto ad Eurolink di poter insediare il suo centro direzionale a prezzi fuori mercato”.
E tuttavia il sit-in organizzato questo pomeriggio e soprattutto le ragioni ben espresse dai no pontisti, rischiano di rimanere lettera morta: secondo indiscrezioni provenienti dai corridoi dell’Ateneo, infatti, la firma della convenzione che garantirebbe ad Eurolink l’utilizzo dell’edificio universitario, sarebbe imminente. A tal proposito, l’Università ribadisce però il proprio ruolo specificando, così come dichiarato dal Rettore Tomasello (vedi correlato), che la convenzione non va interpretata come una plateale posizione dell’Ateneo a favore della grande opera ma come uno strumento utile a tutelare le “eccellenze” messinesi: l’accordo, infatti, “vincolerà” il General Contractor ad attingere, per eventuali necessità di studio e ricerca, ad i serbatoi culturali messinesi con priorità assoluta.
foto Daniele Chitè
