Via al processo d'appello per l'uomo che contagiò l'ex compagna, poi morta di Aids, tacendole la malattia
Via al processo d’appello per il così detto untore Aids. L’accusa ha sollecitato la conferma integrale della condanna di primo grado, poi la parola è passata agli avvocati di parte civile e al difensore dell’imputato, l’avvocato Carlo Autru Ryolo. La sentenza è attesa per il prossimo 19 marzo.
Il processo e la sentenza
La sentenza di primo grado oggi al vaglio dei giudici d’appello risale a metà dello scorso anno ed è arrivata dopo un processo “bis”, chiesto dalla Cassazione che aveva annullato il verdetto sulla scorta del caso dei così detti “giurati over 65″.
Il 13 giugno 2023 la Corte d’Assise ha condannato l’uomo a 22 anni di reclusione. L’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Roberto Conte aveva sollecitato la condanna a 25 anni di reclusione. La Corte aveva inoltre riconosciuto i risarcimenti alle parti civili, 150 mila euro, la sorella e i genitori della vittima, assistiti dagli avvocati Bonaventura Candido ed Elena Montalbano.
La vicenda
La storia della professionista ha colpito molto la comunità messinese: la vittima, un’avvocata molto conosciuta perché ha esercitato come ha vissuto, con generosità e umanità, e si è spenta dopo anni di atroci sofferenze, con la diagnosi di Aids arrivata soltanto troppo tardi. Dall’ex compagno ha avuto un figlio, oggi maggiorenne, che ha cresciuto col sostegno della famiglia.
