Il rebus del simbolo Pd tra scontro e barzelletta. A Barcellona ultimi tentativi per l'unità

Il rebus del simbolo Pd tra scontro e barzelletta. A Barcellona ultimi tentativi per l’unità

Rosaria Brancato

Il rebus del simbolo Pd tra scontro e barzelletta. A Barcellona ultimi tentativi per l’unità

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mercoledì 22 Aprile 2015 - 22:09

L'assegnazione del simbolo Pd a Milazzo e Barcellona sta diventando una guerra. Mentre a Milazzo il simbolo è a disposizione di Formica ma con ogni probabilità non sarà usato, a Barcellona si tenta l'ultima carta, quella dell'unità tra Turrisi e Munafò. In caso contrario andrà a Turrisi. Ma un Pd diviso porta acqua solo al mulino della Collica e c'è il rischio che la guerra del simbolo si trasformi in una barzelletta.

L’assegnazione del simbolo Pd a Milazzo e Barcellona sta diventando un rebus, anzi una vera e propria guerra.

Con l’avvento dell’era Renzi il simbolo del Partito democratico sta diventando più ambito di una bella donna, nella convinzione che il vento che fin qui ha spirato sin dalle Europee porti voti e fortuna a chi se lo vede assegnato. Ma nella Sicilia delle divisioni non è un’equazione scontata e a Messina dove da due anni il Pd non esiste neanche, la storia del simbolo è diventata un vero e proprio paradosso (vedi articolo allegato).

Non sono bastate una serie di riunioni alla presenza dei vertici regionali del Pd, voluti dal segretario provinciale Basilio Ridolfo, giustamente stanco di un immobilismo locale che nei fatti ha impedito la costituzione degli organismi di partito (compresa la direzione provinciale) per “sbrogliare la matassa” di Milazzo e Barcellona. Il primo caso è di più facile soluzione,perché, come chiarito domenica dallo stesso Raciti, il candidato ufficiale è Giovanni Formica ed a lui è stato messo a disposizione il simbolo. Ma Formica è quasi scontato che non lo utilizzerà perché il sindaco uscente Carmelo Pino, anche lui Pd, ha ventilato in questo caso un nuovo ricorso in Tribunale dopo il primo,vinto, per essere stato escluso dalle primarie. Quindi a Milazzo il “simbolo c’è ma non si vede…”, o meglio, non si vedrà e non potrebbe essere altrimenti visto che, al di là dei formalismi,i candidati tesserati Pd sono due. Il caso Barcellona necessità di altre ore per essere risolto. Non è esagerato a Barcellona parlare dello “strano caso” di un Pd che dapprima sfiducia il sindaco di sinistra Maria Teresa Collica ma dopo averla disarcionata non riesce a trovare il candidato in alternativa e si sfalda in mille rivoli. La truppa Pd si è infatti divisa tra Giusi Turrisi (sostenuto da 3 dei 4 circoli Pd), Carmelo Munafò (sostenuto da 1 circolo Pd) e Maria Teresa Collica (renziani e civatiani), mentre singoli consiglieri si stanno avvicinando a Roberto Materia (candidato dai Dr). Il casus belli è appunto il simbolo Pd, perché se Turrisi è appoggiato da gran parte dei circoli è pur vero che non è un tesserato Pd e che tra i supporter ci sono esponenti del centro-destra. Munafò invece è tesserato Pd ma è sostenuto da un solo circolo.

Un partito forte ed unito dopo aver votato la sfiducia al sindaco (mozione presentata dal centro destra) si presuppone che si sarebbe dovuto far trovare pronto alla competizione e soprattutto con un nome in alternativa. Invece le varie anime stanno correndo in ordine sparso rischiando di portare acqua solo al mulino della Collica. Una brutta gatta da pelare per i vertici del partito che si sono riuniti con i presidenti dei 4 circoli del PD alla presenza del segretario cittadino Francesco Russo, del segretario provinciale Basilio Ridolfo e del segretario regionale organizzativo Antonio Rubino.

“Nel contesto della riunione, caratterizzata da toni sereni e propositivi- si legge nel comunicato- e' stato chiarito che la volontà' delle segreterie regionale e provinciale e' quella di mettere a disposizione il simbolo del PD ad un partito unito in ambito locale. Per tale ragione i rappresentanti dei circoli presenti sono stati esortati a trovare le ragioni dello stare insieme e di pervenire ad una sintesi politica che consenta a tutti di riunirsi sotto il simbolo del PD”.

Il primo obiettivo quindi è quello di ricompattare il partito sotto un’unica bandiera ed un solo candidato,attraverso un’operazione che punta a ricucire gli strappi per poter arrivare più forti allo scontro dell’urna. Un Pd diviso, è evidente, porta acqua al mulino della Collica. Se vuol giocarsi la partita fino in fondo il Pd non ha alternative all’unità. Quindi nelle prossime ore si cercherà di ricompattare le fila ma in caso di fallimento il simbolo andrà a Turrisi perché sostenuto dalla maggioranza degli iscritti al partito (i circoli 2,3 e 4).

A conclusione dell’incontro il segretario cittadino Francesco Russo pur condividendo l’impostazione generale dell’analisi ha chiesto 2 giorni di riflessione per poter confrontarsi con il circolo 1, che appoggia Munafò su un’ipotesi di accordo con Turrisi. Nelle prossime ore quindi dovrebbe essere chiaro se il simbolo Pd unirà quel che fino a ieri si presentava diviso (sebbene renziani e civatiani siano comunque con la Collica) oppure se sarà assegnato a Turrisi in un clima di scontro interno al partito.

E mentre i casi Milazzo e Barcellona sono finiti all’attenzione del segretario regionale Fausto Raciti, su quel che ormai è un “sepolcro”, il Pd dello Stretto,tutto tace. Anzi, interpellato da Tempostretto sul caso Messina, proprio Raciti (che evidentemente ha dimenticato che la vicenda è sul suo tavolo da un anno, dal giorno stesso della sua elezione al vertice regionale) ha glissato, sostenendo che la priorità al momento sono le amministrative di Barcellona e Milazzo e che il “fascicolo” Messina verrà esaminato a urne chiuse, il che vuol dire a giugno. Tutto come da copione di una politica talmente vecchia da appartenere al neolitico. Ed è un peccato che in piena stagione Renzi solo Messina resti indietro di qualche secolo.

Tornando a Milazzo e Barcellona la guerra del simbolo da paradosso rischia di diventare una barzelletta che mette in discussione l’equazione Pd uguale vittoria. Con un partito diviso non è affatto detto che chi si “accaparra” il simbolo finisca davvero con il vincere le elezioni, nonostante l’effetto Renzi.

Rosaria Brancato

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