Unica Spa con tre rami aziendali, presentato il business plan per l’Atm

La strada da battere è quella indicata dai sindacati. Non ci sono più dubbi a Palazzo Zanca dove si è deciso di seguire le indicazioni arrivate dalle organizzazioni sindacali che avevano detto no all’ipotesi di “spacchettare” l’Atm e che piuttosto avevano prospettato la possibilità ci creare un’unica Spa con all’interno tre rami d’azienda per la gestione dei tre servizi fondamentali: trasporto, officine e parcheggi.

Oggi sindacati e vertici del Comune si sono incontrati di nuovo, la terza riunione in poco più di un mese, per continuare a discutere tutti insieme quale sarà il futuro dell’Atm e del trasporto pubblico cittadino. Oggi è stato il giorno del tanto atteso business plan, il piano industriale redatto dagli uffici di via La Farina e presentato dai commissari Croce e Spicuzza. Un documento che appunto prevede la ripartizione in tre rami aziendali per Tpl, Ztl e Officine più settore amministrativo, sotto l’egida di un’unica Spa. Nel documento vengono elencati quelli che dovrebbero essere costi, ricavi e preventivo fino al 2015, si parla di internalizzazione dei servizi, di una migliore gestione delle risorse che dovrebbero portare a fine 2015 utili per circa 500mila euro. Il Comune dovrebbe fare la sua parte, previsto un contributo di 21 milioni di euro l’anno. L’obiettivo che si prefigge il piano è riuscire a mettere in strada 60 bus (oggi la media è di 20 mezzi al giorno) e 9 tram. Se tutti saranno d’accordo e se il consiglio comunale approverà la delibera commissariale che dovrebbe seguire questo piano industriale la data di inizio fissata per la creazione della nuova società è il 1 aprile.

Non sono però del tutto convinti i sindacati. Per il segretario della Filt Cgil Pino Foti quello presentato oggi non basta per progettare un futuro vero. Pagine e pagine di numeri e dati che non fanno altro che fotografare l’azienda e in questa forma non troverà il sì del consiglio comunale. “Con la consegna dei dati il confronto si fa finalmente più concreto il sindacato ha chiesto solo qualche giorno per valutare il materiale consegnato ed eventualmente avanzare qualche proposta. Il problema non è mediare sul gradimento che qualsiasi progetto può suscitare nel sindacato o nell'amministrazione bensì quello di costruire una proposta concreta di un’azienda totalmente diversa che sa reggersi da sola e soprattutto un progetto che sia convincente per la città e per il consiglio comunale a cui, ricordiamo, spetta con apposito voto l'ultima parola. Servono segnali inequivocabili di discontinuità ed un vero approccio di impresa”.

Per Michele Barresi, Francesco Alizzi e Francesco Urdi' responsabili trasporti Orsa, Ugl e Cub Messina, “funziona di certo la politica dei piccoli passi e del confronto continuo con le parti sociali, ma il business plan presentato oggi per la New Co non è certamente quello che ci aspettavamo ed ha il sapore di una minestra riscaldata. Poco di nuovo viene programmato per un futuro rilancio delle attività dell'azienda che restano pressoché invariate rispetto alle attuali, si rischia di friggere sempre con lo stesso olio e temiamo la nascita di un progetto monco che non garantisca alla città il servizio di cui necessita e la creazione di un'azienda poco solida finanziariamente". Uno sguardo è rivolto naturalmente ai lavoratori. “Apprendiamo con favore che non siano stati previsti esuberi di personale , ma saremo intransigenti sul rispetto dei diritti acquisiti dei lavoratori pur restando disponibili a processi di riqualificazione e mobilità interne più volte proposti. E’ iniziata una fase tecnica con il Commissario Croce che attendevamo da tempo ed in cui la politica sarà chiamata a fare la propria parte al momento dovuto, ma senza inquinamenti e nella trasparenza di ogni scelta , il sindacato responsabile vigilerà sul percorso intrapreso" concludono Barresi, Alizzi e Urdì.