Unica Spa con tre rami aziendali, presentato il business plan per l'Atm

Unica Spa con tre rami aziendali, presentato il business plan per l’Atm

Francesca Stornante

Unica Spa con tre rami aziendali, presentato il business plan per l’Atm

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lunedì 18 Marzo 2013 - 14:24

Oggi a Palazzo Zanca nuovo incontro tra i vertici di Palazzo Zanca e i sindacati per discutere il futuro dell'Azienda trasporti. I commissari Croce e Spicuzza hanno presentato il nuovo business plan per la creazione della nuova società, perplessi però i sindacati.

La strada da battere è quella indicata dai sindacati. Non ci sono più dubbi a Palazzo Zanca dove si è deciso di seguire le indicazioni arrivate dalle organizzazioni sindacali che avevano detto no all’ipotesi di “spacchettare” l’Atm e che piuttosto avevano prospettato la possibilità ci creare un’unica Spa con all’interno tre rami d’azienda per la gestione dei tre servizi fondamentali: trasporto, officine e parcheggi.

Oggi sindacati e vertici del Comune si sono incontrati di nuovo, la terza riunione in poco più di un mese, per continuare a discutere tutti insieme quale sarà il futuro dell’Atm e del trasporto pubblico cittadino. Oggi è stato il giorno del tanto atteso business plan, il piano industriale redatto dagli uffici di via La Farina e presentato dai commissari Croce e Spicuzza. Un documento che appunto prevede la ripartizione in tre rami aziendali per Tpl, Ztl e Officine più settore amministrativo, sotto l’egida di un’unica Spa. Nel documento vengono elencati quelli che dovrebbero essere costi, ricavi e preventivo fino al 2015, si parla di internalizzazione dei servizi, di una migliore gestione delle risorse che dovrebbero portare a fine 2015 utili per circa 500mila euro. Il Comune dovrebbe fare la sua parte, previsto un contributo di 21 milioni di euro l’anno. L’obiettivo che si prefigge il piano è riuscire a mettere in strada 60 bus (oggi la media è di 20 mezzi al giorno) e 9 tram. Se tutti saranno d’accordo e se il consiglio comunale approverà la delibera commissariale che dovrebbe seguire questo piano industriale la data di inizio fissata per la creazione della nuova società è il 1 aprile.

Non sono però del tutto convinti i sindacati. Per il segretario della Filt Cgil Pino Foti quello presentato oggi non basta per progettare un futuro vero. Pagine e pagine di numeri e dati che non fanno altro che fotografare l’azienda e in questa forma non troverà il sì del consiglio comunale. “Con la consegna dei dati il confronto si fa finalmente più concreto il sindacato ha chiesto solo qualche giorno per valutare il materiale consegnato ed eventualmente avanzare qualche proposta. Il problema non è mediare sul gradimento che qualsiasi progetto può suscitare nel sindacato o nell'amministrazione bensì quello di costruire una proposta concreta di un’azienda totalmente diversa che sa reggersi da sola e soprattutto un progetto che sia convincente per la città e per il consiglio comunale a cui, ricordiamo, spetta con apposito voto l'ultima parola. Servono segnali inequivocabili di discontinuità ed un vero approccio di impresa”.

Per Michele Barresi, Francesco Alizzi e Francesco Urdi' responsabili trasporti Orsa, Ugl e Cub Messina, “funziona di certo la politica dei piccoli passi e del confronto continuo con le parti sociali, ma il business plan presentato oggi per la New Co non è certamente quello che ci aspettavamo ed ha il sapore di una minestra riscaldata. Poco di nuovo viene programmato per un futuro rilancio delle attività dell'azienda che restano pressoché invariate rispetto alle attuali, si rischia di friggere sempre con lo stesso olio e temiamo la nascita di un progetto monco che non garantisca alla città il servizio di cui necessita e la creazione di un'azienda poco solida finanziariamente". Uno sguardo è rivolto naturalmente ai lavoratori. “Apprendiamo con favore che non siano stati previsti esuberi di personale , ma saremo intransigenti sul rispetto dei diritti acquisiti dei lavoratori pur restando disponibili a processi di riqualificazione e mobilità interne più volte proposti. E’ iniziata una fase tecnica con il Commissario Croce che attendevamo da tempo ed in cui la politica sarà chiamata a fare la propria parte al momento dovuto, ma senza inquinamenti e nella trasparenza di ogni scelta , il sindacato responsabile vigilerà sul percorso intrapreso" concludono Barresi, Alizzi e Urdì.

8 commenti

  1. francotomasello 18 Marzo 2013 15:40

    tutte premesse per una catastrofe “annunciata”

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  2. X far funzionare bene un azienda di trasporto molte città del nord sanno già come si fá quindi prendere alcuni spunti molto semplici e metterli in campo. Prima di tutto ovviamente ci devono essere i mezzi, cercare di creare delle aree di sosta per la gente che deve prendere un mezzo pubblico, molto funzionali e con dei costi quasi gratuiti, fare molte zone del centro città prettamente pedonali in modo tale che il cittadino per poter raggiungere esempio il centro città prenda il mezzo pubblico, per chi si deve spostare dalla zona sud alla zona nord o viceversa mettere a disposizione dei bus che possano prendere la tangenziale senza passare dal centro città, incrementare ampi spazi per far si che la gente che abita nei villaggi collinari possa parcheggiare l auto e nello stesso tempo poter già trovare un bus per poter raggiungere immediatamente le parti centrali esempio un bus che faccia su e giù dall annunziata o viale giostra oppure San Filippo, gazzi insomma tutte quelle strade abbastanza lunghe che portano nella parte collinare della città, creare altre scale mobili e funzionanti nella parte via XXIV maggio che colleghi la circonvallazione ovviamente con accesso a pagamento tramite tessere magnetiche ricaricabili e funzionanti anche come biglietto per poter prendere un altro mezzo gestito dall azienda ATM. Tutto questo con pensiline in ogni fermata con orario previsto di arrivo del bus e tram, ancora pensiline su tutto il percorso delle scale mobili in modo tale da ripararsi dalla pioggia o dal sole nel periodo estivo. Far più corsie preferenziali per permettere i bus di non perdersi nel caos delle macchine impazzite e parcheggiate anche in terza fila o negli angoli, classico messinese che poi ha anche il coraggio di dire qui non funziona niente quando è il primo a non rispettare piccoli gesti normalissimi per essere quantomeno civile, CIVILE. Vedrete che la gente scenderebbe molto di più al centro per passeggiare nelle zone pedonali, vedrete che la gente sarà costretta a prendere il mezzo pubblico anche per andar solo alla posta. Dico ma ci vuole molto x organizzare una città a misura d’uomo? In fine rispondo alla gente che sicuramente mi dirà così? Ma che dici qui siamo a Messina e la gente prenderà la macchina e che qui è impossibile far una cosa normale, io rispondo che altre realtà sono diverse da noi perché alla gente hanno forzato il modo in cui vivere, se ti dicono che il centro e pedonale significa che il centro e pedonale quindi non puoi arrivare con la macchina e parcheggiarla nella parte pedonale come accade al duomo a parte destra del teatro. In altre parti non parcheggiano in tripla fila perché c e subito il vigile che fa la multa. Qui per veder un vigile bisogna aspettare il 15 agosto il giorno della vara. Capito??????????.

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  3. puzza di bruciato 18 Marzo 2013 19:13

    Cambia poco.. con la cessione di ramo aziendale, quello improduttivo, e con i canonici 24 mesi di tutela come da contratto nazionale, 24 mesi e un giorno le rimesse i pulitori meccanici ecc. ecc. saranno tutti a casa….. e non ho la sfera di cristallo solo che riorganizzazioni così le ho già viste….

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  4. Ma parliamo di una città in cui è stato stravolto il percorso origiario del tram per non intralciare la girata della vara? e i dipendenti saranno sempre 700? e con quali introiti questo magnifico business plan intende coprire i costi di gestione? Anche il più ignorante dei putiari, facendo le somme sul sacchetto di carta marrone della frutta con la penna che tiene sull’orecchio, è consapevole che fa acqua!

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  5. franco martino 18 Marzo 2013 21:31

    “il business plan presentato oggi per la New Co ….”,cavolo, ma questa è gente in gamba che sistemerà le cose in pochissimo tempo!
    Eppure l’ATM è un’azienda facilissima: da un lato le uscite (costi di gestione + personale), dall’altro le entrate costituite dal pagamento del biglietto da parte dei potenziali fruitori, il resto, se manca, bisogna stabilire chi lo sborsa. Ma i “potenziali fruitori” sapete quanti sono? Oppure brancolate nel buio e pensate che con quattro parole “da manager” si possa riuscire a sanare un’azienda fino ad oggi condotta in modo a dir poco stravagante.
    Speriamo bene, ma ci credo poco, anzi pochissimo.

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  6. ATM nelle mani dei sindacati : un “business danno” preventivato in 21milioni/anno per il Comune.
    Un business plan in cui il Comune paga annualmente 21.000.000 di euro mi sembra assurdo! I sindacati si sono trasformati da organizzazione a tutela dei lavoratori, contro i sopprusi dei datori di lavoro, in organizzazione patentata per la distruzione inesorabile dell’ Italia: a tutela del posto fisso a prescindere da qualsiasi considerazione economica. Gli stessi impiegati e dirigenti dell’ ATM che hanno distrutto la precedente azienda vengono ora premiati! Bisogna invece guardare a realtà migliori, piu’ ligie al senso del dovere, diversamente dal “furbo” messinese, ed in questo purtroppo mi metto anch’ io, come l’ ATM Milano dove addirittura la SPA guadagna 5100000 nel 2011 (è in attivo) senza caricare il Comune; rifacendo le stesse scelte positive, magari in piccola scala. Fin quando l’ impiegato saprà che “tanto paga il Comune”, non avrà alcuna volontà ne alcuna idea di partecipare ad un team. Bisogna fare concorsi per dirigenti ed assumere solo i migliori; concorsi per autisti; concorsi per meccanici, che sappiano il loro mestiere. Il numero deve essere quello razionale; fannulloni e delinquenti a casa. Acquistare bus elettrici e non rottami. Non ci sono solo i sindacati: dall’ altro lato ci dovrebbe essere il datore di lavoro, qui il Comune che dovrebbe pesare almeno in modo eguale. I cittadini dovrebbero ribellarsi : 250.000 cittadini contro 300 (spero che la metà sia invece onesta e lavoratrice) che dovrebbero andare a mungere da altra parte.

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  7. Piano industriale con 21 milioni a carico del Comune? Toto direbbe: ma mi faccia il piacere!!! e se continuiamo a gestire cosi male le parteciapate, il comune di Messina non ha scelta: dissesto, crisi…rovina…Svegliamoci, prima che sia troppo tardi!

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  8. soprusi rettifica

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