Gestione rifiuti, dieci anni di inchieste

Gestione rifiuti, dieci anni di inchieste

Alessandra Serio

Gestione rifiuti, dieci anni di inchieste

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venerdì 07 Febbraio 2014 - 23:23

Dagli arresti eccellenti alle assoluzioni, dalla compartecipazione alla gestione pubblica passando per le esternalizzazioni ed i contenziosi. Ecco come la Procura “fa le pulci”ai bilanci di Messinambiente

"Compie" dieci anni proprio in questi giorni il capitolo giudiziario che riguarda Messinambiente. Risalgono al 2004, infatti, le pagine più eclatanti degli accertamenti sulla società, su cui i fari della Procura non si sono mai spenti, di fatto. Tra il '98 e il 2004, infatti, il sostituto procuratore della Dda Ezio Arcadi ha portato a compimento l'inchiesta condotta su un doppio binario, penale e amministrativo. Da un lato gli accertamenti sulla contabilità portarono al commissariamento della società da parte del Tribunale, che ne affidò la gestione all'avvocato Antonino Dalmazio. Una gestione provvisoria, per un anno, seguita dalla riconferma della gestione allo stesso Dalmazio, se pur in nuova veste e con più ampi poteri. La sentenza di fatto metteva fine alla forma della partecipata, perché affidava i poteri ad un commissario ed estrometteva il socio privato, la ennese Altecoen dei fratelli Gulino.

Malata era infatti, secondo la Procura, la convezione tra Comune e socio privato, che finiva per triplicare i costi per il partner pubblico, configurando la società partecipata come una semplice scatola vuota, moltiplicatrice degli importi. Nello stesso anno il Gip Alfredo Sicuro rigetta le richieste di arresto avanzate dalla Procura per i vertici della società e diversi dipendenti e dirigenti. Tra gli indagati eccellenti, l'esponente Dc Giuseppe Astone, l'allora Governatore regionale Totò Cuffaro e l'esponente del Pd ennese, Mirello Crisafulli. Il Giudice dispone invece la sospensione temporanea dalle funzioni de tre dirigenti, il Presidente Sergio La Cava, nominato dal Comune, l'ad Antonio Conti e Francesco Gulino della Altecoen.

Due mesi dopo il Tribunale del Riesame da ragione alla Procura, sentenziando che almeno 10 degli arresti richiesti andavano eseguiti. Poco meno di un anno dopo la Corte di Cassazione conferma gli arresti e i tre, insieme ad altri due dirigenti e cinque esponenti mafiosi messinesi vanno in carcere, se pur per pochi giorni, visto il tempo trascorso dai fatti. L'indagine documentava tutti i problemi connessi alla gestione dei rifiuti: la manovalanza criminale tra i ranghi dei lavoratori, la sovrafatturazione del servizio, le pressioni sul consiglio comunale perché non rescindesse la convenzione con la società. Il processo finisce sette anni dopo, il 30 novembre del 2012, con l'assoluzione piena degli ex amministratori e dirigenti di Messinambiente e Altecoen dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.

Assoluzioni divenute definitive a maggio 2013. Negli anni successivi la Procura torna a più riprese ad occuparsi della vita della società, se pur per singole vicende. Dal contenzioso con l'Ato 3, che contesta le perizie in base alle quali Messinambiente chiede alla società d'ambito il pagamento dei crediti, alle denunce verso i dipendenti, alcuni dei quali vengono licenziati, passando per le dimissioni dello stesso Dalmazio.

Infine, gli accertamenti della Guardia di Finanza sull'IVA relativa agli ultimi tre anni e la recentissima acquisizione di atti da parte dei carabinieri, dopo il pesante dossier del consigliere comunale Zuccarello. (Alessandra Serio)

4 commenti

  1. MA VOI LO SAPETE CHE QUELLA GENTE ARRESTATA’E RIENTRATA ALLA MESSINAMBIENTE E CONTINUA ANCORA?

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  2. SIAMO PIU’ PRECISI CON I CITTADINI, DITE CHE IL PRIVATO NON ESISTE, E’ SOLTANTO IL COMUNE CHE PAGA CON I SOLDI DEL POPOLO, xxxxxxx LE CARTE PER DARE PARVENZA CHE MESSINAMBIENTE E ATO3 SIANO AZIENDE VINCITORI DI GARE D’APPALTO.
    L’APPALTO LO HANNO VINTO QUEI PSEUDOPOLICI PROTETTI DAI LORO STESSI POTERI, CONSENTENDOGLI DI ARRICCHIRSI A SPESE DELLA COLLETTIVITA’, PRESENTANDO IL CONTO CON LA TARES, OVVIAMENTE NON PER COLPA DI ACCORINTI.

    NE SONO CERTO CHE UN’AZIENZA PRIVATA NON FAREBBE MAI PASSARE DAL III ALL’VIII LIVELLO IN COSI’ POCO TEMPO E ASSUMENDO PERSONE SENZA AVERNE BISOGNO A SPESE DEI POVERI MESSINESI.

    COPIA INCOLLA CON AMAM CHE FA PAGARE L’ACQUA COME VINO.

    OVVIAMENTE PER CHI LA PAGA

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  3. ALLORA E’ VERO CHE LA PROCURA DI MESSINA NON FUNZIONA MA LE ALTRE PROCURE PERCHE NON INDAGANO SULLA PROCURA DI MESSINA E FANNO CHIAREZZA SULLA LEGALIA’ ??? SE ANCORA ESISTE, I SOLDI DELLA COLLETTIVITA’ NON SONO SOLDI!!!!
    SPERO SOLO CHE LA GIUSTIZZIA DIVINA ARRIVI IN OGNIUNO DI NOI E IN QUELLI CHE TRUFFANO PRIMA DEL TEMPO…

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  4. e chi l’ha detto che erano innocenti…….anche la giustizia a volte sbaglia guarda caso li hanno rimessi sempre li a xxxxxxxx ancora,ah ah ah………

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