Altro passo verso il dissesto: il Consiglio comunale boccia il contratto Amam

Tutto secondo copione: il Consiglio Comunale ha bocciato all’unanimità il contratto di servizio tra Amam e Comune. Convocato alle 20 ed iniziato poco prima delle 21, il Civico Consesso si è espresso sulla proposta di delibera contenente l’atto che avrebbe dovuto regolare i rapporti tra l’ente e la sua società partecipata: i 23 consiglieri presenti in Aula hanno respinto il provvedimento.

Palazzo Zanca dice, dunque, addio ai 15 milioni di euro annui che l’Azienda meridionale Acque avrebbe dovuto versare nelle sue casse come corrispettivo per l’utilizzo delle reti e degli impianti idrici oltre che per la sede che ospita la società a partecipazione comunale. Addio ai 15 milioni di euro l’anno e, quindi, addio al piano decennale di riequilibrio, che su quella previsione d’entrata (150 milioni di euro in 10 anni!) fondava il percorso di risanamento dell’ente, così come pensato dal commissario straordinario Luigi Croce e dal suo pool di esperti (Dalmazio, Tomasello, Montalbano e Saccà).

Il “no” dell’Aula non sorprende, anzi era del tutto scontato alla luce dei pareri negativi apposti all'atto sia dal Collegio dei revisori dei conti sia dal Collegio di difesa di Palazzo Zanca, che hanno evidenziato l'illegittimità della richiesta del corrispettivo annuo (vedi correlato). Adesso il dissesto è davvero ad un passo, anche se per avviare formalmente la procedura di fallimento del Comune si attenderà probabilmente il responso ufficiale della Sottocommissione ministeriale e della Corte dei Conti, che stanno esaminando il piano di riequilibrio. E’ ovvio, però, che senza il contratto di servizio con l’Amam viene a cadere l’impalcatura, già instabile, dell’intero documento, il quale doveva servire da ancora di salvezza per far arrivare in riva allo Stretto le risorse del Fondo di rotazione messo a disposizione del Governo nazionale (circa 50 milioni) e si è, invece, inesorabilmente trasformato in un buco nell’acqua. (Danila La Torre)