Warm conveyor belt: i flussi di aria calda e umida che ci portano le polveri sahariane

Warm conveyor belt: i flussi di aria calda e umida che ci portano le polveri sahariane

Daniele Ingemi

Warm conveyor belt: i flussi di aria calda e umida che ci portano le polveri sahariane

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giovedì 08 Aprile 2021 - 09:22

I vasti flussi di aria calda e umida che dalle latitudini tropicali e subtropicali tendono a risalire verso la fascia temperata

Ogni qual volta che soffia lo scirocco, o altri venti dai quadranti meridionali, come l’ostro o il libeccio, oltre alle solite nuvole basse che si ammassano (per “stau”) sui Peloritani, risalendoli da sud verso nord, il cielo spesso viene coperto da una densa copertura di nubi stratificate. Molto spesso dall’aspetto giallastro, che possono provocare delle deboli piogge “sporche”, miste a polveri desertiche provenienti dall’area sahariana. Queste nubi fanno parte dei cosiddetti “warm conveyor belt”, altro non sono dei flussi di aria calda e umida, che dalle latitudini tropicali o subtropicali tendono a risalire verso la fascia temperata e il Mediterraneo, inserendosi davanti le circolazioni depressionarie o le saccature (nel ramo ascendente di queste).

Inserendosi davanti il fronte freddo avanzante, generano un grande corpo nuvoloso, composto in prevalenza da nubi stratiformi. Man mano che salgono di latitudine questi flussi convogliatori di aria calda salgono a quote più elevate, spingendosi oltre i 5000-6000 metri di altezza, tramite delle lente correnti ascensionali (nubi stratiformi, non cumulonembi)che aspirano, oltre all’umidità, anche tanto pulviscolo desertico che colora di giallo il tappeto di nubi stratificate.

Nella parte avanzante prevalgono le nubi alte e sottili, ma progredendo in direzione del fronte freddo la nuvolosità diventa sempre più spessa. Lungo l’area di sovrapposizione con il fronte freddo vi è un elevata presenza di nubi temporalesche che si localizzano in corrispondenza del fronte freddo al suolo. Proprio in questo punto, specie durante l’inizio della stagione autunnale, si possono sviluppare temporali molto violenti, capaci di apportare intensi carichi precipitativi e grandinate.

Una prima classificazione delle “Warm Conveyor Belt” è basata sulla propria traiettoria rispetto al fronte freddo. Esse si possono suddividere in “Warm Conveyor Belt” di tipo “reaward” (retrograda rispetto al fronte freddo) o di tipo “forward” (in avanti rispetto al fronte freddo). “Warm Conveyor Belt” di tipo “reaward” (retrograda rispetto al fronte freddo); presenta un’ampia curvatura ciclonica, tendente a scorrere al di sopra del fronte freddo. Questo tipo di flusso convogliatore spesso porta le ondate di maltempo più importanti, che ci interessano dopo il passaggio di un fronte caldo ampio, accompagnato da venti umidi sciroccali nei bassi strati.

“Warm Conveyor Belt” di tipo “forward” (in avanti rispetto al fronte freddo); presenta un’ampia curvatura anticiclonica, tendente ad allontanarsi dal fronte freddo man mano che sale di latitudine e tende a sovrastare il fronte caldo, creando nubi alte, come i cirri, cirrostrati, cirrocumuli. Questo flusso convogliatore porta di solito molte nuvole alte, ma poche o scarse precipitazioni (anche per via della curvatura anticiclonica delle correnti in quota).

Classificazione dei vari tipi di “Warm Conveyor Belt” in base alle masse d’aria di provenienza

Sul bacino centro-occidentale del mar Mediterraneo possiamo suddividere ben tre differenti tipi di “Warm Conveyor Belt”, in base alle masse d’aria di provenienza. Andiamole subito ad analizzare:

Esempio di una vasta wcb d’origine subtropicale continentale

1) “Warm Conveyor Belt” d’origine sub-tropicale continentale; caratteristica dell’area mediterranea, sebbene in molti casi può raggiungere l’Europa centro-settentrionale, arrivando fino alla Scandinavia e alla Russia, specie se associata al transito del “getto sub-tropicale”. Essendo costituita da masse d’aria calde e molto secche, d’estrazione sub-tropicale desertica, tende a sollevarsi rapidamente, senza permettere di caricarsi di umidità durante il transito sul Mediterraneo. Ciò comporta una nuvolosità prevalentemente medio-alta (altostrati, altocumuli, cirrostrati) che solo a tratti risulta maggiormente consistente. Di conseguenza il livello di condensazione è molto alto, molto scarse sono le precipitazioni associate, incrementate localmente dall’orografia. Le nubi alte e sottili sono presenti in quasi tutto l’ammasso nuvoloso, tranne che nella parte interagente con il fronte freddo, dove si possono presentare pure cumulonembi temporaleschi, specie nelle “Warm Conveyor Belt” di tipo “reaward”. Sul messinese portano poche precipitazioni e tanto pulviscolo desertico.

2) “Warm Conveyor Belt” d’origine sub-tropicale marittima; sono caratteristiche del Mediterraneo centro-occidentale e molto spesso possono raggiungere l’Italia e l’Europa centrale. Si formano a ridosso delle coste atlantiche africane, nel tratto antistante il Sahara occidentale e il Marocco, per poi essere spinte dal “getto sub-tropicale” fin dentro il Mediterraneo centro-occidentale. Essa è costituita da nubi ben più consistenti, rispetto al modello sub-tropicale continentale, visto la presenza di aria calda e ricca di umidità risucchiata fin dalle basse latitudini atlantiche. All’interno delle “Warm Conveyor Belt” d’origine sub-tropicale marittima si possono celare vari temporali, specie nel settore dove quest’ultima interagisce con il fronte freddo. Sul messinese portano piogge e temporali poco prima o durante la rotazione dei venti, dai quadranti meridionali a occidentali.

3) “Warm Conveyor Belt” d’origine temperata delle medie latitudini; provengono dal medio Atlantico e si insinuano nel settore caldo di un ciclone extratropicale per tutta la sua lunghezza, sotto la spinta del “getto sub-tropicale”, in particolare quando è stirato verso l’Europa. In questo caso la “Warm Conveyor Belt” può muoversi in modo molto veloce, entrando sul bacino del Mediterraneo o attraversando l’intero continente, da ovest ad est. In questo tipo di “Warm Conveyor Belt” si ha una netta differenziazione tra nubi alte e basse lungo la parte centro-meridionale del corpo nuvoloso, la quale indica un’azione di separazione forzata fra il fronte freddo e la stessa “Warm Conveyor Belt”, ad opera della “corrente a getto”. Sul messinese portano in genere piogge moderate e diffuse che possono proseguire anche dopo la rotazione dei venti, dai quadranti meridionali a occidentali e settentrionali.

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