Forniture di carne "obbligatorie" e pizzo per 6mila euro: due arresti per estorsione

Forniture di carne “obbligatorie” e pizzo per 6mila euro: due arresti per estorsione

Redazione

Forniture di carne “obbligatorie” e pizzo per 6mila euro: due arresti per estorsione

sabato 27 Aprile 2024 - 07:22

La vittima un imprenditore della riviera ionica

TAORMINA – Un 48enne e un 80enne, quest’ultimo già condannato in passato per il reato di associazione di tipo mafioso, sono stati portati in carcere dai carabinieri della compagnia di Taormina su ordinanza del gip del tribunale di Messina perché ritenuti responsabili di estorsione aggravata dal metodo mafioso. I due, entrambi di Catania, sono stati trovati al termine delle indagini coordinate dalla Dda della Procura di Messina e condotte dai carabinieri di Taormina e delle stazioni di Sant’Alessio Siculo e Roccella Valdemone.

Tutto è partito lo scorso anno, dopo una denuncia presentata da un imprenditore a Sant’Alessio Siculo, vittima di estorsione. Da lì l’avvio dell’indagine e la scoperta di gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei due uomini. In particolare, hanno spiegato i carabinieri, dal 2019 i due uomini avrebbero costretto la vittima, all’epoca gestore di una catena di supermercati, a rifornirsi di carne presso un’azienda per cui lavoravano, così da garantirsi provvigioni sicure. E in seguito, quando l’imprenditore ha cessato la sua attività, il 48enne e l’80enne, sfruttando l’appartenenza di quest’ultimo al clan mafioso dei Laudani, avrebbero preteso somme di denaro in contanti, a saldo di un debito presunto e mai giustificato.

Estorti 6mila euro

I due indagati si sarebbero anche recati più volte a casa della vittima, spesso in prossimità delle feste, per estorcere denaro sotto minaccia dell’incolumità dei familiari o dell’imprenditore, o del danneggiamento di casa e automobile. Il denaro sarebbe stato recapitato anche a Catania, in un’occasione a casa di uno dei due uomini, ristretto ai domiciliari. Ci sarebbero stati anche messaggi minatori e contatti sui social anche con la moglie della vittima, per intimidirla. La somma estorta complessivamente sarebbe di 6mila euro, oltre alle forniture di carne.

Tra i reati contestati all’80enne, anche falsa attestazione sull’identità per essersi recato al Comune di residenza dell’imprenditore fingendosi avvocato, per farsi consegnare un certificato di residenza della vittima e scoprirne l’indirizzo. I due uomini sono adesso in carcere in attesa della sentenza definitiva.

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