Dalla raccolta dell'uovo fresco nel pollaio all'intreccio del cestino di pasta frolla: le tradizioni contadine spiegate ai più piccoli
Di Silvia De Domenico
MESSINA – “Perché questo dolce si chiama cuddura?” È stata la domanda più gettonata dai piccoli partecipanti al “Cuddura day”. Una giornata dedicata alla riscoperta di un’antica tradizione culinaria pasquale. Attraverso un percorso contadino che va dalla raccolta dell’uovo fresco nel pollaio, all’impasto della pasta frolla, per finire con l’intreccio del cestino.
“Conoscere la storia per crescere in maniera più consapevole”
“E’ così che le tradizioni continuano a vivere”, racconta l’ideatrice del laboratorio e imprenditrice agricola Marzia Villari. E continua: “Tramandare ai bambini la nostra storia permette di poter crescere in maniera più consapevole”. Il suo obiettivo, con il progetto Naturè, è proprio quello di trasmettere ai piccoli le tradizioni contadine e non solo. È sulle loro gambe che continua a camminare la nostra storia, o meglio nelle loro manine in questo caso. Si perché sono stati proprio i bimbi, aiutati dagli educatori, a realizzare con le loro mani il tradizionale dolce pasquale, per poi assaggiarlo ovviamente. A fare da cornice al laboratorio creativo è stata proprio la natura: una grande distesa di verde che si affaccia sul mare, gli alberi in fiore e i versi degli animali della fattoria di Villaré.

