REGGIO CALABRIA – Duro colpo alla cosca Piromalli, una delle più influenti articolazioni della ‘Ndrangheta: il Raggruppamento Operativo Speciale (ROS) dei Carabinieri, ha eseguito una vasta operazione su scala nazionale, portando all’arresto di 26 persone e al sequestro di beni per oltre 7 milioni di euro.
Le misure cautelari, disposte dal Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, sono state eseguite nelle province di Benevento, Lecce, Milano, Nuoro, Palermo, Reggio Calabria, Santa Maria Capua Vetere e Ventimiglia.
Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, riciclaggio, autoriciclaggio, detenzione illegale di armi, turbativa d’asta, favoreggiamento personale, trasferimento fraudolento di valori e altri reati, tutti aggravati dal metodo mafioso.
La nuova regia della cosca Piromalli
L’inchiesta, avviata nel 2020, ha ricostruito l’attuale assetto della cosca Piromalli, storicamente radicata nella piana di Gioia Tauro e da anni al vertice della ‘Ndrangheta calabrese. Secondo gli inquirenti, la direzione strategica e operativa del clan sarebbe stata affidata a Giuseppe Piromalli, classe 1945, noto come “facciazza”, e ai suoi fratelli Gioacchino (1934) e Antonio (1939).
In particolare, Giuseppe Piromalli, scarcerato il 10 maggio 2021 dopo 22 anni consecutivi di detenzione in regime di 41 bis, avrebbe ripreso il comando della cosca, riorganizzando i ruoli interni, ristabilendo il controllo sul territorio attraverso estorsioni sistematiche e manipolazioni delle aste giudiziarie per acquisire beni d’interesse mafioso o rientrare in possesso di beni confiscati.
Dalle indagini è emerso un articolato sistema di intestazioni fittizie di beni, con l’obiettivo di eludere le misure di prevenzione patrimoniale. I profitti illeciti, incassati quasi esclusivamente in contanti, venivano reinvestiti in attività imprenditoriali, in particolare nel settore agricolo, attraverso sofisticati meccanismi di riciclaggio e autoriciclaggio.
Il ROS ha eseguito un sequestro preventivo urgente di: 6 immobili, 16 appezzamenti di terreno, 3 imprese individuali, 2 aziende agricole, per un valore stimato di circa 3 milioni di euro.
Contemporaneamente, sono state eseguite due misure di prevenzione patrimoniali, per un ammontare complessivo di oltre 4 milioni di euro, nei confronti di Giuseppe Piromalli e del suo presunto braccio destro, Antonio Zito, oltre che dei loro nuclei familiari.
Le misure si basano su approfonditi accertamenti patrimoniali, che avrebbero fatto emergere una gestione unitaria dei beni e delle attività della cosca, operante come un’unica entità economica con condivisione e distribuzione dei proventi illeciti tra gli affiliati.
L’indagine conferma la persistente pericolosità sociale della cosca Piromalli e dei suoi vertici, capaci di riorganizzarsi rapidamente e di infiltrarsi nel tessuto economico legale anche dopo lunghi periodi di detenzione dei capi storici. Il sistema criminale documentato dagli investigatori del ROS dimostra una struttura ancora solida, in grado di condizionare il mercato e intimidire il territorio attraverso la forza dell’intimidazione mafiosa. Le operazioni, ancora in corso, potrebbero portare a nuovi sviluppi nei prossimi giorni.

Quando partirà il blitz contro lo stato mafia? Ahah