Il “Parco Trinacria” manterrà in vita la Triscele: parola di Faranda

Il “Parco Trinacria” manterrà in vita la Triscele: parola di Faranda

Il “Parco Trinacria” manterrà in vita la Triscele: parola di Faranda

Tag:

mercoledì 19 Ottobre 2011 - 14:53

L’impianto di via Bonino dovrebbe presto trasformasi in zona residenziale con dieci palazzine. Progetto pronto, si attende il cambio di destinazione del consiglio. Il gruppo imprenditoriale conferma la delocalizzazione, attesa tra i lavoratori e gli appassionati dei marchi

La Triscele continuerà a vivere e i siciliani continueranno a bere birra dell’Isola. Una parola data e che verrà mantenuta. Garantisce la famiglia Faranda, che a distanza di mesi dall’avvio della “crisi” in cui è piombata l’azienda, continua a confermare il progetto di rilancio del marchio che ha raccolto l’eredità dell’ormai forestiera Birra Messina. Il piano che filtrava nemmeno troppo nell’ombra sta per diventare realtà. Al posto dello stabilimento di via Bonino, in cui per anni si è prodotto, sorgerà un palazzo. Un passaggio propedeutico, ritenuto necessario per il gruppo imprenditoriale locale, per poter proseguire l’attività. Eppure tale fase ha dei risvolti non solo finanziari, ma anche sociali, che vanno evidenziati e condivisi.

IL PROGETTO prevede dieci palazzine per 350 appartamenti complessivi, “accompagnati” da una zona a verde che dovrebbe ricoprire circa il 40% dell’area interessata. La costruzione è affidato alla Gmc srl che fa riferimento agli imprenditori Cancelliere, Fleres e agli stessi Faranda. E’ il gruppo che sta costruendo lo stabile che potrebbe ospitare il Palazzo satellite del Tribunale di Messina. Il “Parco Trinacria” è servito ma potrebbe non decollare subito. Per avviare i lavori si attende infatti l’apposita delibera del consiglio comunale, che dovrà attribuire all’area la qualificazione B4c edificabile cancellando l’attuale destinazione prevista dal Prg (D1 attività produttive). I Faranda pressano, anche perché hanno dalla loro una sentenza del Tar mirata ad adattare l’area in cui ancora oggi permane l’ex stabilimento Triscele a quella in cui sta per sorgere il residence “I Granai” (ex Molini Gazzi). Nonostante i solleciti però, dal civico consesso non sono arrivata le attese risposte.

LA PROMESSA, come dicevamo, è legata all’operazione edilizia. Quando andrà in porto, gli imprenditori rispetteranno gli accordi presi con i quarantatre lavoratori, con i sindacati e con la città. Dentro-fuori. Per i Faranda, «soltanto l’allocazione degli impianti di produzione e imbottigliamento, ormai vetusti, della birra in un diverso sito più idoneo per un industria, dotato di nuove tecnologie e, quindi, realmente efficiente e competitivo, possa restituire essenziale linfa vitale all’iniziativa imprenditoriale». Strategie realizzabili con i “proventi” della costruzione. Per la delocalizzazione degli impianti, un’idea porta al trasferimento nella Valle dell’Alcantara, ma non è la sola possibile. Intanto i dipendenti si trovano in cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale dall’1 giugno 2011. Il sostegno al reddito attivato ha la durata di dodici mesi e scadrà dunque la prossima estate. Loro, come agli amanti dei marchi Birra del Sole, Patruni e Sutta e Trinacria, non possono che attendere e sperare che tutto si risolva in tempi brevi, dando fiducia alla famiglia Faranda che già nel 2007 dimostrò sensibilità e “messinesità” rilevando lo stabilimento dall’Heineken, ad un passo dal baratro. Poi il lancio dei brand, che pian piano si erano riusciti ad affermare conquistando buone fette di mercato, oggi nuovamente occupate da prodotti “stranieri”.

RESIDENCE CELESTE? Per ora no, ma mai dire mai dopo “I Granai” e il “Parco Trinacria”. Al di là dell’opportunità o meno di chiamare così i complessi edilizi, non si esclude che il prossimo spazio che dovrà lasciarsi “prendere” dal cemento sia lo storico impianto sportivo di via Oreto. Tranquilli, è solo una provocazione. Gli ultimi lavori effettuati dal Città di Messina escludono, per il momento, tale opportunità. Eppure, un eventuale stato di abbandono dello stadio, perché non dovrebbe portare l’amministrazione comunale ad inserire lo stesso tra i propri beni alienabili? E perché no, dare il via all’’autoparco village?. Ironia a parte, va accettato che quella parte della città non più essere contemplata come esclusiva zona industriale. Una valutazione che però genera un’altra riflessione: costruire al centro, costruire sulle colline: chi comprerà tutte queste abitazioni? Bisogna fare delle scelte. Ma è un discorso troppo più ampio.

3 commenti

  1. rossetti mariano 19 Ottobre 2011 16:41

    IO mi domando: ma in una città che ogni anno perde centinaia di residenti a chi li venderanno tutti questi nuovi appartamenti?

    0
    0
  2. ALESSANTROTERZO 19 Ottobre 2011 20:36

    nn leggero mai piu tempostretto
    siete schiavi di questi ……..
    sono solo dei +++++ e di messina nn gli importa

    0
    0
  3. io penso: lavoro ce n’è sempre di meno, molte aziende chiudono o si trasferiscono. ma chi cazzo se le deve comprare ste palazzine o sti appartamenti?

    0
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007