A Torregrotta un convegno sulle nuove tecniche di cura per il cancro alla prostata

A Torregrotta un convegno sulle nuove tecniche di cura per il cancro alla prostata

Salvatore Di Trapani

A Torregrotta un convegno sulle nuove tecniche di cura per il cancro alla prostata

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mercoledì 26 Novembre 2014 - 15:46

Il Dottor Antonino Iannello, in occasione del convegno tenutosi questo 22 Novembre presso l’aula consiliare del Municipio di Torregrotta, illustra le più innovative e sicure tecniche di cura del cancro alla prostata. Durante l’incontro sono state presentate le nuove tecnologie utilizzate in ambito medico che, ad oggi, vedono nel robot “Da Vinci” la loro massima espressione. Non sono mancati poi approfondimenti sul tema dell’epidemiologia e dell’importanza di una diagnosi precoce.

A Torregrotta si parla di medicina e chirurgia robotica. Svoltosi questo 22 Novembre presso l’aula consigliare del Municipio di Torregrotta, il convegno dal titolo “Il cancro della prostata e la chirurgia robotica” ha visto la partecipazione del Dottor Antonino Iannello, dirigente medico in servizio presso il reparto di urologia dell’ospedale San Giovanni di Roma. Durante l’incontro si è discusso dell’epidemiologia, delle cause, dei sintomi e dell’evoluzione della neoplasia prostatica, ribadendo il ruolo fondamentale della diagnosi precoce. Non si è mancato poi di illustrate le più innovative tecniche d’intervento che, ad oggi, prevedono l’utilizzo di robot i quali, tramite piccole incisioni addominali, sono in grado di operare senza che sia necessario un intervento a cielo aperto. Si è poi discusso ampiamente del più avanzato modello di robotica introdotto in campo medico, il robot “Da Vinci”.

“La chirurgia robotica è quella che consente all’ operatore di eseguire un intervento chirurgico manovrando a distanza un robot capace di eseguire solo manovre comandate – spiega il dottor Iannello – Fino a poco tempo fa i pazienti, dovendo affrontare un intervento per cancro della prostata, non avevano molta scelta riguardo il tipo di procedimento chirurgico. L’unica opzione chirurgica era rappresentata dalla prostatectomia radicale a cielo aperto, che lasciava ai pazienti lunghe cicatrici ed effetti collaterali: eccessiva perdita di sangue ed emotrasfusioni, dolori, lunghi soggiorni ospedalieri, infezioni postoperatorie e riduzione delle loro attività. Il maggior rischio – continua Iannello – era rappresentato dalla possibilità di perdere il controllo della vescica (e quindi divenire parzialmente o completamente incontinenti) e della funzione sessuale, con il rischio di impotenza a causa del danno dei fasci vascolo-nervosi che decorrono vicino alla prostata. Negli ultimi anni abbiamo assistito alla comparsa nel panorama medico di numerosissime innovazioni che hanno permesso di fare cose che fino a pochi anni fa sembravano impossibili. L’ introduzione della chirurgica robotica ha radicalmente cambiato il modo di fare chirurgica. Ad oggi il sistema più famoso di prostatectomia radicale robotica disponibile è il robot “Da Vinci”, attraverso il quale si evita l’ incisione chirurgica tipica dell’approccio “a cielo aperto”, in quanto l’ intervento viene eseguito attraverso strumenti chirurgici che entrano nel corpo del paziente attraverso alcuni “trocars”, piccoli tubicini cavi, attraverso incisioni addominali di 1cm. Il chirurgo controlla il robot “Da Vinci” seduto davanti ad una consolle, con l’ausilio di un “joystick” dal quale comanda il movimento dei bracci robotici. Dentro i bracci robotici sono inseriti strumenti operativi chiamati polsi ruotanti (EndoWrist) che consentono di raggiungere luoghi del corpo umano difficili altrimenti, incidere e suturare con precisione. Il sistema robotico “Da Vinci” include inoltre una telecamera doppia che permette al chirurgo una visione tridimensionale (profonda e ad alta definizione del campo operatorio), ed una visione magnificata (ingrandita 15-20 volte). Ovviamente, un chirurgo che vede meglio, opera meglio. Il tremore naturale delle mani viene eliminato da un filtro elettronico che assicura un controllo degli strumenti, stabile e sicuro. La tecnica – assicura il medico – non toglie “manualità” rispetto al contatto diretto col paziente, in quanto le braccia robotiche posso ruotare di 360 gradi, essere mosse in ben 7 direzioni e con 90 gradi di articolazione. Tutto ciò garantisce una manovrabilità estremamente accurata, millimetrica e movimenti più fini e ampi della mano umana soprattutto durante i passaggi più delicati. I gesti ridimensionati sono progettati per consentire una maggiore precisione rispetto alla chirurgia a cielo aperto o laparoscopica”.

Dall’intervento del dottor Iannello si evince come la robotica, in ambito medico, riesca efficacemente a superare gli ostacoli rappresentati da un operazione chirurgica manuale. La tecnica robotica, inoltre, viene tutt’oggi applicata anche alla chirurgia generale e vascolare, alla cardiochirurgia, alla chirurgia ginecologica, alla chirurgia toracica, alla chirurgia otorinolaringoiatrica, alla chirurgia pediatrica e urologica. Ad oggi risultano eseguiti circa 1.500.000 interventi tramite l’utilizzo di questa tecnica e i numeri sembrano aumentare. Che sia l’inizio di una nuova epoca in cui sarà la tecnologia a farla da padrone in ambito medico?

Salvatore Di Trapani

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