Blitz e analisi organolettiche: caccia ai “furbetti dell’olio extravergine”

Blitz e analisi organolettiche: caccia ai “furbetti dell’olio extravergine”

Sara Faraci

Blitz e analisi organolettiche: caccia ai “furbetti dell’olio extravergine”

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mercoledì 13 Febbraio 2013 - 19:08

La Coldiretti ha già iniziato ad effettuare le prime campionature per accertare l’effettiva provenienza geografica dei prodotti venduti. La nuova legge estende infatti il reato di contraffazione anche a questi casi e impone nuove sanzioni

E’ guerra senza esclusione di colpi ai contraffattori dell’olio made in Italy. Un’iniziativa alla quale dà il via la Coldiretti e che fa tesoro della normativa sulla qualità e trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini, recentemente varata e pubblicata appena pochi giorni fa.

Si tratta di una raffica di blitz, in parte già effettuati dall’associazione, che raccolgono campioni di bottiglie d’olio di differenti dimensioni e fasce di prezzo al fine di sottoporle a controllo. Le analisi, effettuate da laboratori pubblici, verificheranno l’effettiva corrispondenza dal punto di vista chimico e organolettico tra quanto dichiarato in etichetta e quanto poi effettivamente attestato.

E’ senza dubbio un forte scossone agli imperi finanziari delle grandi lobby industriali che difatti non si sono certo risparmiate nell’esercitare forti pressioni politiche affinché la legge che dà l’ok ai controlli random non fosse approvata.

“Sarà possibile una più efficace difesa degli oli d’oliva dei nostri territori” – ha detto soddisfatto Giuseppe Piccolo, presidente della Coldiretti che ha fortemente sostenuto le innovazioni legislative a favore della tolleranza zero nei confronti dei millantatori di false indicazioni geografiche dei prodotti alimentari. L’allusione soddisfatta è alle nuove misure sanzionatorie studiate proprio per ergersi a deterrente delle patologiche dinamiche di mercato.

A consegnare nelle mani dei produttori locali utili strumenti di difesa contro le grosse aziende è l’iniziativa di estendere il reato di contraffazione di indicazioni geografiche a chi fornisce in etichetta informazioni non veritiere sull’origine. Accolta con plauso anche l’introduzione di sanzioni aggiuntive tra le quali l’interdizione da attività pubblicitarie per spot ingannevoli.

Si cerca di svelare, dunque, il mistero per cui alcuni oli, pur qualificati come prodotto di determinate aree geografiche, sono venduti a prezzi stracciati, spesso inadeguati persino a coprire i costi di manodopera richiesti dalla semplice raccolta delle olive.

“Le anomalie saranno denunciate alle autorità di controllo – ha poi aggiunto Lorenzo Cusimano, direttore della Coldiretti di Messina – le quali, grazie all’entrata in vigore della nuova legge, devono intervenire con ispezioni e analisi documentali nelle aziende coinvolte”. Viene quindi intessuta una rete a maglie strette volta ad ostacolare gli illeciti propositi di tutti quei “furbetti dell’extravergine” – come lo stesso Piccolo li ha voluti definire.

Provvedimenti che arginano un potenziale, gravissimo danno alla produzione olearia del Paese. Pochi ma eloquenti i dati che illustrano la preponderanza del settore in questione all’interno dell’economia italiana: il consumo nazionale di olio è di circa 14 chili a testa per un fatturato che si aggira intorno ai due miliardi di euro, con un impiego di manodopera che raggiunge i 50 milioni di giornate lavorative. Tutto ciò in un paese, l’Italia, che è il secondo produttore mondiale di olio di oliva e che, grazie ai suoi 250 milioni di piante e a una produzione di oltre mezzo milione di tonnellate, garantisce 40 diverse tipologie di oli extravergine d’oliva Dop/Igp. (Sara Faraci)

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