Oneri concessori, vince la linea dell'amministrazione. Aliquote più basse e divise per zone

Oneri concessori, vince la linea dell’amministrazione. Aliquote più basse e divise per zone

Francesca Stornante

Oneri concessori, vince la linea dell’amministrazione. Aliquote più basse e divise per zone

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martedì 07 Ottobre 2014 - 17:05

Con 17 voti favorevoli e 2 astenuti, il Consiglio comunale ha approvato la delibera con cui l'amministrazione Accorinti rimodula la mappa degli oneri concessori. Dal 75% di aliquota si scende massimo al 60%, con divisioni precise in base alle zone della città e premialità per chi costruisce in determinati modi.

Fino ad oggi Messina ha avuto gli oneri concessori più alti della Sicilia. Oltre il 50% in più rispetto a città come Palermo e Catania, aumenti che in città hanno toccato punte del 300% dopo la delibera del 7 marzo 2013 targata Luigi Croce che aveva fatto schizzare gli oneri concessori alle stelle. Durissime sono state le proteste che si sono sollevate da più parti, in primis naturalmente dagli ordini professionali che hanno temuto un ulteriore colpo mortale al settore dell’edilizia.

Da oggi però si cambia musica. Il Consiglio comunale ha approvato il provvedimento con cui l’amministrazione Accorinti rimodula la ripartizione degli oneri concessori, cioè quell’importo da versare al Comune per ottenere il permesso di costruire. Con 17 voti favorevoli, due astenuti e nessun contrario, la delibera ha ottenuto il via libera, dopo una lunga seduta durata circa 6 ore, un dibattito finalmente costruttivo, tante idee e proposte, un sano scambio di opinioni tecniche e politiche. Dopo le ultime sedute all’insegna delle polemiche, del caos, del nervosismo, delle assenze e degli scontri, oggi l’aula si è ricomposta. Basso il numero dei presenti, ma chi c’era ha contribuito ad un confronto che ha portato ad un risultato condiviso da tutti, senza divisioni partitiche.

Eppure i vari gruppi hanno provato a incidere in qualche modo sulla delibera iniziale. Sette gli emendamenti presentati, il gruppo Pd ha provato a modificare le aliquote per ridurre i costi di costruzione nelle zone collinari e andare incontro alle tante famiglie che magari proprio in quei territorio hanno dei terreni che potrebbero destinare alla costruzione di case per i loro figli in contrasto invece Gino Sturniolo ha tentato di aumentare l’aliquota per le zone collinari, rinomatamente a rischio idrogeologico, Nina Lo Presti ha addirittura provato a smontare totalmente la delibera dell’amministrazione, proponendo di tornare alle aliquote massime in quanto il Comune è ancora in pre-dissesto. Tra le modifiche anche l’idea Lo Presti-Sturniolo di destinare il 10% di gettito degli oneri all’abbattimento delle barriere architettoniche e la riduzione del 25% dell'aliquota per le ristrutturazioni, dell'assessore De Cola invece l'ipotesi di un costo del 30% in più per chi costruisce in zone non urbanizzate. Lunga discussione, qualche incomprensione con la dirigente Cotroneo e con il ragioniere generale Cama per i pareri rilasciati che hanno costretto l’aula ad una sospensione, alla fine però degli emendamenti neanche uno ha trovato un esito positivo. Tutti bocciati dalla stessa aula che li aveva proposti, proprio sulle modifiche il Consiglio si è naturalmente diviso in base alla provenienza delle modifiche proposte.

Il clima però è rimasto sereno e alla fine ha vinto la linea e l’operato dell’assessore all’Urbanistica Sergio De Cola, promotore di questo provvedimento, che risale allo scorso mese di aprile. L’amministrazione Accorinti, dopo il lavoro di una commissione creata ad hoc, aveva esitato questa nuova mappa degli oneri concessori, soprattutto alla luce dell’andamento degli incassi che in questo 2013 ha visto un forte decremento. Per tutti questi mesi però la delibera era rimasta ferma in attesa del voto in Consiglio comunale per rispettare la legge che impone ai Comuni la regolarizzazione entro il 1 Gennaio di ogni anno.

La revisione degli oneri concessori, relativi alle opere di urbanizzazione e ai costi di costruzione per insediamenti residenziali, artigianali, commerciali e industriali, è avvenuta tenendo in considerazione una diversa e articolata variazione del contributo legata non solo alla destinazione d’uso e alle zone omogenee del Prg, ma anche all’effettiva collocazione dell’immobile all’interno del territorio comunale, al fine di non penalizzare le aree con minor valore economico e le fasce di cittadinanza più deboli.

Vediamo nel dettaglio come cambiano le tariffe. L’aliquota, fissata precedentemente al 75%, viene adesso ripartita in modo diverso in base alle aree della città: zona centro, 65%; zona di frangia, 55%; riviera nord, 60%; riviera sud, 50%; zona dei villaggi e colline, 45%; per le zone omogenee "C" l'aliquota da applicare è pari al 60%.

Premialità con riduzione del 25% sull’aliquota applicata nelle varie zone per promuovere il risparmio energetico attraverso l'utilizzo di tecniche costruttive, anche di bioedilizia, che determinino una specifica classe energetica (minimo classe A) o la riduzione del rischio sismico attraverso l'utilizzo di nuove tecnologie antisismiche (adozione di sistemi di isolamento e dissipazione) o di strutture progettate in classe di duttilità alta.

“Vado via contento perché c’è stato un dibattito serio e costruttivo, prima in commissione e poi in Consiglio, nonostante la complessità di questa materia. Gli uffici hanno lavorato duramente per riuscire a rimodulare nel modo più equo possibile queste aliquote, senza creare squilibri nei bilanci comunali. E’ ovvio che lo studio continua sul Piano regolatore generale e chiedo a tutti la massima collaborazione per progettare una città condivisa” ha detto alla fine l’assessore De Cola che ha incassato un sì all’unanimità (Abbate,Amata, Carreri (Pdr), Adamo (SiAmo Messina), Crifò e Parisi (Forza Italia), Faranda (Ncd), Fenech e Risitano (CMdB), Lo Presti, Sturniolo, Russo (Gruppo Misto), Gioveni (Udc), Iannello, Pagano, Sindoni, Zuccarello (gruppi Pd). Astenuti solo la presidente Barrile e Cantali del gruppo Felice per Messina.

Prossima seduta fissata per martedì 14 ottobre alle 10.

Francesca Stornante

2 commenti

  1. Sono nuovamente in partenza,questa volta in aereo per abbracciare i nipotini milanesi,viaggiare è diventato un lusso,tutto in Italia è un lusso,anzitutto il LAVORO.Internet ci da la possibilità di comunicare e di seguire,come sto facendo,la fiducia al Senato sulla delega al governo per cambiare le regole sul LAVORO messe in piedi dalla mia generazione.Gli interventi dei senatori in un’aula quasi vuota non sono entusiamanti,parlano di una delega di cui non conoscono i contentuti,probabilmente neanche lo stesso Matteo Renzi.Sono preoccupato per i miei figli,i miei nipotini,i giovani messinesi,gli italiani.L’Italia è come una famiglia con un debito di €2.107,a causa di esso è costretta a pagare annualmente €95 di interessi passivi.Questa famiglia annualmente ha ENTRATE pari a €700 e una SPESA di €727,quindi è costretta ad indebitarsi,per cui aumenta verso l’alto l’andamento degli interessi sul debito.A questa preoccupante situazione si aggiunge la pretesa dell’Unione Europea a ridurre annualmente il debito,di conseguenza la famiglia sarà costretta a ridurre la SPESA in un contesto in cui le sue ENTRATE sono stagnanti,i giovani figli sono disoccupati.Come si fa ad essere ottimisti con Matteo Renzi promotore di riforme economiche deboli,lontane dal rimuovere le vere cause:la carenza di liquidità,il costo eccessivo del denaro,del lavoro,delle tasse,della burocrazia e della politica.

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  2. Sono nuovamente in partenza,questa volta in aereo per abbracciare i nipotini milanesi,viaggiare è diventato un lusso,tutto in Italia è un lusso,anzitutto il LAVORO.Internet ci da la possibilità di comunicare e di seguire,come sto facendo,la fiducia al Senato sulla delega al governo per cambiare le regole sul LAVORO messe in piedi dalla mia generazione.Gli interventi dei senatori in un’aula quasi vuota non sono entusiamanti,parlano di una delega di cui non conoscono i contentuti,probabilmente neanche lo stesso Matteo Renzi.Sono preoccupato per i miei figli,i miei nipotini,i giovani messinesi,gli italiani.L’Italia è come una famiglia con un debito di €2.107,a causa di esso è costretta a pagare annualmente €95 di interessi passivi.Questa famiglia annualmente ha ENTRATE pari a €700 e una SPESA di €727,quindi è costretta ad indebitarsi,per cui aumenta verso l’alto l’andamento degli interessi sul debito.A questa preoccupante situazione si aggiunge la pretesa dell’Unione Europea a ridurre annualmente il debito,di conseguenza la famiglia sarà costretta a ridurre la SPESA in un contesto in cui le sue ENTRATE sono stagnanti,i giovani figli sono disoccupati.Come si fa ad essere ottimisti con Matteo Renzi promotore di riforme economiche deboli,lontane dal rimuovere le vere cause:la carenza di liquidità,il costo eccessivo del denaro,del lavoro,delle tasse,della burocrazia e della politica.

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