Dieci ore di dibattito, tra tensioni e sospensioni. Alla fine l'Aula salva Accorinti

Dieci ore di dibattito, tra tensioni e sospensioni. Alla fine l’Aula salva Accorinti

Francesca Stornante Rosaria Brancato Danila La Torre

Dieci ore di dibattito, tra tensioni e sospensioni. Alla fine l’Aula salva Accorinti

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mercoledì 15 Febbraio 2017 - 16:34

Tempostretto ha seguito in tempo reale la seduta consiliare, iniziata alle 17.30, con pochissimo ritardo rispetto alle previsioni e conclusasi all'alba, alle 3.30 del mattino. Non sono mancati i momenti di tensione, le sospensioni e i disaccordi in aula

IL DIBATTITO

Alle 3.33 la presidente Barrile ha letto l’esito del voto: con 23 favorevoli, 5 astenuti e 10 contrari la mozione di sfiducia non è accolta. Dagli spalti sono esplosi gli applausi, i cori, e gli accorintiani hanno cantato Bella ciao ai consiglieri che pian piano uscivano di scena.

Favorevoli: Adamo, Amata, Consolo, Carreri, Contestabile, Crifò, Crisafi, Cucinotta, Faranda, Gioveni, Interdonato, Mondello, Perrone, Rizzo, Russo, Santalco, Scuderi, Sindoni, Sorrenti, Sottile, Trischitta, Zuccarello.

Contrari: Abbate, Burrascano, Caccamo, Cardile, De Leo, Fenech, Gennaro, Iannello, Rella, Risitano.

Astenuti: Barrile, David, Pagano, Parisi, Vaccarino

All'una e 35 i lavori sono stati sospesi dopo l'ennesimo momento di tensione. Per tutto il pomeriggio infatti i sostenitori di Accorinti, dagli spalti hanno continuato ad applaudire gli interventi a favore del sindaco e contestato chiunque "osasse" criticare l'operato dell'amministrazione. Cori da stadio e striscioni che alla fine hanno fatto saltare i nervi quando, durante l'intervento della sindoni il pubblico si è girato di spalle suscitando l'ira del capogruppo FI TRischitta che è intervenuto a difesa della collega. I lavori sono stati sospesi, i vigli hanno provato a riportare la serenità nella tribunetta riservata al pubblico e la presidente del consiglio ha minacciato di continuare i lavori a porte chiuse. I lavori sono ricominciati alle 2

Gaetano Gennaro, Pd: io ritengo legittime tutte le posizioni espresse in Aula. Sono d'accordo con molti consiglieri, come con la mia capogruppo Antonella Russo. il bilancio dell'azione amministrativa è insufficiente. Le premesse che hanno portato a questa esperienza amministrativa facevano intravedere un percorso diverso rispetto a quanto poi è accaduto. Da Accorinti ci si aspettava quella rivoluzione culturale che invece non abbiamo visto. Un anno fa la mozione aveva un fondamento e mentre le prime firme apposte venivano fuori da un'analisi fatta, l'ultimo percorso ha visto una serie di questioni personali che nulla hanno a che fare con l'analisi precedente. Ci sono regole del gioco e la regola dice, chi vince amministra fino alla fine.

Ivana Risitano cmdB "il dialogo non è mai venuto meno, come dimostra la presenza degli assessori alle numerose commissioni. Non è vero che c'è stato isolamento istituzionale. Non è vero che c'è un sindaco scarso ed una giunta scarsa. Non è così. E non è neanche vero che c'è un clima di odio sociale. Il conflitto fa parte della vita e di questo periodo storico. Ci si accorge del clima di rabbia solo quando c'è qualcuno che reagisce alle provocazioni. Gli atti votati da quest'Aula non sono stati atti votati ad Accorinti, ma alla città. Le cose sono state fatte, dal numero degli autobus triplicato alla raccolta differenziata, alle isole ecologiche, ai bandi per i servizi sociali

Fabrizio Sottile, F.I "Sono amareggiato per le modalità di questa sfiducia, perchè al momento non ci sono idee chiare sul futuro, ma il bilancio di quest'amministrazione è negativo. Quando si porta in Aula la sfiducia è il fallimento della politica, è un'intera classe dirigente che ha fallito. Quanto a lei signor sindaco ha fallito proprio sul piano umano, perchè non ha mai operato per la pace ma per la divisione. Lei da Giletti ha detto "con certa gente non voglio avere a che fare". Lei non ha operato per l'unione ma per la divisione. Alcuni assessori hanno cercato la partecipazione e la condivisione. Una domanda che adesso mi pongo è: quando lei ha annunciato la riduzione delle indennità degli assessori e sua cosa pensava? Ha incassato più di 280 mila euro, mi chiedo, non è che, visto che si usa tanto, ha fatto una polizza intestata a me in mia insaputa?

Pietro Iannello, Pd "un sindaco può essere sfiduciato secondo me solo dal voto dei cittadini a fine mandato, a meno che non si siano verificati fatti gravi. Ci sono ancora numerose inadempienze è vero, e molti dei risultati che lei vanta sono frutto di quanti sono venuti prima di lei. La gestione delle partecipate non sempre è andata bene, come per Messinambiente. Anche la nuova società, Messinaservizi rischia di essere una scatola vuota. Il suo atteggiamento spesso è stato poco corretto nei confronti del consiglio comunale. Ad un anno dalla fine del mandato lei non ha fatto molto, ma non voglio darle alibi. e' artefice del degrado attuale ma ritengo che debbano essere gli elettori a decidere con il voto

Simona Contestabile Progressisti Democratici "Finora è sembrata quasi una raccolta di punti come al supermercato. Con la raccolta delle firme abbiamo consentito ad Accorinti di fare quello che gli riesce meglio: la vittima, il martire. Il mio silenzio è stato un gesto di rispetto nei confronti dei messinesi. Il mio silenzio non è una moneta di scambio. La mozione è servita per dirci in faccia anche tra di noi quello che pensiamo.Il clima che si è registrato finora è stato d'intolleranza. La sua onestà, signor sindaco, non le è bastata per ben amministrare per non dire del fatto che ha cambiato 5 assessori. L'incapacità di amministrare è andata di pari passo ultimamente con l'arroganza. Nelle ultime settimane il sindaco ci ha abituato agli spot dimenticando che qualsiasi cosa ha fatto è sempre frutto del lavoro di quellicheceranoprima. I messinesi hanno votato Accorinti al ballottaggio per protesta, non perchè hanno sposato il suo programma. Lei signor sindaco ci ha abituati alla sua presunzione ma questa non è politica"

Maurizio Rella Cmdb: "Messina è stata per anni negli ultimi posti in classifica, vittima del clientelismo. L'amministrazione ha rappresentato l'incarnazione della voglia di cambiare dei messinesi ed ha svolto il suo ruolo con pazienza e umiltà. Non sempre il bene della città è stato messo da quest'Aula al primo posto, auspico che la sfiducia non passi. Nessun inciucio, solo l'interesse della città.

Donatella Sindoni Grande Sud: "Mai come oggi sento il peso di una decisione che pesa come una sconfitta per tutti. Non basta una maglietta a fare un rivoluzionario, non bastano gli slogan per amministrare. Il sindaco si costituisce parte civile contro i consiglieri, ma poi, al momento del bisogno, quando vuole votate le delibere, fa ipocriti appelli ai suoi 40 consiglieri e alla pace. Sui

rifiuti, sui servizi sociali, è sotto gli occhi di tutti lo stato dei fatti. Potrei ricordare anche che all'Atm, grazie a quanto fatto dall'ex sindaco Genovese, avete acquistato gli autobus. Poi si sono fatte le assunzioni con la società interinale ma la stranezza è che sono stati assunti molti figli di personale già assunto dall'azienda, questo perchè l'amministrazione Accorinti non usa metodi clientelari……

Daniele Zuccarello Gruppo Misto: "Non continuerò con questo sfogatoio, voglio ricordare solo che ho firmato la prima mozione di sfiducia nel novembre 2015 e la seconda nel luglio 2016 con i colleghi Udc. Sono stato al suo fianco sindaco nella battaglia ai tir, o in quella per l'isola pedonale o ancora quando abbiamo presentato le denunce su Messinambiente. In questi giorni sto ascoltando troppi slogan, come quello del palagiustizia, che invece porterà il Comune a pagare risarcimenti milionari. Le ultime fasi della sfiducia, con la corsa a presentare le firme mi è sembrato un modo da parte di alcuni colleghi per strumentalizzare la mozione facendo un ricatto politico, magari alla vigilia delle elezioni regionali. io direi invece ai miei colleghi, dimettiamoci in 21, così si scioglie il consiglio e lasciamo quest'amministrazione da sola fino a fine mandato. La giunta non avrà più ostacoli nè alibi, noi potremo costruire un'alternativa.

Cecilia Caccamo: Cambiamo Messina dal basso: "Nel giugno 2013 ha fatto la sua rivoluzione, nel suo piccolo. Il motto era quello di una lista civica, Cambiamo Messina dal basso, e che si è tradotto in qualcosa di nuovo e diverso. Quel cambio culturale auspicato oggi lo tocchiamo con mano. In questi anni moltissimi messinesi hanno partecipato come volontari per pulire le spiagge, le zone a verde, gli spazi. Abbiamo visto i messinesi partecipare, la strada è stata in salita. Abbiamo fatto errori e ce ne scusiamo ma avrebbero dovuto chiedere scusa a noi altri che sono venuti prima di noi.

Nicola Cucinotta, Progressisti democratici: «Domattina tutti continueremo a stare in questo Palazzo. Abbiamo assistito al commissariamento di fatto della capogruppo del Pd e alla decisione del centrodestra di non sfiduciare Accorinti. In questi anni Accorinti ha utilizzato la sindacatura per promuovere la sua persona. Doveva riportare la città verso il rispetto delle regole, aveva promesso di promuovere il dialogo tra i partiti politici, quando in realtà si è dimostrato il frutto di un inciucio della peggiore specie. Non ha mai rappresentato nessuno, oggi siamo al capolinea e siamo chiamati a prendere una decisione sofferta».

Claudio Cardile con il suo intervento ha palesato la rottura in casa Pd: «Ho riflettuto a lungo e ho tratto le mie riflessioni. Ho ascoltato tutti, sia all’interno del mio partito che fuori. In tanti hanno detto di non dare all’amministrazione la possibilità di sfruttare le risorse del Masterplan. Io sono estraneo a queste macchinazioni. La politica messinese negli ultimi anni non ha certo spiccato per cose positive. Io sono sempre rimasto fedele al mio partito ma su certe scelte rivendico autonomia. E’ irreale affermare che nulla è stato fatto di buono, immaginate le difficoltà ad affrontare un commissariamento? Siete sicuri che Accorinti non beneficerebbe di questa sfiducia?Non avete notato che in tutti i sondaggi i cittadini vogliono che il sindaco porti a compimento il suo mandato? Comandano i partiti o i cittadini? Non si può non tenere in considerazione come questa mozione sia nata, dopo 7 mesi una firma alla volta, con molta suspense, in diretta tv come a volersi mostrare. Non possiamo permetterci di creare un danno alla città e per questo voterò no alla sfiducia».Piero Adamo, SiAmo Messina: «A settembre 2015 presentai con il mio gruppo politico sulla sfiducia e riparto da lì. Era composto da venti punti e credo che in larga parte siano aumentati. Nasce quando per me questa amministrazione aveva esaurito la spinta che l’aveva portata a governare. Momenti come la battaglia sul cavalcavia, le fasi dei servizi sociali, il corto circuito sul waterfront con l’Autorità portuale, il nulla sul turismo e la cultura tranne per questi 6 mesi dell’assessore Ursino, la questione delle scuole, sui rifiuti una gestione fallimentare. Questa amministrazione è stata eletta sulla spinta di un fortissimo cambiamento, ma quella spinta è stata svilita dalla presunzione soprattutto del sindaco. Accoranti ha avuto la capacità di dividere e lacerare la città, da pacifinto è sempre stato convinto di essere l’unico portatore del bene e dei valori. Questa è l’amministrazione che ha tolto i tornelli e ha chiuso le porte. I cittadini avevano mandato questo sindaco per fare le scelte che la politica non riusciva a fare, si potevano fare scelte forti in discontinuità con il passato. Mi auguro che questa mozione possa passare».

Carlo Cantali, Felice per Messina: «Non è necessario ricordare le tante inadempienze ma non posso non evidenziare il richiamo al dialogo più volte negato, alimentando quel sentimento di sfiducia da parte della gente. Il quadro politico che emerge è desolante. I risultati tanto sbandierati non sono attribuibili a questa amministrazione»Pippo De Leo, gruppo misto: «Una sfiducia si può comprendere solo se ci sono motivi gravi che la motivano. Vi rendete conto che a sfiduciare questo sindaco lo fanno coloro che erano già qua dentro quando c’era un sindaco che se n’è fregato della città. Questa amministrazione ha commesso tanti errori ma sicuramente non può risolvere le questioni più gravi. Andava fatto il dissesto».Libero Gioveni, Centristi per la Sicilia: «Caro Renato ti do del tu e così evito anche di chiamarti sindaco. Chi ti parla è quello del cero votivo, quello che ti ha fatto i conti in tasca visto che avevi promesso che ti saresti ridotto lo stipendio, quello che ti ha chiesto di realizzare il dormitorio pubblico per i senzatetto che hai portato a termine senza però fare mai riferimento alle proposte che venivano dall’aula. A inizio legislatura mi ero esposto invitando tutti i gruppi politici alla collaborazione, ma oggi voterò la sfiducia perché sono Libero non solo di nome ma anche di fatto. Non ho né padrini né padroni, condivido la scelta politica del mio gruppo. Messina è morta, i nostri concittadini hanno perso la cosa più importante che un uomo possa avere: la speranza». Alle 22.41, dopo i capigruppo, via agli interventi dei singoli consiglieri.

La capogruppo del Pd Antonella Russo: «Dopo il voto di oggi nulla sarà come prima. O stasera si costruisce un percorso di cambiamento vero o si continua a campare. Se dovessi fare l’elenco di tutti coloro che si sono defilati via via dichiarandosi delusi del suo percorso amministrativo, degli esperti che hanno abbandonato la nave della pace, dovrei avere più tempo per il mio intervento. Come mai si sono sentiti traditi dalla sua politica? Erano i veri sostenitori della politica di chi voleva cambiare Messina dal Basso. Cosa penserebbero i veri sostenitori del sindaco degli accordi con i partiti, delle riunioni convocate nottetempo con i presidenti di quartiere? Nella scelta tra restare e andare cosa scegliereste al posto nostro? Se di resa dei conti si tratta lo vedremo con il voto che ci accingiamo ad esprimere, non vorrei che la mancata nomina dell’assessore al Bilancio debba essere letta in ottica patto. Ha deriso il presidente Renzi quando andava accompagnato per mano dai renziani alla Leopolda siciliana. Mi sarei aspettata un atteggiamento di chi la corazzata la combatte, non facendo accordi con i partiti sottobanco. Il voto di stasera dev’essere finalizzato al bene della città. Cosa dire sulle politiche finanziarie? Siamo stati gli ultimi in Italia con il bilancio 2015, avete detto che i conti sono risanati ma è stato l’ennesimo spot. Sul piano di riequilibrio avevamo un Accorinti contestatore in campagna elettorale e un Accorinti amministratore che salva la città con le parole. La gestione delle partecipate passa da un’Amam in cui avete messo un presidente che non si è più scollato dalla poltrona e che non ha saputo gestire l’emergenza idrica. Messinambiente è a un passo dal fallimento ed ecco che si applaude alla MessinaServizi senza sapere nulla di come questo servizio sarà gestito, né sul piano economico, né su quello operativo. Nei servizi sociali siamo all’anno zero». Lunghissima la rassegna dei fallimenti di questa amministrazione fatta dalla capogruppo Pd che ha soprattutto voluto fare luce sulle “bugie” di questi anni e sugli annunci spot. «Dopo avere governato a furia di slogan adesso gli alibi sono finiti, siete la prova del fallimento di una rivoluzione che non abbiamo visto né dal basso, né dall’alto».

Alle 22 fa il suo ingresso in aula anche l’assessore Daniela Ursino.

Dopo il sindaco, la parola al capogruppo Pdr Nino Carreri: «Sin dal primo giorno il gruppo che mi onoro di rappresentare ha dato fiducia a questa amministrazione, non lo abbiamo votato ma ce lo siamo ritrovato. Una fiducia obbligata, ma il nostro è stato un atteggiamento di fiduciosa attenzione. Troppe coincidenze nel 2013 hanno spostato 30 mila voti durante il ballottaggio. I consiglieri sono stati additati pubblicamente dal sindaco come reietti, burattini, mafiosi, forse per mantenere quel ruolo di condottiero. All’amministrazione trasparente che si intratteneva fino a notte fonda si intratteneva con questi consiglieri si è sostituita l’amministrazione ideologica attorniata da quel gruppetto di adepti che impone le proprie scelte. Proprio su una di queste, l’isola pedonale, si è frantumato un rapporto che fino a quel momento aveva dato dei frutti. Il sindaco ha scoperto il suo animo oscuro di guerrafondaio e pacifinto. Chi si scandalizza della posizione che abbiamo assunto dovrebbe ripercorrere la storia di questi quattro anni. Chi in piazza ha detto “o noi o la mafia” dovrebbe rendersi conto che quegli stessi consiglieri oggi potrebbero consentire all’amministrazione Accorinti di proseguire sulla sua strada. Noi dalla sfiducia non abbiamo nulla da raccogliere, non abbiamo nulla da spartire. Lei, signor sindaco, ha seminato solo per lei, non per la città. Oggi questa mozione di sfiducia probabilmente tardiva è l frutto dell’aver seminato spine ovunque. Abbiamo creduto nella sua pace ma ha messo guerra ovunque. L’odio che ha caratterizzato questi anni ha lacerato un tessuto sociale già compromesso. La sfiducia ce la chiede la gente, siamo qui coerentemente e costantemente. Si aprirà una nuova pagina che speriamo sia fatta di una rottura vera delle dinamiche familistiche che hanno caratterizzato la gestione della città in questi ultimi 4 anni. Per amministrare l’onestà è la pre-condizione. Andiamo avantie affrontiamo il futuro con serenità. Avrei voluto darvi il tempo per completare per completare la cronaca di questo disastro. Noi comunque non avremo nessun timore a confrontarci anche tra un anno perché siamo sicuri che farete peggio. Avete ignorato i consigli comunale e di quartiere per quattro anni, i cittadini delle periferie e parlate di patto di fine mandato. Siamo qui per sfiduciarvi».

Alle 21 l’intervento del sindaco Renato Accoranti che ha parlato per 45 minuti in mezzo agli applausi e all’acclamazione dei suoi sostenitori (vedi articolo a parte).

Alle 20.45 prende la parola la capogruppo accorintiana Lucy Fenech: «I colleghi hanno dichiarato tante falsità ma non mi metterò a ribattere all’elenco della spesa. Oggi mi sono passati davanti tre anni e mezzo di un’esperienza vissuta con grande entusiasmo e fatica. Questo voglio che sia il momento di un esame di coscienza generale. Voglio tornare a parlare a cuore aperto riprendo le parole di Paolo Borsellino che usai il primo giorno in quest’aula e che parlava di amore in ciò che si fa Il consiglio comunale, incapace di vedere, ha cercato tutte le argomentazioni per avvalorare un divorzio che era nell’aria da tempo ormai. Accorinti ha aperto le porte a questo consiglio dicendo dal primo giorno di avere 40 consiglieri comunali e questo atteggiamento lo ha tenuto per tutto il tempo. A fronte di qualche uscita dai toni più alti si è preso migliaia di insulti da questo consiglio comunale. Penso che non sia facile riprendere un rapporto che si porta dietro tre anni e mezzo di crisi. Circa 3500 persone hanno firmato la fiducia al sindaco. Questo è il momento della raccolta dei semi che abbiamo seminato mettendoci la vita per tre anni e mezzo».

La parola al capogruppo di Forza Italia Pippo Trischitta, fortemente contestato dal pubblico soprattutto quando è tornato a snocciolare i numeri dei rimborsi del sindaco Accorinti per le missioni: “Sono consigliere dal 2003 e mai ritengo di aver fatto nulla di illegale. E’ onesto un sindaco che si presenta in tutte le tv e sui giornali annunciando di rinunciare all’indennità e di rimettere quelle degli assessori e non lo fa? Questa giunta è stata sostenuta anche da me in atti amministrativi che ho ritenuto nell’interesse della città». Trischitta ha passato in rassegna tutti quelli che considera i fallimenti di questo sindaco, dall’abbandono degli spazi pubblici, alla gestione delle scuole, rifiuti, passando per la Casa di Vincenzo, la crisi idrica, l’immagine del sindaco in maglietta o con la coperta. «Darò a tutti una copia del programma del sindaco, ci sono 69 punti e ne ha realizzati solo 2. Con quale coraggio Accorinti si è potuto candidare a sindaco? Lei in ogni caso ha perso»

ALLE ORE 20.10 HANNO FATTO IL LORO INTERVENTO 7 CAPIGRUPPO. L’AULA RESTA AFFOLLATISSIMA ANCHE SULLA TRIBUNA CHE CONTINUA A SCANDIRE CON APPLAUSI E PROTESTE.

Giuseppe Santalco, capogruppo di Felice per Messina: «Tendenzialmente le legislature vanno completate. Tuttavia il legislatore ha dato uno strumento di democrazia che anche nel caso di elezione diretta del sindaco i consiglieri abbiano la possibilità di ritenere che l’attività amministrativa non sia tale da garantire lo sviluppo della città. Senza la politica di alto profilo una società e un Comune non possono fare passi in avanti. Nell’ultimo quadriennio non si è dato voce alle aspettative della città, c’è stato un vuoto nella programmazione. L’avvio della sfiducia rappresenta il momento di sintesi e conclusione. A causa di Gettonopoli il sindaco ha sempre espresso parole di indegnità nei confronti dei consiglieri emettendo sentenze di condanna. Quegli stessi consiglieri che mai hanno fatto mancare il loro voto su delibere fondamentali. I voti dei consiglieri quando sono serviti non puzzavano di indegnità. Se oggi potete fare i bandi per i servizi sociali è perché noi abbiamo votato i bilanci. Nessuno ci può rimproverare di aver agito in maniera pre-concetta. Scellerate scelte amministrative hanno portato a disastri come la gestione rifiuti. Emblematico il fallimento del risanamento, basta guardare a via Taormina. Il piano di riequilibrio che doveva essere il fiore all’occhiello si è rivelato uno specchietto per le allodole, ad oggi non abbiamo notizie dal Ministero. E’ fallito ance il tentativo del sindaco di chiedere l’allungamento trentennale del piano. Caro signor sindaco il suo continuo richiamo all’onestà è un’offesa nei nostri confronti. Non possiamo più continuare con una divisione tra buoni e cattivi, angeli e demoni. Sono in tanti a chiederci di certificare il loro malcontento. E’ vero che non c’è un nome alternativo, ma un’idea alternativa c’è. Non tutto è perduto. Per fugare ogni dubbio e dare contezza al richiamo del sindaco e della giunta verso un patto di fine mandato occorre valutare come dare forma a questa forma di collaborazione. Siamo all’epilogo finale ma sono aperto ad un’apertura di credito. La mano tesa non è stata stretta dal sindaco e dal vicesindaco Cacciola. Se nella replica il sindaco non riterrà di instaurare un costruttivo dialogo con i capigruppo in prospettiva di un percorso condiviso avrò la coscienza a posto e quindi la sfiducia diverrebbe per me l’unica strada percorribile, altrimenti sono pronto a proseguire nel mio ruolo di consigliere comunale».

Benedetto Vaccarino ha parlato a nome dei tre genovesiani Carmelina David e Francesco Pagano: «Siamo contrari alla sfiducia, questo è il momento storico più sbagliato per sfiduciare l’amministrazione. Voglio dire a scanso di equivoci che il nostro leader ci ha lasciato liberi da condizionamenti. Noi anteponiamo gli interessi della città a quelli personali. Auspichiamo un netto cambiamento di rotta ma non potendo sostenere una sfiducia concordata tra partiti ci asterremo.»

Pio Amadeo, capogruppo di Sicilia Democratica: «Il sindaco è qui perché è stato eletto dai cittadini e devono essere loro a fine mandato a decidere se ha amministrato bene. Non voglio fare di lei un martire. La stagnazione di idee e la totale continuità con quelli che c'erano prima costituiscono l'essenza dell'amministrazione Accoranti. Manca totalmente un’idea di città. Se ci fossero stati i partiti lei sarebbe tornato a correre all'ex Gil alla scadenza dei due anni. No mi piacciono i salti nel buio, non possiamo permetterci altra improvvisazione. Invito le forze sane della città a farsi avanti, a non aver paura di sporcarsi le mani e a riappropriarsi della città.

Applaudito più volte l’intervento di Carlo Abbate, un clima da stadio che è sfociato in un botta e risposta tra la presidente Barrile e il pubblico, fino ad arrivare ad una nuova sospensione dei lavori: «Non mi unirò alla recita della giugulatorie sui problemi della città. Non sono d’accordo con questa mozione di sfiducia. Non ci sono state riunioni preparatorie a questo, non c’è stata nessuna intesa sulla strada che si poteva percorrere. Oggi il vero problema è che la politica è lontana dai cittadini e a questo purtroppo contribuisce un atteggiamento demagogico populistico. Dico ai gruppi che hanno presentato questa mozione che qui si è giocata una guerra, un sindaco deve dimostrare fino alla fine se è riuscito nel suo intento. In Renato Accorinti abbiamo sempre visto un avversario. Ad un anno dalla scadenza naturale cosa significa una mozione di sfiducia? Continuare una guerra guerreggiata. I partiti devono riprendersi il proprio ruolo, ma un ruolo autentico, non devono cibarsi del populismo di cui è impregnata questa mozione. La politica deve dire la verità e la verità è che i problemi di questa città sono difficili da risolvere. Vorrei che qualcuno si alzasse e dicesse che ha la soluzione in tasca. Da che pulpito viene questa mozione? Potevo anche accettare una mozione di sfiducia ma che non doveva essere monca come quella attuale. I cittadini devono e vogliono sapere tutto. Da chi presenta una mozione i cittadini devono sapere come si continua, ci doveva essere una coalizione, un programma, un leader, un uomo che impersonava questo. Per esempio nel dire che Messinambiente non funziona dovremmo dire anche come farla funzionare.

Elvira Amata, che fino a pochi giorni fa si era chiaramente espressa per il no alla sfiducia, ha totalmente stravolto la sua posizione con un intervento molto critico: «Questa mozione di sfiducia è arrivata tardiva. Questo consiglio comunale ha spesso tolto le castagne dal fuoco all’amministrazione, votando bilanci all’ultimo secondo, salvando in calcio d’angolo gli stipendi dei dipendenti delle partecipate. Non c’è stato alcun confronto con i consiglieri sulle scelte per la città. Sono state fatte sempre all’interno di quel cerchio magico in cui si è chiuso dall’inizio. Quantomeno non è nostra la responsabilità del disastro di questa città. Nessun segnale di apertura verso un consiglio che è sempre stato pronto a votare gli atti amministrativi importanti. Unico settore migliorato è stato l’Atm grazie al direttore Giovanni Foti. Ma un solo risultato positivo non può bastare a coprire lo sfacelo generale».

Dopo cinque minuti per placare gli animi il dibattito è ripreso con l’intervento della consigliera Ncd Daniela Faranda: «Siamo convinti sostenitori di questa mozione di sfiducia, ci abbiamo riflettuto forse troppo a lungo sperando che le cose cambiassero. Questo è un momento difficile. La mozione di sfiducia è uno strumento di democrazia, la democrazia non può essere usata a proprio uso e consumo. Troppe volte abbiamo assistito a reazioni scomposte, ci avete definito irresponsabili. Non fate passare Messina per una città di ladri e corrotti. Ho sentito parlare di accordi sottobanco, diktat, accuse che per noi cadono nel vuoto. Avete diviso la città tra buoni e cattivo, creando fazioni e conflitti. Noi abbiamo raccolto gli umori di cittadini ed elettori, anche vostri, delusi e arrabbiati. Anche loro hanno raccolto le firme, ci hanno sollecitato a presentare questa mozione che non è stata dettata da convenienze del momento. La strada percorsa fin qui è stata costellata da ricatti morali e improvvisazione, bere o affogare sempre. Questo consiglio ha votato atti importantissimi, uomini e donne, non burattini, che le hanno permesso di restare incollato su quella sedia. Quanti l’hanno abbandonata durante questo percorso? Due consiglieri, tanti esperti, si è domandato perché invece di mettere sempre sui consiglieri la maglia dei cattivi? La politica tanto contestata è la stessa alla quale avete fatto appello ogni volta che avete avuto bisogno di interloquire con i Ministeri, salvo poi dimenticarvi di loro quando sono stati raggiunti i risultati. Molti risultati li state ottenendo solo grazie al lavoro delle amministrazioni precedenti, ma si chiama solo continuità amministrativa e avete cercato di rimediare ad errori che avete fatto solo grazie al Masterplan perché avevate perso fondi importanti. L’elenco dei “non fatto” è lunghissimo su tutti i fronti. Signor sindaco lei non ha saputo essere il sindaco di tutti. Tutto ciò si sarebbe potuto evitare, volevamo una città normale. La fiducia la si merita e a nulla serve il fumo negli occhi con provvedimenti dell’ultimo minuto. Per noi il tempo è scaduto».

Alle 18.14 sono 36 su 40 i consiglieri presenti in aula.

Assenti: Pagano, Iannello, Amadeo, Sottile, La Paglia, Burrascano, David, Mondello

Il primo intervento del dibattito è toccato al capogruppo dei Centristi per la Sicilia Mario Rizzo, proponente della mozione di sfiducia insieme alla collega Ncd Daniela Faranda. Un intervento interrotto più volte dalle prime proteste del pubblico in tribuna: «L’aspetto più importante di un mandato elettivo sia programmare lo sviluppo attraverso un percorso concreto politico e gestionale. Tutti gli enti locali sono in difficoltà economiche ma proprio per questo dovrebbe essere fondamentale saper guardare all’esterno. A Messina non si è vista traccia di progetti di svilupo. Non mi risulta che il sindaco dopo i suoi viaggi per l’Italia abbia portato progetti o risorse. Incomprensibile la decisione di smantellare l’Ufficio Programmi Complessi. Manca un progetto più coraggioso su politiche economiche, commerciali e produttive. Voglio sottolineare la mancata presentazione delle cicliche e dovute relazioni annuali utili a comprendere le strategie attuate e da attuare. Solo spot e slogan. Totale assenza di fronte alle richieste partite da quest’aula, per esempio per il futuro dell’area fieristica. E’ emersa un’improvvisata politica gestionale nell’affrontare tutte le problematiche della città. Ad oggi dopo quattro anni basta guardare strade e spazi pubblici per vedere il fallimento del programma elettorale di questa amministrazione. Mancanza di interventi nella pulizia dei tombini, mancata concertazione per la cura dei litorali, nessuna azione contro l’ambulantato selvaggio, scarsa gestione dell’illuminazione pubblica, titubanza nella gestione dei problemi delle scuole. Messina è ancora invasa dalle baracche, sul tema finanziario non possiamo ignorare le pesanti dichiarazioni dell’ex assessore Luca Eller. Come nei migliori spot televisivi si parla puntualmente del Masterplan come la soluzione di tutti i problemi. La progettazione del Porto di Tremestieri e di via Don Blasco sono il frutto del lavoro delle precedenti amministrazioni. L’amministrazione ha operato più di un rimpasto al suo interno. Troppe dichiarazioni di esclusiva connotazione ideologica che non hanno avuto nessun impatto risolutivo. Solo spot e slogan che hanno aumentato le divisioni sociali. Non possiamo più accettarlo. No basta soltanto l’onesta, sono valori essenziali anche la capacità politica e la professionalità. Serve gente operosa e meno ariosa per garantire lo sviluppo della città».

Parole che hanno scatenato le reazioni del pubblico e che hanno portato alla prima sospensione dei lavori».

La seduta è iniziata con l’appello nominale. All’apertura dei lavori 29 i consiglieri presenti in aula.

La prima a prendere la parola è stata la presidente Emilia Barrile: «Siamo qui insieme per rispondere alla richiesta di una parte consistente della città che ci ha chiamato a rispondere di una situazione di stallo on cui si è trovata la città di Messina. Un progetto complessivo di sviluppo di città e la mancanza di azioni concrete che abbiano dato reali soluzioni alla città sono stati input raccolti per chiedere una matura riflessione. Il recente documento del sindaco che sembra cogliere con spirito costruttivo apre la possibilità ad ampie intese. Una visione attenta della città e delle sue urgenze impone un confronto reale e fattivo. Siamo ronti a un confronto libero e leale per il futuro della nostra città».

Francesca Stornante – Rosaria Brancato – Danila La Torre

28 commenti

  1. ma non si fanno schifo tutti sti consiglieri!!!
    non si era mai vista una cosa simile. altri sindaci , condannati per diversi reati , non hanno mai ricevuto un trattamento simile!!!

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  2. ma non si fanno schifo tutti sti consiglieri!!!
    non si era mai vista una cosa simile. altri sindaci , condannati per diversi reati , non hanno mai ricevuto un trattamento simile!!!

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  3. Chi si somiglia si prende infatti.

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  4. Chi si somiglia si prende infatti.

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  5. Il punto è chi voleva, VERAMENTE sfiduciare ACCORINTI e la sua giunta, avrebbe DOVUTO avere già in tasca una valida alternativa di governo della città : una lista, cioè piena di nomi, di professionalità e di competenze, idonee a dare la spallata decisiva. C’è o no questa alternativa ??? Se c’e’,è ora che deve venir fuori. Ricordiamoci che siamo in democrazia e … “la forma è sostanza”. Allora, questa opposizione, vuole, cottesemente, iniziare a giocare SERIAMENTE, o no ?

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  6. Il punto è chi voleva, VERAMENTE sfiduciare ACCORINTI e la sua giunta, avrebbe DOVUTO avere già in tasca una valida alternativa di governo della città : una lista, cioè piena di nomi, di professionalità e di competenze, idonee a dare la spallata decisiva. C’è o no questa alternativa ??? Se c’e’,è ora che deve venir fuori. Ricordiamoci che siamo in democrazia e … “la forma è sostanza”. Allora, questa opposizione, vuole, cottesemente, iniziare a giocare SERIAMENTE, o no ?

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  7. Non si era mai vista tanta gente partecipare attivamente e con passione. Smuovere i messinesi è impresa titanica. Questo sindaco lo ha fatto. L’esperienza di Accorinti al di la di ogni risultato pratico ha portato ad un risveglio che io non mi sarei mai atteso.
    La politica vera è questa, quella che coinvolge (in modo civile ovviamente) non quella tanto amata da molti consiglieri, fatta di voti contati a tavolino e segreterie.
    Per non parlare di quanto presto potrebbe venire fuori dalle inchieste sui voti di scambio.
    Un poco di aria pura forse si respira pure a Messina.

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  8. Non si era mai vista tanta gente partecipare attivamente e con passione. Smuovere i messinesi è impresa titanica. Questo sindaco lo ha fatto. L’esperienza di Accorinti al di la di ogni risultato pratico ha portato ad un risveglio che io non mi sarei mai atteso.
    La politica vera è questa, quella che coinvolge (in modo civile ovviamente) non quella tanto amata da molti consiglieri, fatta di voti contati a tavolino e segreterie.
    Per non parlare di quanto presto potrebbe venire fuori dalle inchieste sui voti di scambio.
    Un poco di aria pura forse si respira pure a Messina.

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  9. Era prevedibile, non abbiamo politici seri a Messina per poter sostituire questi consiglieri ed il sindaco, attaccati alle poltrone. Si godano quello che gli rimane tanto non li voteremo piu…. Cose inutili…

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  10. Era prevedibile, non abbiamo politici seri a Messina per poter sostituire questi consiglieri ed il sindaco, attaccati alle poltrone. Si godano quello che gli rimane tanto non li voteremo piu…. Cose inutili…

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  11. Con questo No domani mi aspetto un’impennata dei mercati azionari mondiali, data la grande competenza dimostrata da Accorinto e C. in questi anni (….chi dici?). Pagella Accorinto: voto – 1 (…ma onesto).

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  12. Con questo No domani mi aspetto un’impennata dei mercati azionari mondiali, data la grande competenza dimostrata da Accorinto e C. in questi anni (….chi dici?). Pagella Accorinto: voto – 1 (…ma onesto).

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  13. MessineseAttento 15 Febbraio 2017 20:36

    Il titolo dell’articolo è palesemente errato: i genovesiani salvano se stessi, non Accorinti! Poi, Santalco, oltre alle grandi abilità di cambiare schieramenti politici come si cambia i calzini, spieghi come andrebbe definito un consiglio per metà di indagati e per l’altra di saltatori della quaglia. Applauso a Trischitta, infine, per averci ricordato che da 14 anni percepisce gettoni di presenza senza mai aver mosso un dito per Messina. Vergogna!

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  14. MessineseAttento 15 Febbraio 2017 20:36

    Il titolo dell’articolo è palesemente errato: i genovesiani salvano se stessi, non Accorinti! Poi, Santalco, oltre alle grandi abilità di cambiare schieramenti politici come si cambia i calzini, spieghi come andrebbe definito un consiglio per metà di indagati e per l’altra di saltatori della quaglia. Applauso a Trischitta, infine, per averci ricordato che da 14 anni percepisce gettoni di presenza senza mai aver mosso un dito per Messina. Vergogna!

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  15. Bello l’intervento di Gioveni.
    Ci ha ben ricordato di quante inezie si sia occupato in questi anni.
    Io aggiungerei anche un paio di critiche scriteriate nei confronti della gestione tecnica della linea ferrotranviaria, con relativa figuraccia. Oltre questo e le continue ultime assenze in occasione di votazioni importanti (vedi contratto servizio ATM) mi pare di non ricordare altro. Fa da “grillo parlante” al sindaco ricordandogli la sua promessa (che nessuno di noi ha dimenticato) ma dimentica di essere stato ad un passo dall’essere indagato per gettonopoli. Né sostanza né forma, come altri suoi colleghi.

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  16. Bello l’intervento di Gioveni.
    Ci ha ben ricordato di quante inezie si sia occupato in questi anni.
    Io aggiungerei anche un paio di critiche scriteriate nei confronti della gestione tecnica della linea ferrotranviaria, con relativa figuraccia. Oltre questo e le continue ultime assenze in occasione di votazioni importanti (vedi contratto servizio ATM) mi pare di non ricordare altro. Fa da “grillo parlante” al sindaco ricordandogli la sua promessa (che nessuno di noi ha dimenticato) ma dimentica di essere stato ad un passo dall’essere indagato per gettonopoli. Né sostanza né forma, come altri suoi colleghi.

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  17. Un Consiglio pieno di gente scarsa e di buffoni che ci prendono x il c…! Se volevano fare la sfiducia, raccoglievano 27 firme e le consegnavano. Stop. Il resto solo chiacchiere. Spero che non li voti mai piu nessuno, sopratutto gli astenuti, gente senza pal….SI DICE SI O NO!!! Il NI non si.puo sentire. Di fronte a questi scarsi, puru Accorinti pari bonu!!!! SCARSIIIIIIIIIIIIIIIII!

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  18. Un Consiglio pieno di gente scarsa e di buffoni che ci prendono x il c…! Se volevano fare la sfiducia, raccoglievano 27 firme e le consegnavano. Stop. Il resto solo chiacchiere. Spero che non li voti mai piu nessuno, sopratutto gli astenuti, gente senza pal….SI DICE SI O NO!!! Il NI non si.puo sentire. Di fronte a questi scarsi, puru Accorinti pari bonu!!!! SCARSIIIIIIIIIIIIIIIII!

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  19. CastorinaCarmelo 16 Febbraio 2017 08:16

    Finalmente siamo usciti dall’incubo,nel ritrovarci una città in balia delle onde dello stretto. Ma attenzione alla mala rema,quell’onda di marea che si muove dentro le acque del nostro stretto e che naturalmente crea dei movimenti idrici di riflusso appunto la rema di”montante”. Uso questi riferimenti marini che molti Messinesi capiscono bene per indicare le fluttuazioni politiche di certi “figuri” che non definirei politici perchè l’aggettivio qualificativo li onorerebbe troppo.Ma li chimerei “marpioncelli” perchè di ciò si tratta. Sono stati votati dai “buddaceddi” per qualche buono benzina (a buon rendere),pronti ad arraffare quanto possibile, e siccome c’è odore di “arrosto” hanno fatto bene i conti.Ma sono felice che rimanga Accorinti

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  20. CastorinaCarmelo 16 Febbraio 2017 08:16

    Finalmente siamo usciti dall’incubo,nel ritrovarci una città in balia delle onde dello stretto. Ma attenzione alla mala rema,quell’onda di marea che si muove dentro le acque del nostro stretto e che naturalmente crea dei movimenti idrici di riflusso appunto la rema di”montante”. Uso questi riferimenti marini che molti Messinesi capiscono bene per indicare le fluttuazioni politiche di certi “figuri” che non definirei politici perchè l’aggettivio qualificativo li onorerebbe troppo.Ma li chimerei “marpioncelli” perchè di ciò si tratta. Sono stati votati dai “buddaceddi” per qualche buono benzina (a buon rendere),pronti ad arraffare quanto possibile, e siccome c’è odore di “arrosto” hanno fatto bene i conti.Ma sono felice che rimanga Accorinti

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  21. CastorinaCarmelo 16 Febbraio 2017 08:22

    Finalmente siamo usciti dall’incubo,nel ritrovarci una città in balia delle onde dello stretto. Ma attenzione alla mala rema,quell’onda di marea che si muove dentro le acque del nostro stretto e che naturalmente crea dei movimenti idrici di riflusso appunto la rema di”montante”. Uso questi riferimenti marini che molti Messinesi capiscono bene per indicare le fluttuazioni politiche di certi “figuri” che non definirei politici perchè l’aggettivio qualificativo li onorerebbe troppo.Ma li chimerei “marpioncelli” perchè di ciò si tratta. Sono stati votati dai “buddaceddi” per qualche buono benzina (a buon rendere),pronti ad arraffare quanto possibile, e siccome c’è odore di “arrosto” hanno fatto bene i conti.Ma sono felice che rimanga Accorinti

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  22. CastorinaCarmelo 16 Febbraio 2017 08:22

    Finalmente siamo usciti dall’incubo,nel ritrovarci una città in balia delle onde dello stretto. Ma attenzione alla mala rema,quell’onda di marea che si muove dentro le acque del nostro stretto e che naturalmente crea dei movimenti idrici di riflusso appunto la rema di”montante”. Uso questi riferimenti marini che molti Messinesi capiscono bene per indicare le fluttuazioni politiche di certi “figuri” che non definirei politici perchè l’aggettivio qualificativo li onorerebbe troppo.Ma li chimerei “marpioncelli” perchè di ciò si tratta. Sono stati votati dai “buddaceddi” per qualche buono benzina (a buon rendere),pronti ad arraffare quanto possibile, e siccome c’è odore di “arrosto” hanno fatto bene i conti.Ma sono felice che rimanga Accorinti

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  23. Domenica,accogliendo l’invito di Lucarelli siamo andati al”campo”ad assistere alla partita,da cittadini responsabili.Ieri siamo andati al consiglio comunale ad assistere alla “partita”,da cittadini responsabili. Sorpresa.Stesso identico clima.Tifo.Allo stadio,ci può stare.Ma al comune?.
    Un noto e pacifico avvocato,seduto proprio accanto a me,ad un certo punto,esplode gridando come uno ossesso:”per continuare a rubare”! Rispondo:vai a denunciarli i ladri in procura,invece di attentare alle mie “trombe di Eustachio”.Di tutto l”avvincenre dibattito tuttavia confesso che mi ha colpito la circostanza che Sindaco e giunta avevano promesso l’autoriduzione delle indennità e non lo hanno fatto.NO. MI RIFIUTO DI CREDERLO.Sarebbe grave quasi come r

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  24. Domenica,accogliendo l’invito di Lucarelli siamo andati al”campo”ad assistere alla partita,da cittadini responsabili.Ieri siamo andati al consiglio comunale ad assistere alla “partita”,da cittadini responsabili. Sorpresa.Stesso identico clima.Tifo.Allo stadio,ci può stare.Ma al comune?.
    Un noto e pacifico avvocato,seduto proprio accanto a me,ad un certo punto,esplode gridando come uno ossesso:”per continuare a rubare”! Rispondo:vai a denunciarli i ladri in procura,invece di attentare alle mie “trombe di Eustachio”.Di tutto l”avvincenre dibattito tuttavia confesso che mi ha colpito la circostanza che Sindaco e giunta avevano promesso l’autoriduzione delle indennità e non lo hanno fatto.NO. MI RIFIUTO DI CREDERLO.Sarebbe grave quasi come r

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  25. Ennesima dimostrazione dell’insipienza dei politici messinesi.Lo dico da accorintiano convinto: un consiglio che non riesce a sfiduciare un sindaco che ha dalla propria parte solo 4 consiglieri su 40 fa ridere. Cicero pro domo(Ed interessi)sua. D’altronde , quando un consigliere comunale afferma, come ieri sera, “l’onestà non serve in politica….” che altro ci aspettiamo?Votateli ancora per un piatto di lenticchie.

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  26. Ennesima dimostrazione dell’insipienza dei politici messinesi.Lo dico da accorintiano convinto: un consiglio che non riesce a sfiduciare un sindaco che ha dalla propria parte solo 4 consiglieri su 40 fa ridere. Cicero pro domo(Ed interessi)sua. D’altronde , quando un consigliere comunale afferma, come ieri sera, “l’onestà non serve in politica….” che altro ci aspettiamo?Votateli ancora per un piatto di lenticchie.

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