"Uè, ragassi, non è che se ingoi mille rospi poi diventi il Principe Azzurro!"

“Uè, ragassi, non è che se ingoi mille rospi poi diventi il Principe Azzurro!”

Rosaria Brancato

“Uè, ragassi, non è che se ingoi mille rospi poi diventi il Principe Azzurro!”

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domenica 21 Luglio 2013 - 06:23

Se tornassimo indietro nel tempo e dicessimo a Bersani che pochi mesi dopo le elezioni i parlamentari Pd avrebbero dovuto votare la fiducia al ministro Alfano, ci prenderebbe per folli. Invece la realtà è fatta di una serie di bocconi amari che il partito ha dovuto ingoiare pur di tenere in vita il governo delle "larghe intese". E siamo ancora all'inizio

Se un veggente una mattina di febbraio avesse detto a Bersani e al Pd che un giorno avrebbero votato la fiducia al ministro Alfano, l’allora segretario nazionale del partito e candidato premier avrebbe fatto internare in un manicomio il poveretto. Se poi lo stesso veggente avesse spiegato anche le motivazioni e la modalità della fiducia, Bersani avrebbe chiesto di gettare via la chiave del reparto psichiatrico e tenere rinchiuso il cartomante per sempre. E se infine ci fosse stata una macchina del tempo e queste stesse cose fossero state dette agli elettori del Pd state certi che gli eredi di Margherita e Ds sarebbero scomparsi dal Parlamento. Voti: 0. Era il febbraio 2013, neanche tanto tempo fa. Eppure quel che detto allora poteva sembrare frutto di una mente malata o sotto effetto di chissà quali sostanze, pochi mesi dopo è realtà e senza neanche bisogno di assumere droghe.

Quando Enrico Letta accettò l’incarico di formare un governo con il Pdl sapeva che la “dieta” quotidiana non sarebbe stata di leccornie e che ogni tanto qualche boccone amaro avrebbe dovuto ingoiarlo. Per la base del partito poi, il menù sarebbe stato indigeribile. Ma poiché le parole hanno la magia di trasformare il cemento in panna montata “il governo delle larghe intese” è stato portato sul tavolo di quegli stessi elettori che fino a poche settimane prima erano convinti che il Pd fosse avversario del Pdl e che il governare insieme ci stava, appunto “come i cavoli a merenda”. Da allora di rospi ne sono stati ingoiati tanti. Quel che stranisce è come, ad esempio, Letta abbia liquidato in un nanosecondo due casi: la Biancofiore, alla quale ha ritirato e cambiato le deleghe dopo dichiarazioni omofobe, e il ministro Idem, che ha “invitato caldamente” a dimettersi per la vicenda dell’Imu non pagata. Lo stesso metodo e la stessa celerità non sono state adottate per la vicenda Alfano. E’ vero, le settimane del nostro premier devono essere un calvario, tra i processi di Berlusconi, le manifestazioni di piazza del Pdl contro i giudici, i continui tiri al piccione contro il governo, gli strali di Brunetta, le trappole di Renzi, gli attacchi del M5S, ma sapeva sin dall’inizio che se per 20 anni denunci una persona per stalking e poi ci esci a cena allora te la sei cercata. Un bel giorno però esplode la grana kazaka. Una donna, Alma Shalabayeva, e la sua bimba di 6 anni Alua, moglie e figlia del dissidente kazako Ablyazov, vengono prelevate da una villa di Casal Palocco, nella notte tra il 28 e 29 maggio, portate prima nel Centro identificazione e poi espulse come clandestine in meno di 24 ore con modalità del tutto irrituali e consegnate direttamente ad un Paese governato dal dittatore Nazarbayev, ben noto per la violazione dei diritti umani. Il tutto sotto gli occhi del governo italiano e del vicepremier, ministro degli Interni Angelino Alfano, che dice di non aver saputo nulla del blitz (peraltro già in Agenzia Ansa un’ora dopo). Al di là delle vicenda, abbastanza nota, dovremmo riflettere su tutti gli altri aspetti. La mozione di sfiducia nei confronti di Alfano, è stata presentata dal M5S e da Sel. Il premier Letta ha difeso a spada tratta il suo vice: “ la fiducia è verso l’intero governo che mi onoro di guidare. Ed è inoppugnabile l’estraneità di Alfano”. Insomma, sul piatto ha messo tutti i rospi del lago e li ha messi sulla tavola del Senato. Eppure nei giorni precedenti i parlamentari del Pd avevano dovuto ingoiarne altri, con le polemiche legate alla richiesta di sospensione dei lavori da parte del Pdl per protesta per le vicende giudiziarie di Berlusconi. Inizialmente la richiesta era di 3 giorni, poi scesa a un pomeriggio. Neanche il tempo di digerire il boccone amaro che subito arriva il caso Shalabayeva, e la mozione di sfiducia nei confronti di un ministro dell’Interno che dichiara di non sapere dell’espulsione a tempo record e su aereo privato di una donna con la sua bambina. Lo stesso Pd che ha contestato ad un Parlamento l’aver votato convintamente che Ruby era la nipote di Mubarak si è ritrovato a votare con altrettanta convinzione che un ministro dell’Interno non sapeva cosa, dopo aver chiesto al suo capo di gabinetto di incontrare l’ambasciatore kazako e di recarsi in questura per un vertice, sia poi potuto succedere….

Andiamo ai voti: 226 no, 55 si, 13 astenuti. I senatori Pd che si sono astenuti sono finiti nel mirino delle accuse del Pdl e degli stessi colleghi del partito che hanno chiesto provvedimenti. Il capogruppo Pd Luigi Zanda, che si era limitato a chiedere ad Alfano quanto meno di rimettere la delega degli Interni è stato coperto di critiche dai banchi pdiellini che invece hanno lodato Letta per il suo discorso.

L’ormai ex ministro Josefa Idem si sarà detta: “Alfano l’Imu l’ha pagata di sicuro”.

Meno male, per Letta, che il vicepresidente del Senato Calderoli è della Lega, perché in questo caos mancava solo lui che ha offeso la ministra Kyenge definendola Orango. L’ex ministro Calderoli è stato denunciato ma non ha alcuna intenzione di dimettersi dalla vicepresidenza. Per fortuna del Pd la Lega è all’opposizione, altrimenti chissà cosa avrebbero dovuto fare pur di spegnere l’incendio. Non sappiamo cosa succederà dopo il 30 luglio, quando la Cassazione deciderà in merito al processo Mediaset ed alla condanna di Berlusconi a 4 anni e 5 di interdizione dai pubblici uffici per frode fiscale. Non sappiamo se prevarranno i falchi, che vogliono vedere cadere il governo, o le colombe Pdl. Ma c’è da temere che, pur di tenere in vita il governo, vedremo gli esponenti del Pd manifestare davanti al Tribunale insieme al Pdl. E potrebbe non bastare….

Come direbbe Crozza-Bersani: “Uè, ragassi, non è che se mangi mille rospi alla fine diventi Principe azzurro”.

Rosaria Brancato

3 commenti

  1. Cara Rosaria BRANCATO, la prosa del tuo editoriale domenicale è come sempre godibile, oggi di una questione prettamente politica ne fai un fatto di costume, la nostra città ti agevola in questo, è provinciale, nell’accezione più negativa della parola, la politica entra intimamente nelle famiglie, crea legami e intrecci, che vadano oltre i valori universali dell’amicizia o della parentela. Il giorno dopo gli eventi, con famiglie politiche in disgrazia, i TUTTI CONTRO TUTTI si affannano a crearsi un cordone di protezione delle loro ” virtù ” politiche. E’ la parte tragicomica di una crisi irreversibile del ventennio berlusconiano e anti berlusconiano, è bastato a R E N A T O sindaco pronunciare parole di cui siamo affamati, LA POLITICA E’ UN’ATTO D’AMORE VERSO LA GENTE, per cambiare l’esito delle elezioni, in un fuggi fuggi generale da Felice CALABRO’, da chi sapeva delle indagini e della bufera poi arrivata, e del tornado che arriverà. Il famoso Ettore Petrolini usava dire riferito ai politici ” bisogna prendere il denaro dove si trova: presso i poveri. Hanno poco, ma sono in tanti. ” Cosa sono rispetto al patrimonio sequestrato i disoccupati corsisti e i loro formatori senza stipendio da mesi, P O V E R I, anzi P O V E R I S S I M I

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  2. DIETA INDIGESTA – “BOCCONI” AMARI ? ….Ci affanniamo a recensire i piatti indigesti dei ristoranti del Continente: Tortellini emiliani, culatello e baccalà alla Livornese…dimenticando forse che nei “nostri ristoranti gia da tempo si servono pietanze con cibo”avariato”: linguine (c)al “pesto alla Genovese”..Tortino D’ALI(A)CI dello stretto(con vista)…. “intossicazioni” e “avvelenamenti “inevitabili……..In questi casi pare “d’obbligo” una ……lavanda gastrica

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  3. Non è che se dormi su un letto di piselli surgelati alla fine diventi principessa. Non è che se rubi ai poveri per dare ai ricchi alla fine diventi il ministro Brunetta. Non è che se continui a censurare i miei commenti alla fine ti danno il premio Pulitzer.
    Ma la storia del “veggente” non regge: Grazie a studi di settore e analisi dei flussi elettorali tutto quello che è accaduto era preventivabile da tempo.
    In più la vicenda Kazaka che tanto ha fatto infervorare Sel dimostra che Sel ha travisato il “respiro internazionale” che ci si aspetterebbe da una nuova opposizione che si rifà al comunismo.
    Non è necessario uscire dall’Italia per chiedere le dimissioni di Alfano perché l’italiano è impermeabile a questioni “internazionali” di così poco interesse interno.
    I “rospi” che ingoiano attualmente gli italiani sono diversissimi ed è anzi al contrario: “Non è che se eviti di pagare l’Imu poi diventi ministro del governo”

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