Stipendi arretrati e futuro incerto. I dipendenti Efal si appellano a Crocetta e Scilabra

Stipendi arretrati e futuro incerto. I dipendenti Efal si appellano a Crocetta e Scilabra

Stipendi arretrati e futuro incerto. I dipendenti Efal si appellano a Crocetta e Scilabra

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venerdì 28 Marzo 2014 - 09:02

I lavoratori chiamano in causa il presidente della Regione e l’assessore all’Istruzione e alla Formazione. Il 26 agosto 2013 l’ente ha comunicato l’intenzione di ricorrere alla Cassa Integrazione, ma nulla si è mosso. Anzi, il 9 dicembre 2013 l’Efal ha ottenuto un finanziamento di oltre 1 milione di euro per la nuova attività formativa, che però non è mai stata avviata

Sciopero ad oltranza. Per denunciare lo stato di estrema difficoltà e precarietà in cui versano da più di un anno e sollecitare l’amministrazione regionale ad assumere provvedimenti urgenti a tutela dei loro diritti e della loro dignità.

I dipendenti dell’Efal, “pur avendo regolarmente prestato servizio nell’ambito della conclusa attività formativa – scrivono in un comunicato – non percepiscono lo stipendio dal mese di febbraio 2013 e sono inoltre creditori di ulteriori 9 mensilità (maturate nel periodo 2008-2012) e di una quota parte degli arretrati contrattuali relativi al periodo 1998-2003. Eppure già nell’aprile del 2013, l’Amministrazione Regionale, avendo accertato il debito relativo a tre delle citate nove mensilità, maturate nell’anno 2011, aveva avviato il procedimento di revoca dell’accreditamento nei confronti dell’Ente, concedendo al medesimo il termine perentorio di 30 giorni per il deposito di ‘memorie e documenti difensivi’”.

I dipendenti spiegano di aver appreso solo verbalmente, il 26 agosto 2013, dal neo amministratore unico, avv. Enrico Favara, subentrato al presidente Nicolò Papa, dell’intenzione dell’Ente di ricorrere alla Cassa Integrazione in deroga: da quel giorno, però, nulla è accaduto e anzi l’ente avrebbe omesso non solo il versamento ma perfino la dichiarazione (che è in ogni caso un obbligo di legge) dei contributi previdenziali presso l’Inps.

I lavoratori dell’Efal raccontano i passaggi successivi: “Malgrado la fortissima esposizione debitoria nei confronti dei dipendenti, già oggetto di diffida accertativa esecutiva emessa dall’Ispettorato del Lavoro di Messina il 6 agosto 2013 per un importo complessivo di circa mezzo milione di euro (concernente peraltro solo nove delle complessive 21 mensilità non corrisposte e senza ricomprendere gli arretrati contrattuali), l’Efal, in data 9 dicembre 2013, ha ottenuto il finanziamento di complessivi € 1.072.260 relativo all’attività formativa 2013-2014 per un totale di 8190 ore corsuali: tuttavia non ha avviato le attività nei termini previsti dall’art. 1 del Ddg n°5021 del 6 novembre 2013 e cioè entro i 15 giorni successivi alla pubblicazione dei due decreti di finanziamento sul sito Istituzionale del Dipartimento Istruzione e Formazione, avvenuta il 19 dicembre 2013. Nel contesto così determinato, l’Efal non garantisce la continuità lavorativa e salariare come previsto dalla Direttiva 45555 dell’8 luglio 2013 dell’Assessorato all’Istruzione e Formazione e dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. L’ente ha poi proceduto all’arbitraria ed illegittima predisposizione di un elenco di dipendenti considerati totalmente o parzialmente in esubero, in palese violazione delle norme contrattuali e delle direttive assessoriali, evitando perfino di chiarire alla quasi totalità dei diretti interessati (mai interpellati al riguardo) la loro posizione lavorativa”.

La Rappresentanza Sindacale Aziendale Uil e Cisl ha inoltrato le prime due diffide il 4 novembre 2013 e il 1. dicembre 2013, e una dettagliata denuncia, l’11 dicembre 2013, presso la Direzione Provinciale del Lavoro di Messina – Servizio Ispezioni del Lavoro – sottoscritta dai lavoratori e delle stesse Rsa, che lamentano l’evasione contributiva e le persistenti inadempienze contrattuali dell’Efal Messina.

“Solo il 4 febbraio 2014 (e quindi quando sono ormai ampiamente scaduti i termini per l’avvio delle attività formative) – ricordano ancora i lavoratori – l’Ente rompe un silenzio protratto per mesi inviando una nota (ricevuta dai lavoratori tra il 12 e il 13 febbraio 2014) nella quale comunica a gran parte dei dipendenti il conferimento di incarico, in molti casi con monte ore ridotto, a valere sulla seconda annualità dell’Avviso 20 senza specificare alcuna data di effettiva presa servizio. Alla conseguente ‘accettazione con riserva’ dell’incarico ricevuto ed alla specifica richiesta di ‘comunicazione della data di concreta ripresa delle attività’, fatta da tutti i lavoratori a mezzo telegramma e raccomandata, fa da contraltare una nuova assemblea presso i locali dell’Efal, il 24 febbraio 2014, nel corso della quale, con l’intervento dell’Amministratore unico, i lavoratori sono semplicemente invitati a comunicare la loro disponibilità alla ripresa dell’attività di lavoro. Alle ovvie rimostranze sollevate dai dipendenti con riferimento all’atteggiamento evasivo dell’ente sulle ben note questioni concernenti il dissesto economico (arretrato retributivo di ben 21 mensilità, aggravato dall’evasione contributiva di 7 mesi) ed in particolare sui motivi che (a prescindere dai legittimi tentativi di recuperare coattivamente parte delle spettanze impagate, avviati da molti lavoratori) bloccano l’erogazione della seconda anticipazione del finanziamento relativo all’attività conclusa nel luglio 2013, l’Amministratore unico invita lapidariamente i dissenzienti a presentare le proprie dimissioni per giusta causa”. Da qui la proclamazione immediata dello sciopero ad oltranza da parte dei dipendenti.

Ancora – prosegue la nota – “l’Efal Provinciale di Messina, il cui operato è al vaglio della Procura della Repubblica di Messina e nei cui confronti pendono, altresì, diversi accertamenti dell’Ispettorato del Lavoro di Messina, si è fatto lecito di inviare una contestazione disciplinare ai lavoratori che, esercitando il diritto di sciopero, rivendicano semplicemente la corresponsione della retribuzione ed il rispetto della loro dignità”.

La situazione è dunque pesante. “Le conseguenze della vicenda sono fonte di pregiudizio economico per tutti i lavoratori dell’Efal Provinciale di Messina, ormai praticamente imprigionati in un limbo – scrivono -: già creditori di nove mensilità, non vengono retribuiti da oltre un anno e sono privi di copertura previdenziale dal mese di agosto 2013; nel contempo, risultando paradossalmente ‘occupati’ (e non sospesi né posti in mobilità), non hanno diritto ad alcuna forma di integrazione e/o sostegno al reddito: allo stato, piuttosto, appare verosimilmente problematica persino l’ipotesi di una loro diversa collocazione, rimanendo alle dipendenze di un Ente la cui sede principale, ‘accreditata’ ai sensi delle disposizioni vigenti, è sottoposta a procedimento di sfratto esecutivo per morosità ed è priva di energia elettrica, di utenze telefoniche e di connessione internet”.

I lavoratori rivolgono il loro appello al presidente della Regione, Rosario Crocetta, e all’assessore all’Istruzione e Formazione, Nelly Scilabra, affinché – conclude la nota – “in linea di coerenza con il loro programma di governo improntato alla realizzazioni di drastici cambiamenti nella gestione della Formazione professionale in Sicilia, intervengano in tempi brevi per porre fine ad una situazione di scandaloso immobilismo in cui le vittime sacrificali sono, ancora una volta, i lavoratori e le loro famiglie”.

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