Assemblea del Partito Democratico ad alta tensione. Lupo reggente sino al Congresso

Assemblea del Partito Democratico ad alta tensione. Lupo reggente sino al Congresso

Danila La Torre

Assemblea del Partito Democratico ad alta tensione. Lupo reggente sino al Congresso

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lunedì 08 Luglio 2013 - 23:53

Al segretario regionale del Pd è stata affidata la reggenza sino alla fase congressuale. Genovese farà da intermediario con il presidente della Commissione bilancio del Parlamento per scongiurare il dissesto del Comune, ma avvisa: «Non sarà facile»

Quando si vince, i problemi di un partito vengono camuffati e nascosti dietro il risultato elettorale; quando si perde vengono alla luce in tutta la loro evidenza ed è “caccia” al colpevole. Alle ultime elezioni amministrative, il Partito democratico ha perso la sua sfida più importante, a causa della mancata elezione a sindaco del candidato del centro-sinistra Felice Calabrò. L’assemblea provinciale del Pd, convocata alle 18 ma iniziata con un’ora e mezza di ritardo e senza il delegato nazionale Davide Zoggia , impegnato a Roma, è stata, dunque, l’occasione per analizzare il voto e cercare al proprio interno i “responsabili” delle debacle elettorale.

Il Consesso, che si è protratto per oltre quattro ore, si è concluso con la nomina a reggente del segretario regionale nonché deputato all’Ars Giuseppe Lupo, che dovrà «accompagnare il partito al Congresso» coadiuvato da un comitato, ma si è caratterizzato per i momenti di alta tensione durante l’intervento di Liliana Modica, che ha accusato Giuseppe Grioli e Francesco Palano Quero di aver giocato sporco e di non essere stati leali nei confronti di Calabrò. Quando la Modica ha affermato che Quero sarebbe fuori dal partito per non aver rispettato le regole previste dallo statuto, gli animi si sono surriscaldati, il presidente della IV Circoscrizione ha urlato ed inveito contro l’ex assessore comunale e due gruppi contrapposti sono praticamente arrivati alle mani. La situazione è tornata normale nel giro di pochi minuti, ma il clima si è fatto pesante ed ogni minuto in più “consumato” oltre il tempo previsto per gli interventi è diventato il pretesto per litigi e discussioni che hanno allungato all’infinto il dibattito.

L’unico momento in cui tutti hanno taciuto ed ascoltato quasi in religioso silenzio è stato quello in cui ha preso la parola Francantonio Genovese che, non essendo un delegato dell’Assemblea, è intervenuto in qualità di «semplice cittadino, tesserato del Pd e deputato nazionale» e ha risposto a Domenico Siracusano, che qualche istante prima aveva sollevato la questione morale e chiesto di «azzerare tutti gli organismi», invocando il commissariamento, spingendosi al di là della richiesta di reggenza precedentemente avanzata da Pippo Laccoto e Filippo Panarello .

Il leader messinese del Pd ha messo subito in chiaro: «Sono assolutamente sereno sulla vicenda giudiziaria. C’è soltanto una proroga delle indagini che non pone alcuna questione morale. Credo sia opportuno un approccio più sereno e senza speculazioni sulla vicenda». Pensando al futuro del partito democratico Genovese ha detto: «Deve essere un partito più orientato verso la società che verso la struttura. E lo dice uno che qualche voto strutturato ce l’ha. Se ancora avrò un ruolo in questo partito, farò in modo che vadano avanti gli altri». A chi prima del suo intervento aveva suggerito una collaborazione del Consiglio comunale con l’amministrazione Accorinti, l’ex sindaco ha replicato: «Non saremo al fianco di Accorinti, che stimo per l’onestà delle sue battaglie, ma al fianco del sindaco tutte le volte che gli interessi del sindaco coincideranno con quelli della città». E a proposito del rischio dissesto del Comune, Genovese ha aggiunto: «Ho ricevuto la telefonata del ministro Gianpiero D’Alia che mi ha chiesto di parlare con Francesco Boccia, presidente della Commissione incaricata di esaminare il piano decennale di riequilibrio. Ovviamente lo farò, ma non sarà facile evitare il default».

Proseguendo con gli interventi in scaletta, all’ex segretario cittadino Giuseppe Grioli ed a Francesco Palano Quero è toccato il compito di scrollarsi di dosso l’etichetta dei traditori. «Sfido chiunque a dimostrare che io ed i miei amici della lista “La Farafalla” abbiamo cercato voti per l’altro candidato sindaco», ha gridato Grioli ad una platea ormai stremata , convinto che a perdere sia stato un «modello di partito vecchio, che va rifondato», contro una alternativa che rappresentava la vera innovazione. Per il renziano Palano Quero, che ha parlato anche a nome dell’ex collega ed amico Alessandro Russo , ad infrangere le regole dello Statuto non sono stati loro come qualcuno vuol fare credere, ma coloro i quali hanno preparato le liste e deciso le presidenze dei quartieri fuori dagli organi preposti. «Siamo stati mortificati nella nostra dignità di militanti e di tesserati di questo partito, che abbiamo contribuito a fondare», l’ultimo grido di "dolore" del presidente della quarta circoscrizione.

A conclusione della riunione fiume e dei numerosissimi interventi, oltre alla nomina di Lupo, che ha promesso «un tesseramento chiaro e trasparente» sono state ratificate le dimissioni del coordinatore Patrizio Marino, inizialmente "congelate" -e non senza polemica- ed è stata scelta come tesoriere del partito, Lucrezia Zingale, che sostituirà Cettina Cannavò, coinvolta nell’inchiesta sulla formazione.

Da quest’assemblea provinciale post-ammnistrative inizia il futuro del partito democratico, che tutti hanno chiesto sia improntato sul rinnovamento. Vero e non solo di facciata. (Danila La Torre)

6 commenti

  1. …e la Modica quando la buttano fuori da tutti i giochi?

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  2. dolcestilnuovo 9 Luglio 2013 09:24

    Fino a quando dice la verità e si comporta lealmente, perché dovrebbe essere buttata fuori?
    Dovrebbe uscire dal partito chi non si riconosce più nello stesso, chi tradisce e chi vive nella menzogna e nella falsità. La Modica, in fondo, ha solo avuto il coraggio di dire apertamente quello che tutti sanno!

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  3. Giuseppe Corvaja 9 Luglio 2013 10:01

    Secondo me Calabro al primo turno non si è votato(vedi preferenze al consiglio comunale nella liste Felice per Messina);al secondo turno ha votato Accorinti per consentire a tutti di partecipare al governo della città :ora tutti possiamo partecipare finalmente

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  4. con tutte queste fazioni, non si arriva da nessuna parte…Crozza su quello che è successo ci farebbe una puntata di Ballarò.
    chi ha le mani in pasta dovrebbe tirarsi fuori( con tutti i suoi voti) un PD libero da ricatti avrebbe preso meno voti ma più genuini.La politica fatta di mediazioni porta ai ricatti che irrimediabilmente sfociano in conflitti interni danneggiando tutti, anche coloro che sono liberi da condizionamenti. questo sistema rispecchia il fallimento di una sinistra fatta di regole aleatorie , troppi dibattiti, troppa democrazia che sfocia in una anarchia senza controllo.
    Ad oggi si può dire serenamente che avere R.Accorinti sindaco non è una occasione mancata ma una grande oportunità da sfruttare.

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  5. fuori i traditori Quero,Russo,Grioli volevano posti di potere e non li hanno accontentati!

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  6. Brava Liliana!!!

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