Sebastiano Lo Monaco: «Da Messina un grande dolore, ma sono tornato con gioia»

Sebastiano Lo Monaco: «Da Messina un grande dolore, ma sono tornato con gioia»

Sebastiano Lo Monaco: «Da Messina un grande dolore, ma sono tornato con gioia»

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sabato 09 Febbraio 2013 - 11:29

L’attore siracusano è riapparso nella nostra città, dopo quasi dieci anni di assenza, recitando “Il berretto a sonagli” di Pirandello. Ex direttore artistico del Teatro “Vittorio Emanuele” dal 2000 al 2003, era stato sfiduciato dal Cda dell’Ente di Via Garibaldi, a seguito di alcune polemiche e di un’indagine della magistratura.

Dopo dieci anni di assenza è tornato al Vittorio Emanuele Sebastiano Lo Monaco. In scena con quello che è considerato il “suo” spettacolo per eccellenza: “Il berretto a sonagli” di Luigi Pirandello. Accanto a lui Marina Biondi, Isa Bellini, Clelia Piscitello, Claudio Mazzenga, Franca Maresa, Rosario Petix, Elena Aimone. La regia è quella “storica” di Mauro Bolognini, ripresa dallo stesso Lo Monaco. Prima di una replica, Tempostretto.it è salito nei camerini per incontrare Sebastiano Lo Monaco.

Lei ha dichiarato: «La lingua che Pirandello ha scritto io l’ho nel sangue. Da bambino, prima di imparare l’italiano, ho imparato il dialetto, per cui la prima lingua è il siciliano. Per me, recitare Pirandello è molto più facile che per altri attori. Forse non è che sono un bravo attore, solo che ho delle facilitazioni culturali… ». Cosa intendeva?

Mi sono accorto che certi percorsi mentali, certe patologie dell’animo che indaga Pirandello mi sono note, forse perché nella forma mentis siciliana ci sono delle complicazioni intellettuali. Il pensiero siciliano non è lineare, è fatto di tante culture, figlio di tanti secoli…

Cosa pensa di quegli attori che, da non siciliani, vestendo ruoli di nostri conterranei, per esempio, di capomafia nelle fiction TV, calcano con troppo vigore la parlata sicula?

Dipende dagli attori. Un attore come Zingaretti, nei panni del Commissario Montalbano, non calca per niente. Chi lo fa solitamente sbaglia, ma non sta a me giudicare….

Lei è passato facilmente dal ruolo di mafioso de La Piovra a quello di Edipo, alle tragedie classiche di Siracusa. Le è mai capitato di essere stato rimproverato per aver recitato con troppa enfasi siciliana, anche quando il copione non lo prevedeva?

No, devo dire di no. Avendo fatto l’Accademia, sono in grado di distinguere tra l’italiano standard, e quindi la recita classica, e invece il siciliano. Nella tragedia greca, per esempio, non ho inflessioni dialettali. Ma anche laddove, qualche leggero ricordo di questo suono mediterraneo dovesse venir fuori, non ci sarebbe niente di scandaloso, perché grandissimi attori come Salvo Randone non hanno mai abbandonato questo colore linguistico, che è una preziosità, un’aggiunta…

Recentemente ha portato a teatro il racconto autobiografico di Pietro Grasso, ex procuratore nazionale antimafia, “Per non morire di Mafia”, riscuotendo in tutti i teatri grandi riscontri di pubblico. Che impressioni le ha dato il fatto che Grasso sia candidato in Parlamento?

È un uomo che ha fatto un lunghissimo percorso nella magistratura, e, in particolare, in quella che si occupa di combattere la mafia e la criminalità. Credo che ritenga di aver forse dato tutto a quel ruolo istituzionale e che sia giusto ora mettere al servizio dei cittadini, e dei giovani, per i quali si batte molto, le sue competenze e le sue conoscenze, la sua struttura umana e la sua struttura di magistrato.

Lei è stato direttore artistico del Teatro “Vittorio Emanuele” dal 2000 al 2003. La sua esperienza però si interruppe bruscamente, a seguito, prima, di un indagine della magistratura riguardo la circuitazione di alcuni spettacoli, e poi della sfiducia da parte del Consiglio di Amministrazione dell’Ente. Pompeo Oliva, l’allora presidente del Cda dichiarava «Il cda ha preso una decisione sofferta. Ma necessaria. Nel momento in cui sono state ravvisate alcune irregolarità, riguardo alla circuitazione di alcuni spettacoli da noi prodotti, abbiamo preso atto che non era possibile continuare il rapporto». Con quali sentimenti è tornato a Messina dopo quasi dieci anni?

Premetto che il Tribunale, come è noto, mi assolse con la formula “perché il fatto non sussiste”. In ogni caso quella brutta vicenda se la ricorda la città, ma soprattutto se la ricorda la mia famiglia che ha sofferto da allora fino ad oggi che, con difficoltà, riesce a superare quel dramma. Io ho, come caratteristica umana, alla quale c’è da aggiungere un percorso di fede cristiana molto intenso, sempre avuto la facilità di dimenticare il male che mi viene fatto. E ciò senza uno sforzo raziocinante, ma per indole. Sono tornato con gioia in un città in cui ho ricevuto un grande dolore. Dolore che ho ricevuto non dalla città ma da un episodio, da poche individualità. E dico, anzi, che mi sono accorto di essere molto più amato dai messinesi che in qualunque altra città della Sicilia.

Una particolarità che ha Messina?

È una città che avrà le sue contraddizioni, dove non tutto è perfetto e sano dal punto di vista politico e circa le correttezze della burocrazia, ma è una città che ha una dolcezza nella caratterialità delle gente e anche nelle sua ricostruzioni dopo il terremoto. È una città rasserenante, pacificante. Io non avevo messo più piede a Messina dopo quell’esperienza triste che prima abbiamo ricordato, ci sono voluti anni prima che mi potessi riappacificare con la città, ma ora sono felice di averlo fatto…

(CLAUDIO STAITI)

Sebastiano Lo Monaco (Floridia, 18 settembre 1958) è un attore italiano. Diplomato all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica prima di diventare (nel 1989) "capocomico" e produttore dei suoi spettacoli, lavora in teatro anche con Enrico Maria Salerno, Salvo Randone, Adriana Asti, Annamaria Guarnieri, Giustino Durano. Con la propria compagnia produce spettacoli (nel quale è sempre protagonista) scritturando attrici come Paola Borboni e Alida Valli e registi come Giuseppe Patroni Griffi, Roberto Guicciardini e Mauro Bolognini.Tra i molti testi interpretati da Lo Monaco, figurano Enrico IV, Così è se vi pare, Il berretto a sonagli, Questa sera si recita a soggetto, Sei personaggi in cerca d'autore, Non si sa come di Luigi Pirandello, Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand, Uno sguardo dal ponte di Arthur Miller, Otello di William Shakespeare, Per non morire di mafia da un testo di Pietro Grasso, Non è vero ma ci credo di Peppino De Filippo. Edipo (Sofocle) nell'Edipo Re al Teatro Greco di Siracusa (2004). Recita anche in alcuni film tra i quali Festa di laurea di Pupi Avati (1985), I Vicerè di Roberto Faenza (2007), Dove siete? Io sono qui di Liliana Cavani (1993) e Body Guards – Guardie del corpo di Neri Parenti (2000). In televisione è tra gli interpreti de La piovra 9, Un prete tra noi, Sarò il tuo giudice, La romana, e Joe Petrosino.

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