La Protezione Civile e quei dubbi “parcheggi” sul viale San Martino

La Protezione Civile e quei dubbi “parcheggi” sul viale San Martino

La Protezione Civile e quei dubbi “parcheggi” sul viale San Martino

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lunedì 24 Marzo 2014 - 11:05

Il consigliere della III circoscrizione, Santi Interdonato, torna sulla vicenda indicando come abusiva la chiusura ad uso deposito mezzi dell’area del dipartimento regionale. L’autorizzazione sarebbe incompleta e sarebbe stata ottenuta senza indicare la destinazione d’uso. Proposta la soluzione parcheggio di villa Dante

Una prima nota è dello scorso 13 gennaio. Il consigliere della III circoscrizione, Santi Interdonato, aveva segnalato come le quotidiane infrazioni al Codice della Strada commesse dai veicoli del Dipartimento della Protezione Civile Regionale non fossero mai sanzionate.

La sede del presidio si trova sul viale San Martino, a pochi passi dal nuovo parcheggio di villa Dante, e la questione ne sottende una più ampia. Alcuni anni fa è stato adottato un provvedimento che ha consentito alla Protezione Civile di chiudere con un grande cancello l’area. Oggi, però, una nota del Dipartimento Patrimonio sottolinea che “tra le condizioni per il nulla osta, vi era quella che la Protezione Civile doveva farsi carico del conseguimento della totalità dei provvedimenti autorizzativi eventualmente necessari per l’intervento in progetto fornendone copia”.

Tra le autorizzazioni necessarie, c’era quella del Dipartimento Viabilità, che fa sapere adesso di “non aver rilasciato alcuna autorizzazione per la sosta dei veicoli di servizio del Dipartimento Regionale della Protezione Civile sul marciapiede antistante l’edificio di Viale San Martino, 336”.

“Del resto – osserva Interdonato – mai i tecnici del Dipartimento Viabilità avrebbero potuto autorizzare un comportamento che integra delle evidenti infrazioni del codice della strada come quelli adottati dai veicoli della Protezione Civile Regionale per raggiungere l’area adibita a deposito e consistenti nel transito sul marciapiede, attraversamento della linea tramviaria in corrispondenza del passaggio pedonale, indicato da apposita segnaletica orizzontale, nonché la manovra necessaria per aggirare la statua lì situata e gli eventuali pedoni passanti. È presumibile che la Protezione Civile Regionale non abbia mai formulato effettiva richiesta al Dipartimento Viabilità e lo si intuisce dal tenore della nota del 30 settembre 2009 con la quale il dirigente del Dipartimento Regionale, l’ingegnere Bruno Manfrè, formulava al Dipartimento Patrimonio richiesta per rilascio di nullaosta in riferimento a generici lavori di sistemazione esterna e di adeguamento dell’immobile di proprietà regionale”.

Il Dirigente regionale proponeva – si cita testualmente – “… di chiudere la parte prospiciente il Viale San Martino, già di proprietà Regionale, con un cancello che eviti l’intrusione da parte di estranei, tutelando la sicurezza del personale, proteggendo l’immobile da eventuali effrazioni e risanando l’area sotto il profilo igienico-sanitario”.

“In pratica – rileva Interdonato – veniva omesso ogni riferimento alla ipotesi di impiego realmente prevista e poi in effetti realizzata, consistente nell’allestimento di un deposito per i veicoli. Molto furbescamente, il Dipartimento Regionale incassava il nullaosta rilasciato dal Dipartimento Patrimonio e, tralasciando di rispettare l’indicazione di farsi carico del conseguimento della totalità dei provvedimenti autorizzativi, nonché di fornire copia degli stessi, provvedeva a chiudere la propria area attraverso l’apposizione del cancello ed a farne un uso per il quale non aveva ricevuto alcuna autorizzazione. Non appare eccessivo parlare di un atto che presenta chiari profili di illegittimità e che induce a considerare abusiva l’apposizione del cancello di chiusura. Un pasticcio amministrativo per la cui realizzazione il Comune ha contribuito non poco: rilasciando il nullaosta a seguito di un’istruttoria evidentemente poco approfondita, non effettuando alcun controllo in ordine al reale impiego dell’area in oggetto ed al conseguimento delle relative autorizzazioni e non emettendo alcuna sanzione per le infrazioni commesse ai sensi del Codice della Strada”.

Interdonato ricorda inoltre che, ai tempi della realizzazione della linea tranviaria, il Comune aveva effettuato lavori di riqualificazione e di abbellimento dell’area, con la collocazione di panchine e l’installazione dell’impianto di illuminazione. E adesso, tra l’altro, sono in corso i lavori di messa in sicurezza della linea, con una serie di interventi che prevedono la collocazione di semafori pedonali e l’allungamento delle aiuole spartitraffico che impedirebbe il transito dei veicoli della Protezione Civile.

La soluzione proposta dal consigliere è dunque quella di destinare alla Protezione Civile alcuni stalli del vicino parcheggio Zaera. “L’Amministrazione Comunale – conclude Interdonato – si adoperi per richiedere alla Protezione Civile Regionale il risarcimento dei danni prodotti alla pavimentazione del marciapiedi a causa dell’abusivo transito dei propri veicoli nel corso di questi anni”.

2 commenti

  1. Abbiamo trovato un altro Don Chisciotte a Messina!

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  2. Tutta la zona dovrebbe ridisegnata e riqualificata. I new jersey posizionati in diversi punti della zona, hanno un bruttissimo impatto ambientale tale, che sembrerebbe di essere nei villaggi bombardati dell’Iraq.

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