Luci per Nemo Sud: "Se accendi una lanterna per un altro illuminerai anche il tuo cammino"

Luci per Nemo Sud: “Se accendi una lanterna per un altro illuminerai anche il tuo cammino”

Rosaria Brancato

Luci per Nemo Sud: “Se accendi una lanterna per un altro illuminerai anche il tuo cammino”

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domenica 04 Dicembre 2016 - 07:08

Messina è una città povera di tutto ma dal cuore immenso. La quarta edizione della manifestazione per Nemo Sud è stata una festa di speranza, perchè la speranza ha bisogno dei colori. "La nostra missione è raccogliere fondi per aiutare chi lotta per sconfiggere la malattia".

Messina è una città povera. Lo è in termini di soldi, di qualità della vita, di speranze nel futuro, di risorse, povera di cervelli, di braccia e di giovani scappati tutti via.

Ma è ricca di qualcosa che non si conta in centesimi. Ha un cuore grande ed una capacità di andare oltre la miseria di certi comportamenti. E’ ricca di calore umano.

Per la quarta volta è andata in scena Messina in passerella, un’iniziativa che solo una sognatrice rivoluzionaria come Letizia Bucalo Vita poteva immaginare e che di anno in anno è cresciuta diventando un appuntamento fisso con la ricchezza del cuore. Potrei usare il termine solidarietà, ma spesso confondiamo la solidarietà con la carità pelosa, con quei gesti che fanno sentire meglio “fuori”, ma non “dentro”. Messina in passerella è qualcosa che ti coinvolge “dentro” perché ti fa mettere in discussione, ti fa dare qualcosa di tuo che va oltre appunto “il cent”.

Messina ha un’eccellenza, una di quelle realtà che palpitano in un angolo in mezzo al deserto. Come accade in un giardino arido, spesso c’è un angolo in cui cresce una rosa o un albero di ciliegie. Questo è il Centro Nemo Sud. E’ un’eccellenza nel settore della cura delle patologie neuromuscolari. Il Centro è attivo dal marzo 2013 ed è cresciuto grazie alla professionalità ma anche alla “missione” di chi ci ha creduto. Intervistato da Francesca Stornante il papà di Domenico, un bambino bellissimo in cura presso il Nemo Sud ha detto una verità inconfutabile: “come ogni siciliano appena ho scoperto che mio figlio stava male sono andato in un ospedale del nord”. Ho immaginato la disperazione di un padre siciliano che affida tutta la sua vita,perché un figlio questo è, nelle mani di un medico. Ed è costretto ad andare al Nord. Poi, mentre era a Milano, gli stessi medici gli hanno indicato il Nemo Sud al Policlinico e adesso Domenico (vi consiglio di guardare il video realizzato da Silvia De Domenico e Francesca Stornante) è a Messina. I genitori non devono attraversare l’Italia con un bagaglio di apprensione e speranza e poi: “qui per noi è molto di più una famiglia”. Il Nemo Sud in collaborazione con l’Uoc di Neurologia e malattie neuromuscolari ha anche un’equipe dedicata ai piccoli pazienti e alle loro famiglie. E’ nato grazie alla Fondazione Aurora Onlus, Uildm, Aisla, Telethon, Policlinico e Università. Stiamo parlando di patologie su base genetica che, come un fulmine possono abbattersi sulla vita di chiunque in qualsiasi momento e stravolgerla per sempre. Nemo è l’ Arca di Noè quando arriva la bufera.

Come ogni realtà del sud ha bisogno di risorse ed è così che entra in scena Letizia Bucalo e s’inventa Messina in passerella. A dispetto del nome non una vetrina, è una chiamata alle armi alla quale di anno in anno rispondono sempre più persone normali. Non si chiede un semplice contributo in euro, ma di fare quel piccolo passo in più che richiede tempo.

Ogni anno la sfilata al Palacultura si arricchisce di nuove categorie che salgono sul palco e dicono “noi ci siamo”, come messinesi, come squadra e possiamo mettere a disposizione questo. Che sia il contributo di un grafico, di una scenografa, di una dj, di un fioraio, di un negozio di abbigliamento o di accessori, del ristorante, del parrucchiere, della truccatrice, di chi organizza, di chi sfila. Avvocati, commercialisti, assicuratori, associazioni, studenti, mamme, nonne, zie, bambini, web, giornalisti, la partecipazione non si limita al “dono”, all’istante del “versamento”, ma diventa un gesto più complesso, un modo per dire “metto a disposizione questo, il senso di amore per la vita, la gioia di dedicare tempo ed impegno a chi soffre ma solo grazie alla scienza potrà guarire”. Gli assicuratori hanno donato un assegno di 6 mila euro. Ed hanno anche sfilato, tutti insieme, così come hanno fatto ben 11 categorie.

Ad aprire la serata è stato il coro dei bambini della scuola Enzo Drago, che hanno cantato anche un brano, Natale di pace, scritto da Alessio Toscano Raffa e Francesco Arcanà. “Scaricando” dalla rete il brano si può contribuire alla battaglia di Nemo. Ad inizio serata sono stati ricordati Gaetano D’Ambra, Christian Micalizzi e Santo Parisi, morti nella tragedia della nave Sansovino, nonché Roberto Saccà, ucciso dall’alluvione. Messina è anche questo, una città dove si può morire per la bufera o per un incidente sul lavoro.

La Bucalo aveva pensato anche di annullare l’evento (tra l’altro Christian Micalizzi era il fratello di una delle operatrici del Centro) ma poi ha detto: “è prevalso il senso di responsabilità nei confronti della nostra missione: raccogliere fondi e dare una speranza”. Ognuno di noi ha una missione ed ha scelto una strada per portarla a termine. E’ straordinario vedere come in “passerella” decine di persone (venerdì erano quasi 300) con missioni diverse abbiano condiviso e incrociato, per poche ore, quella di Nemo Sud, per aiutare chi dà speranza.

La quarta edizione ha consentito una raccolta di 20 mila euro, che serviranno a finanziare nuovi progetti, dare spazio a figure professionali da inserire nello staff o nuove apparecchiature. Bufere come quelle delle malattie neuromuscolari spazzano via moltissime vite e solo la ricerca può aiutare la speranza di salvare chi in questo momento sta lottando.

Vedere il Palacultura affollato di messinesi lieti non di applaudire il vip di turno ma per “festeggiare la solidarietà e la speranza” ha acceso i cuori di tutti.

Ognuno ha dato qualcosa di sé, ha superato la piccola barriera dell’io per quella che è stata sì, una festa. C’era calore, perché la speranza ha i colori del sole. La speranza cammina con l’allegria. Ed è bello vedere sfilare e sfidarsi tantissimi messinesi normali che hanno portato sul palco la loro normalità, contribuendo, con l’acquisto dei biglietti ad un’eccellenza che crescerà solo se cresce il nostro cuore. Mi piace pensare che il cuore sia l’unico muscolo in grado di crescere a dismisura senza che ce ne avvediamo. C’è spazio per tutti in un cuore umano.

Se accendi una lanterna per un altro anche la tua strada sarà illuminata” (Nichiren Daishonin).

Ci sono due parole che usiamo raramente: grazie e scusa. Ai piccoli e grandi pazienti di Nemo dovremmo chiedere scusa per le nostre miserie umane, per la nostra incapacità a rinunciare al “nostro” tempo, ai nostri alibi. A Nemo Sud voglio dire grazie perché per due anni di seguito mi ha dato modo di superare la piccolezza del mio cuore e ad aprire una porta in più.

Dedico questa rubrica a Letizia, al piccolo Domenico e a suo padre, alle 350 persone che con diversi ruoli, anche stando in mezzo al pubblico per applaudire una sgangherata sfilata di sconosciuti, allo staff di organizzatori che per mesi ha lavorato giorno e notte, agli sponsor, a chi ha donato e a chi ha saputo sorridere e cantare.

Ognuno ha acceso una piccola lanterna per migliorare il cammino di un altro. Magari ci sembra di avere acceso un cerino. Ma è tantissimo in una città perennemente al buio.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. alfonso.trignano@teletu.it 4 Dicembre 2016 16:52

    Nemo Sud: Manifestazione nobile che esprime amore umano e sensibile agli sfortunati pazienti, meritevoli di ricevere il nostro affetto e la nostra vicinanza con il dono della nostra assistenza e tenerezza.

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  2. alfonso.trignano@teletu.it 4 Dicembre 2016 16:52

    Nemo Sud: Manifestazione nobile che esprime amore umano e sensibile agli sfortunati pazienti, meritevoli di ricevere il nostro affetto e la nostra vicinanza con il dono della nostra assistenza e tenerezza.

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