Restauro del municipio di Sant'Agata Militello, ok al progetto esecutivo. Serve un milione

Restauro del municipio di Sant’Agata Militello, ok al progetto esecutivo. Serve un milione

Restauro del municipio di Sant’Agata Militello, ok al progetto esecutivo. Serve un milione

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martedì 06 Ottobre 2015 - 13:06

L'amministrazione comunale del centro nebroideo guidato da Carmelo Sottile ha avviato l'iter amministrativo per l'ottenimento di un finanziamento per il recupero e l'adeguamento funzionale del plesso centrale di Piazza Crispi. La leggenda popolare vuole che Palazzo Faraci fu acquisito per consentire all'ex proprietario di saldare un debito di gioco

Deciso passo operato dalla giunta di Sant'Agata di Militello che, nella seduta del 28 settembre 2015 con la delibera n. 97, ha approvato in linea amministrativa il progetto esecutivo di recupero e adeguamento funzionale dell'immobile sede del Municipio che sorge al civico 259 della via Medici di fronte al monumento ai caduti dei conflitti bellici di Piazza Crispi ed al Castello Gallego.

L'amministrazione santagatese guidata da Carmelo Sottile, primo cittadino dal giugno 2013, punta ad un intervento che interesserà il plesso centrale della “casa comunale” per l'interezza dei suoi tre piani che ospitano vari uffici molti a contatto con il pubblico, ma anche la sala consiliare.

Il progetto è stato predisposto dal RUP arch. Rosalia Gentile per la partecipazione al bando pubblico regionale, di cui al D.D.G. N° 794 del 16/04/2015, per un finanziamento finalizzato alla promozione di interventi di recupero e miglioramento della qualità della vita e dei servizi pubblici urbani nei comuni siciliani indetto dall'Assessorato Infrastrutture e Mobilità.

L'incarico progettuale è stato elaborato dall'arch. Giuseppe Marotta e prevede un impegno economico complessivo per 982mila 403 euro, ed incentrato sul recupero dell'originaria concezione architettonica riproponendo le decorazioni e le partizioni del prospetto, ma opera contemporaneamente per l'adeguamento funzionale tra opere murarie e impiantistiche (elettrico, illuminazione, fotovoltaico, climatizzazione centralizzata), nonché il risanamento (presenze di lastre in cemento amianto nella copertura) e abbattimento delle residue barriere architettoniche presenti per la fruizione ai disabili.

L'edificio originario è datato 1870 per iniziativa della famiglia Faraci, una delle storiche famiglie nobiliari che si erano insediate nella cittadina tirrenica e questo immobile fu poi venduto al Comune che poi realizzò la presente sopraelevazione del secondo piano e dei locali tecnici.

Piccola curiosità: Le cronache popolari romanzano una leggenda per cui l'acquisizione al patrimonio pubblico fosse stata determinata da un debito di gioco da estinguere da parte di un erede del nobile casato che sollecitò l'amministrazione del tempo all'acquisto dell'immobile con un telegramma.

(Giuseppe D'Amico)

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