Dissesto sempre più vicino, la Corte dei conti “smonta” il piano di riequilibrio

Dissesto sempre più vicino, la Corte dei conti “smonta” il piano di riequilibrio

Danila La Torre

Dissesto sempre più vicino, la Corte dei conti “smonta” il piano di riequilibrio

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sabato 30 Marzo 2013 - 22:47

Nella delibera firmata nella Camera di Consiglio del 18 marzo scorso, il relatore Francesco Albo, il presidente Maurizio Graffeo ed il consigliere Anna Luisa Carra elencano i punti deboli del piano. Che sono molti e particolarmente gravi

La Corte dei Conti “smonta” punto per punto il piano decennale di riequilibrio approvato dal Comune, a cui sono legate le uniche speranze di evitare il dissesto finanziario. L’organo di controllo definisce il documento «alquanto lacunoso» rispetto alle linee guida messe a punto dalla Sezione delle Autonomie della stessa Corte, che aveva definito parametri e criteri rigidissimi. Il risultato conseguito da Palazzo Zanca è considerato scadente dalla Corte dei Conti, soprattutto in considerazione del fatto che lo schema istruttorio prodotto dall’ente ed acquisito agli atti della Sezione «riporta pedissequamente in molte parti le formulazioni astratte presenti nello schema generale, omettendo l’inserimento di importanti elementi conoscitivi relativi all’ente». Nella delibera firmata nella Camera di Consiglio del 18 marzo scorso, il relatore Francesco Albo, il presidente Maurizio Graffeo ed il consigliere Anna Luisa Carra elencano i punti deboli del piano.

Nello specifico, i magistrati contabili sollevano rilievi gravi in merito: al disavanzo d’amministrazione; al Fondo svalutazione crediti; ai debiti fuori bilancio riconosciuti negli anni; ai debiti fuori bilancio da riconoscere; ai debiti verso Ato rifiuti; ai debiti verso Atm; ai debiti verso Messinambinete; ai debiti fuori bilancio potenziali; al riordino complessivo delle partecipazioni comunali; ai trasferimenti regionali; ai proventi derivanti dai permessi di costruire; al patto di stabilità interno; alle varie misure correttive: entrate (maggior gettito tributario; copertura dei costi servizi rifiuti e acquedotto), alienazione immobiliare, personale, spese correnti, indebitamento, altro; all’anticipazione di tesoreria; e alla Spending review.

Entriamo adesso nel dettaglio della delibera della Corte dei Conti, andando a vedere i passaggi più significativi, che riportiamo testualmente.

Disavanzo di amministrazione. A seguito dell’approvazione del rendiconto 2011, sono emerse le seguenti risultanze finali: avanzo vincolato per investimenti euro 1.044.530,78; -disavanzo non vincolato pari ad euro 3.393.687,91. Il piano prevede la copertura del predetto disavanzo in tre esercizi (euro 1.393.690,00 nel 2012 ed euro 1.000.000 per ciascuno degli anni 2013 e 2014) senza, tuttavia specificare le fonti di finanziamento. Oltre alla predetta specificazione, si rende necessario conoscere gli esiti della procedura di riaccertamento straordinario dei residui, che l’ente ha semplicemente avviato. Questa procedura, dalla cui corretta conduzione può sensibilmente mutare l’entità del disavanzo di amministrazione da ripianare, oltre ad essere obbligatoriamente prevista dall’art. 243 bis, comma 8, lett. e, del TUEL, è già stata richiesta con deliberazione dalla Sezione Autonomie della Corte e con delibera dello stesso Consiglio comunale, recante le linee guida per la redazione del piano.

Fondo svalutazione crediti.Il legislatore ha recentemente istituito l’obbligo, a partire dal bilancio di previsione 2012, di creare un fondo svalutazione crediti non inferiore al 25 per cento dei residui attivi di cui ai titoli I e III dell’entrata con anzianità superiore a 5 anni. Nel bilancio di previsione 2012, ciò ha comportato un maggiore onere finanziario di euro 10.675.000 euro. Lo stanziamento previsto nel piano risulta sensibilmente inferiore e va addirittura quasi a dimezzarsi a regime (euro 6.653.000 nel 2013 e 5.200.000 a decorrere dal 2014) per via della presumibile riduzione dei residui attivi indebitamente contabilizzati. Sarebbe necessario avere dall’ente ulteriori elementi conoscitivi a giustificazione della stima dei predetti stanziamenti.

Debiti fuori bilancio riconosciuti negli anni precedenti. I controlli finanziari condotti dalla Sezione hanno evidenziato un ammontare sempre crescente di debiti fuori bilancio riconosciuti, che superano i 15 milioni di euro nel 2011. Nel 2012 l’ammontare complessivo dei debiti fuori bilancio e delle transazioni ammonta ad euro 11.878.271,71 (pag. 16 del piano approvato). Nonostante l’ente abbia in passato riconosciuto una serie di debiti nei confronti degli organismi partecipati, non è poi riuscito a provvedere al materiale pagamento delle obbligazioni, in ragione della cronica mancanza di risorse, collegate anche al deludente andamento dei piani di dismissione immobiliare che ha cercato di attuare negli anni. Si chiede, pertanto, di acquisire elementi conoscitivi sull’avvenuta estinzione delle predette passività.

Debiti fuori bilancio da riconoscere. Con riferimento ai debiti fuori bilancio da riconoscere, quantificati in euro 78.322.375,88 (euro 72.887.846,24 di parte corrente ed euro 5.434.529,64 di spesa d’investimento), si rende necessario acquisire: un prospetto dettagliato di tutte le passività incluse nel computo, con specificazione della tipologia di spesa scaturente e del relativo ammontare; un prospetto dell’ente che specifichi meglio le modalità di copertura dei debiti, di natura sia d’investimento che corrente. Quanto ai primi, il prospetto 3.2 prevede il finanziamento di euro 5.434.529,64 attraverso il ricorso al fondo rotazione (di cui peraltro non sono computati gli oneri restitutori) e all’indebitamento, senza quantificarne il rispettivo ammontare. Analoga operazione va richiesta con riferimento alle passività correnti (euro 72.887.846,24), di cui vanno specificate le fonti di finanziamento, con annessa quantificazione del rispettivo ammontare, per ciascuno degli anni di durata del piano; le dichiarazioni dei dirigenti circa l’ammontare dei debiti fuori bilancio da riconoscere, che devono essere acquisite sotto forma di attestazione, come peraltro richiesto dallo schema istruttorio; copia degli accordi formalizzati con i creditori, che consentano la dilazione decennale prevista nel piano per tutte le passività ivi considerate; esito dell’attività di accertamento delle posizioni debitorie con il sistema creditizio. Qualora abbia utilizzato entrate aventi specifica destinazione è necessario verificare se l’ente abbia correttamente ricostituito la consistenza delle somme vincolate.

Debiti verso ATO Rifiuti. Per quanto concerne l’esposizione debitoria nei confronti di ATO ME3 s.p.a., l’ente ha comunicato di aver aderito al piano di rientro previsto dalla legge regionale, che ricomprende anche il residuo debito della transazione di cui alla delibera CC n. 128/2006 e dell’anticipazione regionale di cui al DRG n. 165/2011. L’importo, secondo l’ente, dovrebbe essere decurtato dai debiti fuori bilancio, per euro 29.677.553,09 , e rimborsato in quote annue costanti, secondo un piano di rientro non agli atti di questa Sezione. Essendo medio tempore mutata la normativa di riferimento, l’ente ha comunicato di aver avviato la procedura per la redazione del piano di rientro, con stesura di un piano finanziario di rimborso dei debiti dell’ente al 31.12.2011 per il successivo asseveramento da parte di quest’ultimo. A supporto dell’ipotesi di rateizzazione ventennale delle predette passività, si rende necessario acquisire il piano, comprensivo di asseveramento dell’ente, e dell’approvazione da parte del competente Assessorato regionale.

Debiti verso ATM. Dalla dichiarazione del legale rappresentante, allegata alla delibera consiliare di adozione del piano, emerge una quantificazione degli oneri di liquidazione dell’azienda pari ad euro 45.600.000.Si rende necessario, pertanto, che l’ente motivi lo stanziamento decennale di euro 4.000.000 (il bilancio di previsione 2012 non riportava alcun stanziamento) annui, anziché di euro 4.560.000 .

Debiti verso Messinambiente s.p.a. Stando alla relazione dell’ente, ammonterebbero ad euro 1.759.808,64 , che potrebbero essere oggetto di transazione. La delibera consiliare n. 11/C, tuttavia, include una dichiarazione asseverata del legale rappresentante dalla quale emerge una quantificazione degli oneri di liquidazione dell’azienda pari ad euro 42.000.000 (al netto di euro 18.000.000 oggetto di contenzioso con l’ATO), di cui non v’è traccia nel piano di riequilibrio decennale, parte impieghi (passività). Si rende necessario, pertanto, acquisire le motivazioni del mancato stanziamento.

Debiti fuori bilancio potenziali. Con riferimento ai debiti fuori bilancio potenziali (in relazione ai quali, cioè, non sussistono ancora i presupposti del riconoscimento), quantificati in euro 200.000.000, si rende necessario acquisire: un prospetto dettagliato indicante tutte le passività, con specificazione delle relative tipologie (corrente / investimento), del relativo ammontare e delle rispettive fonti di finanziamento; le motivazioni della scelta di stanziare l’importo di euro 120.000.000, a fronte della quantificazione di euro 200.000.000; una relazione sull’attuale stato del contenzioso, come peraltro richiesto in via generale dallo schema istruttorio della Sezione Aut., sez. I, punto 9.3; l’esito delle misure di allineamento con le contabilità degli organismi partecipati dall’ente; i contratti di servizio stipulati con gli organismi partecipati In loro difetto, infatti, i rapporti di debito / credito sarebbero soggetti a pericolosi margini d’incognita, inconciliabili con qualsiasi logica di corretta corporate governance e, più in generale, con qualsiasi tentativo di risanamento dell’ente.

Riordino complessivo delle partecipazioni comunali. Si chiede di acquisire elementi conoscitivi sull’eventuale riordino complessivo delle partecipazioni comunali e sul correlato impatto finanziario sul bilancio dell’ente.

Trasferimenti regionali. Il piano decennale prevede una riduzione dei trasferimenti erariali, ma non fa altrettanto con riferimento ai trasferimenti regionali, che negli ultimi esercizi hanno subito un consistente decremento a seguito della progressiva riduzione del Fondo regionale delle Autonomie. Lo stesso ente ha quantificato le riduzioni dei trasferimenti regionali nel 2011 in euro 7.700.000,00 rispetto all’anno precedente. Si rende necessario, pertanto, acquisire motivazione della mancata riduzione prudenziale di tale entrata, che invece rimane costante.

Proventi da permessi di costruire. Nel piano decennale, l’ente prevede di finanziare spesa corrente con utilizzo di proventi da permessi di costruire per euro 3.013.500 annui per dieci anni (in totale, oltre 30 milioni di euro). Si rende necessario acquisire idonea motivazione di tale previsione, posto che l’operazione prospettata difetta, allo stato, di specifica norma autorizzatoria.

Patto di stabilità interno. L’ente ha violato il patto di stabilità interno nel 2011 (euro 28.472.000) e prevede di violarlo anche nel 2012, sebbene i risultati non siano ancora definitivi. Si rende necessario, pertanto: acquisire la specificazione delle misure atte a consentire il rispetto del predetto vincolo entro il primo periodo di attuazione del programma di risanamento, in armonia con quanto previsto dalle linee guida della Sezione delle Autonomie; verificare che l’impostazione del piano tenga conto degli effetti sanzionatori collegati all’inosservanza del vincolo negli anni 2011 e, ove confermato, 2012;verificare, in particolare, se l’ente abbia previsto idonei stanziamenti prudenziali per gli effetti finanziari ad essi collegati (nel 2011, decurtazioni ai trasferimenti per euro 7.050.209), sebbene attualmente oggetto di contenzioso dinanzi al Consiglio di Giustizia amministrativa.

Misure correttive

Misura 1 – Maggior gettito tributario. L’ente prevede un maggior gettito di IMU (+ 4.266.008) e di TARES (+ 9.480.000) di cui si chiede di fornire adeguata dimostrazione, producendo le analisi o gli altri idonei parametri di riferimento utilizzati per la stima (art. 162, comma 5, del TUEL). Si richiede che l’ente, che ha chiesto l’accesso al fondo di rotazione, dimostri l’avvenuta approvazione delle aliquote e le tariffe nella misura massima consentita.

Misura 2 – copertura dei costi del servizio smaltimento rifiuti e del servizio acquedotto.Si richiede che l’ente dimostri la copertura integrale dei costi del servizio smaltimento rifiuti e del servizio acquedotto.

Misura 7 – proventi da alienazione immobiliare.Il documento pluriennale prevede un introito da alienazioni immobiliari pari ad euro 43.900.000 euro.La prima quota di introito prevista indicata nel piano (anno 2013), si riferisce alla vendita della Caserma dei Vigili del Fuoco al Ministero dell’Interno per € 4.300.000,00 di cui, allo stato, manca l’atto autorizzativo ministeriale che ne rende incerto quantomeno il loro effettivo valore di realizzo. Le restanti quote, per un totale di euro 39,6 milioni (dal 2014 al 2022), si riferiscono ad un nuovo piano di alienazioni in corso di formazione, posto che il precedente piano di dismissioni (CC n. 29/C del 2009), rimasto in gran parte inattuato (accertati 2,6 milioni di euro a fronte di una previsione iniziale di euro 43,04 milioni), ha esaurito i propri effetti. L’attuale fase di gestazione in cui versa il nuovo piano, redatto secondo gli indirizzi previsti dalla delibera CC n. 102 del 27/2/2012, non consente l’individuazione dei beni oggetto delle vendite né la quantificazione dei futuri e possibili introiti. Si chiede, pertanto, di conoscere il criterio utilizzato per la stima di tutte le suddette poste di entrata, nonché l’indicazione delle tipologie di spesa che saranno finanziate con i predetti proventi e con le eventuali correlate plusvalenze.

Misura 3 – personale. L’ente non sembra aver adottato alcuna misura strutturale di razionalizzazione della spesa di personale, le cui uniche economie (euro 25.584.917,25) sono riconducibili ai pensionamenti di 732 unità. Si richiede all’amministrazione, che ha fatto richiesta di accesso al fondo di rotazione, il provvedimento di rideterminazione della dotazione organica. Il piano prevede nuove assunzioni di personale, compatibilmente con la legislazione pro tempore vigente e con le eventuali economie di spesa. Sarebbe opportuno, inoltre, conoscere le modalità utilizzate per il calcolo dell’incidenza sulla spesa corrente della spesa derivante dal consolidamento della spesa per il personale dell’ente con la spesa riferita al personale delle società partecipate . Ciò permetterebbe di verificare se il suddetto computo sia stato o meno effettuato sulla base delle indicazioni fornite dalla Sezione delle Autonomie .

Spese correnti . Con riferimento alla spesa corrente, si chiede la dimostrazione della riduzione percentuale prevista nel piano, anche in considerazione del fatto che la tabella 8 prevede un progressivo incremento della spesa corrente per complessivi euro 172.727.283 rispetto all’ultimo dato consuntivo disponibile, ossia quello del rendiconto 2011. Giova evidenziare, al riguardo, come la dimostrazione in termini prospettici della progressiva riduzione della spesa corrente non possa che avvenire rispetto a dati consuntivi e non certamente rispetto a dati preventivi, suscettibili di oscillazioni nel corso dell’esercizio di riferimento.

Misura 6 – indebitamento. L’ente prevede per la durata del piano una riduzione dell’indebitamento per euro 12.709.654,00. Si chiede di dimostrare l’effettiva computabilità degli asseriti risparmi derivanti dal progressivo minore onere per il servizio del debito, tenuto conto: della previsione di nuovo indebitamento per il finanziamento di debiti fuori bilancio di cui manca la relativa quantificazione; della necessità di rimborsare l’anticipazione concessa dal Fondo di rotazione, cui l’ente ha chiesto di accedere; dell’obbligo di specificare l'importo delle rate semestrali nel piano di riequilibrio finanziario pluriennale

“Altro” – misura 8 risorse. Si chiede di acquisire specificazione della voce “Altro” (misura 8 risorse), per la quale è previsto un introito al termine del decennio di euro 145.000.000, corredandola da idonee stime.

Anticipazione tesoreria. Si richiede una puntuale analisi della liquidità di cassa, accertando la reale capacità dell’ente di fare validamente fronte ai pagamenti delle obbligazioni assunte in passato. Va peraltro ricordato che con determinazione commissariale è stato disposto il blocco dei pagamenti non strettamente necessari. Si chiede relazione sull’eventuale permanenza e sugli esiti di tali misure, tenuto conto anche delle evidenti problematiche di liquidità.

Spending review.Si chiede di acquisire dall’ente gli esiti della revisione della spesa, con indicazione di precisi obiettivi di riduzione della stessa, nonché della verifica e relativa valutazione dei costi di tutti i servizi erogati e della situazione di tutti gli organismi e delle società partecipati e dei relativi costi e oneri comunque a carico del bilancio dell'ente.

La delibera della Corte dei Conti lascia davvero pochi dubbi sul fatto che il Comune di Messina è ormai a un passo dal default. (Danila La Torre)

30 commenti

  1. E che é un balletto …… dissesto si dissesto no…………. ma veramente si voleva nascondere il sole con un dito ?

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  2. QUALCUNO AVEVA DUBBI???
    SONO MESI CHE SI VA AVANTI A CERCARE DI NASCONDERE IL SOLE DIETRO UN DITO.
    IL DISSESTO E’ UNA COSA GRAVISSIMA E, DATI I TEMPI,ANCOR DI PIU’ PER I CITTADINI DEL COMUNE, MA QUESTO E’ !

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  3. Basta fare l’assessorato ai beni comuni, la flotta comunale e mettere qualche tiglio qua e la’ e si ripiana tutto

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  4. Settimo Libero 31 Marzo 2013 08:59

    Alla luce dei fatti esposti, corre l’obbligo augurare a tutti coloro che oggi si affannano a pubblicizzare la loro candidatura alla poltrona di sindaco al comune di Messina, di avere alle spalle uno studio legale capace di difenderlo da tutte le procedure legali che scaturiranno dai mancati impegni sociali e amministrativi, dovuti al fatto che un comune fallito non potrà onorare.
    Concludo ricordando al futuro nuovo sindaco che le casse nazionali e di conseguenza quelle regionali non invieranno soldi in aiuto, anzi pretenderanno il pagamento dei debiti arretrati.
    Parola di Gatto.

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  5. E dai dichiariamolo questo dissesto ! Cosi’ non si candida nessuno, l’elezioni amministrative non si fanno ! E crocetta ci manda un altro commissario per completare l’opera,si ma quella dei pupi ! tanto con il prestito che avremmo dovuto pagare le tasse sempre a parametri altissimi le dovevamo pagare, il buon Dio che ci liberi da questi incapaci parassiti da quattro soldi!

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  6. Buona Pasqua ! Sono tra coloro che hanno scritto che vi e’ stato un cambio di rotta sul dissesto dettato non da ragioni obiettive ma politiche. Quando il commissario si è insediato lo hanno tirato per la giacchetta ma i numeri non possono essere sindacati. Ho letto sempre con attenzione i commenti di mariedit saja luiben tutti molto puntuali e precisi sotto l’aspetto tecnico economico. Ho scritto anche che a mio avvio il banco salterà e le elezioni anche…non siamo tra quelli che non amano messina anzi la amiamo così tento che non vogliamo che ci prendano per i fondelli. Abbiamo avuto un terremoto e siamo ripartiti ora la politica ci lascia questo uovo di Pasqua…rompiamolo!

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  7. Il problema vero e’che in tutti questi anni nessuna amministrazione ha mai voluto dichiarare lo sforamento del patto di stabilita’, che probabilmente ci avrebbe salvato dal dissesto o forse no, ma andava fatto.
    Ma siccome se si sfora, si tagliano indennita’, non si spende piu’ a destra e a manca,i quattrini si riducono, allora non conviene.
    Detto cio’ la responsabilita’ degli amministratori e burocrati e’ ancora piu’ grande, se si riesce a dimostrare che in tutti gli anni pregressi, il raggiungimento del patto si dichiarava con strumenti da finanza ipercreativa.
    La cosa piu’grave e’ che se in finanza pubblica ti inventi un’entrata che non esiste, sovrastimata e intanto malauguratamente la spendi, affossi sempre di piu’ il tuo creditore e i cittadini, perché prima o poi qualcuno ci dovra’ mettere i soldi, quelli veri, di tasca.
    Ecco perché il falso in bilancio dovrebbe essere punito con la reclusione, se fatto con dolo, equivalente alla rapina, al furto, con l’aggravante del ruolo che si ricopre.
    Sindaci, assessori, consiglieri, revisori dei conti, dirigenti tutti….DOVE ERAVATE? NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE DI ALICE O AMMINISTRAVATE IL COMUNE DI MESSINA?

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  8. e sinceramente eleggere degli amministratori al comune adesso, non capisco che senso abbia.
    Il comune va commissariato, necessita una gestione commissariale prolungata per tentare di risanare l’Ente.
    Se il dissesto si dichiarera’ ad elezioni avvenute, il Sindaco giunta e consiglio resteranno in carica, verranno anche retribuiti, e si occuperanno dell’ordinaria gestione.
    Quindi, altri amministratori da pagare , che non amministreranno un fico sekko, ma scalderanno sedie per anni, con l’alibi del dissesto.
    Bisognera’ vedere quanto sia disponibile la Regione a far si che si voti al comune, in queste condizioni.
    Ma la politica, si sa….purtroppo e’ questa, qui da noi.

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  9. “Il piano di riequilibrio è stato, da subito definito un’anatra zoppa per le innumerevoli lacune in esso riscontrate ed evidenziate, con analiticità, nei vari commenti inseriti nel giornale online “tempo stretto”. La delibera della Corte dei Conti è un grosso macigno che pesa sulla credibilità di chi si è assunto la paternità del documento contabile oggetto di rilievi da parte dell’organo regionale di controllo, a partire dagli organi dirigenziali del Comune ed, a seguire,dal Collegio Sindacale che ne ha espresso parere favorevole, al Commissario Luigi Croce che lo ha vistato, assistito dai Suoi esperti ed, infine dal Consiglio Comunale che lo ha approvato, soggetti tutti non credibili, data la consistenza e rilevanza delle criticità esposte nella delibera oggetto di esame e quindi, tutti insieme e senza alcuna eccezione, per dignità “professionale” dovrebbero trarne le conseguenze e dimettersi. Ma questo accadrebbe in una città normale, Messina è tutt’altra cosa. Infine è d’obbligo al commissario Luigi Croce trasmettere detta delibera della Corte dei Conti al perito dr. Vito Tatò che sta svolgendo per conto della magistratura messinese attività do controllo sulla gestione finanziaria del Comune di Messina.

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  10. MessineseAttento 31 Marzo 2013 10:58

    Mi chiedo cosa potranno fare, per risanare questa situazione, personaggi del calibro di Accorinti o Isgrò (sono i primi due che mi vengono in mente, ma ne potrei nominare almeno altri 3), completamente avulsi da contesti di politica economica e piani di riequilibrio.
    Che Dio ci salvi, buona Pasqua a tutti!

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  11. puliziatotale 31 Marzo 2013 12:01

    sono stato sempre convinto che in politica certe cose non avvengono per caso ,ma anzi al contrario ,certe nomine,i salvatori della patria ma chi ci crede piu,devono pagare chi ha portato messina a questo sfacelo,,e ancora hanno il coraggio di presentarsi a guidare la nostra citta messinesi svegliamoci il prossimo sindaco deve essere un uomo della societa civile e non un politico chiarooooooooo

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  12. i messinesi per come li hanno ridotti , proprio a votare non dovrebbero andare in massa. Se è vero che i vari parassiti si candidano e ricandidano,( e mi riferisco a chiunque da 0 a 100, vecchi e giovani, abbia negli ultimi 30 anni avuto qualsiasi carica politica) è altrettanto vero che qualcuno li vota. Queste elezioni, servi a parte, saranno la vera prova della stupidità e del masochismo o meno del messinese.

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  13. Gentile sig. Antonio. Sono grato che Lei legge i miei commenti che, mi creda, sono frutto di attenta valutazione sia sotto il profilo tecnico, che in riferimento all’aspetto lecito del loro contenuto. Denuncio da anni questa situazione ibrida della gestione finanziaria del nostro Comune e delle partecipate, ma, mai, nessuno mi ha dato ascolto. Ho fatto delle affermazioni che in altre città d’Italia avrebbe interessato gli organi giudiziari, ma a Messina mai nessuno me ne chiesto le motivazioni, Mi rendo conto che la giustizia viene amministrata da uomini e donne con i loro limiti di intelligenza, equità e professionalità, così come le sentente, nel rispetto del “popolo Italiano” che viene implicato nel pronunciamento , devono essere rispettate, ma questo non significa che non possono essere contestate pubblicamente qualora le motivazioni esplicitate nella narrativa si ritengono non rispettosi delle norme legislative oggetto della controversia, ed appellate nelle sedi opportune. Lei, amico sig. Antonio avrà letto da anni che io predico che la contabilità del Comune andava controlla e rivista nella sua impostazione, ma mai nessuno mi ha dato ascolto. Ho detto e scritto anche che la contabilità delle partecipate, compresa l’azienda speciale (Atm), non era allineata, così come oggi richiede al Corte dei Conti, con quella del Comune. ma tutti hanno fatto orecchio da mercante, Ho detto che i bilanci economici di previsione dell’Atm dal 2003 non erano ne certi ne veritieri e che i “Bilanci di esercizio” dal 2003, sempre dell’Atm erano da rottamare, ma nessuno me ne ha chiesto le motivazioni. Oggi, mio caro amico, tutti sono in allarme per un eventuale dissesto che, nei fatti già da anni esiste, ma che tutti vogliono nascondere al fine di evitarlo per soddisfare le esigenze dei vari Genovese, Buzzanca ed altri che potrebbero subire conseguenze politiche rilevanti, non curanti della afflizioni dei cittadini messinesi ridotti, per la politica insana di questi signori, al lastrico ed alla disperazione. E c’è di più, mio caro amico, se si tiene conto che oggi sotto accusa è l’attività contabile degli organi dirigenziali dell’area finanziaria del Comune di Messina che ha avuto, prima dell’avvento del Commissario Croce, titolare di funzioni direttive presso la ragioneria generale una dirigente che vanta stretti legami di parentela, con personaggi di rilevante importanza presso la Procura della Repubblica Messina. Come vedi, la matassa è sempre più aggrovigliata e venirne a capo, a quanto posso supporre, si rende necessario ricorrere ad organismi estrai sia per motivi ambientali che per correttezza decisionale. Comunque BUON NATALE sia agli uomini e donne di buona volontà, sia a tutti quelli dotati di amore verso la verità e la giustizia quella vera e non quella imposta dalle esigenze e dalla necessità di carattere politiche e vlienterali

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  14. puliziatotale 31 Marzo 2013 15:17

    d accordo con te

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  15. Concordo! Mettiamo anche una spruzzata di corresponsabilità’ e amore

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  16. Buona Pasqua…Dott. Saja..Buona Pasqua ..Natale e’ gia’ passato da un pezzo 🙂

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  17. giuseppe cannavò 31 Marzo 2013 19:31

    Se il dissesto è cosi come appare inevitabile e probabilmente più salutare del tentativo di accanimento terapeutico di un commissario allora che sia dichiarato. Al contempo però che si faccia davvero giustizia sulle sue reali cause e che li ha generate. Che si abbia la decenza di prendersi la croce sulle spalle degli errori commessi e si chieda semplicemente scusa alla città. A Messina servono persone si capaci ma anche che siano realmente innamorate dell’urbe e dei suoi cittadini. Serve gente onesta capace di parlare un linguaggio comune senza secondi fini. Gente per cui la propria parola abbia ancora un valore. Sono poche ormai le speranze di farcela ma solo alla morte non c’è rimedio. Noi cittadini onesti e disillusi restiamo e resteremo fino all’ultimo e anche oltre pronti ad aiutare questa città a risorgere. Ma che chi ha sbagliato vada via davvero.

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  18. quindi la targa data a Crocetta (mancava solo la fanfara..)….
    bisogna che venga restituita…..
    non mi sorprende più’ nulla……

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  19. La Corte dei Conti, sta mettendo con le spalle al muro, il ragioniere… del comune, che tenta con i suoi correttivi, ma smontati sistematicamente dalla Corte dei Conti, come fossero dei sacchi pieni d’aria messi in piedi. Penso che il dissesto è ormai certo.

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  20. la targa và data ai messinesi che votano sempre rubagalline
    e incapaci

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  21. Una delle reali cause che hanno portato il Comune di Messina a questo disastro è la cattiva politica, aggiunta all’incapacità degli amministratori che hanno collaborato allo sfascio. Questi dirigenti pagati profumatamente tra incarichi e doppi incarichi e indennitaà di risultato, in aziende leader, dopo tre secondi erano già licenziati!

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  22. in sostanza è come se lo avessero redatto dei bambini delle elementari….chissà chi ce li ha messi li……. adesso è ora di fare chiarezza finalmente…

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  23. Tutti a scagliarsi contro i dirigenti e in particolare contro Coglitore e Di Leo, ma il piano di riequilibrio non è stato formato seguendo pedissequamente le indicazioni dei tre esperti del commissario DALMAZIO,TOMASELLO e SACCA’????

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  24. La Procura sta già andando avanti con le sue inchieste.
    Il consiglio comunale, peraltro molto scarso, non deve fare altro che deliberare la dichiarazione di dissesto. La politica deve pagare il prezzo del suo scarsissimo (pseudo) operato. Non è giusto che siano sempre i cittadini. Il dissesto, a suo tempo, l’ho definito un male necessario, perchè avrebbe consentito di resettare tutto. Del resto siamo ridotti ormai ai minimi termini ed i cittadini, chi senza lavoro, e chi senza stipendio, non possono certo “contribuire” a “ripianare” le scelleratezze di una politica inadeguata fatta da improvvisati, guidati da famiglie che non hanno certo a cuore le sorti della città, ma che come i vari governi nazionali, “sono buone solo a promettere”, naturalmente senza mantenere.
    I messinesi perbene si sono letteralmente SCHIFATI.

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  25. ART.21 COSTITUZIONE libertà di pensiero. Siamo figli di un dio minore, mentre i palermitani con due clik hanno la possibilità di consultare gli elenchi dei RESIDUI ATTIVI e PASSIVI del loro Comune, noi messinesi, e a quanto pare, anche la Magistratura Contabile, NO.
    http://www.comune.palermo.it/js/server/uploads/bilancio/_07012013080136.pdf
    http://www.comune.palermo.it/js/server/uploads/bilancio/_07012013080164.pdf
    A palazzo Zanca se ne infischiano delle leggi sulla TRASPARENZA, mai una sanzione disciplinare ai responsabili di servizio. Con il prossimo Consiglio Comunale la musica dovrà radicalmente cambiare, TUTTO, dico TUTTO, dovrà essere pubblicato in rete.

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  26. ART.21 COSTITUZIONE. Commentare le cose di palazzo Zanca, al rientro delle festività, diventa sempre più difficile, è necessario ma non mi piace. Di alcuni dei punti, su cui la Corte dei Conti fa gravi rilievi critici, ho pubblicato delle cifre, in particolare del FONDO SVALUTAZIONE CREDITI, dei RESIDUI, quelli ATTIVI in particolare, delle ANTICIPAZIONI DI TESORERIA, e prima delle festività dei PROVENTI PER CONCESSIONI EDILIZIE, analizzando i BILANCI DI PREVISIONE dal 2008 al 2012. Voglio pubblicare, ancora una volta, la sintesi dello SCHEMA DI BILANCIO del Comune di Messina, per facilitare la lettura dei bilanci, e aggiornare il diagramma e tabella della RISORSA 671/08, quella messa in discussione dalla Corte, aggiungendo le cifre relative alle SOMME RISULTANTI. Riepilogando, il colore ROSSO è relativo alla colonna 3 dello schema di bilancio, sono gli ACCERTAMENTI desumibili dall’ultimo CONSUNTIVO approvato, quello BLU è inerente alla colonna 4 per gli ACCERTAMENTI dell’anno precedente aggiornati alla data di approvazione del bilancio, il VERDE è per gli stanziamenti di COMPETENZA per l’esercizio cui il preventivo si riferisce. Cos’è l’ACCERTAMENTO? In questa fase viene verificata, 1)l’esistenza del credito, 2)l’esistenza di un titolo giuridico atto a comprovarlo, 3)l’individuazione del debitore, 4)la quantificazione della somma da incassare, 5)la fissazione della data di scadenza del credito, 6)la verifica della documentazione atta a comprovare i punti precedenti. L’ACCERTAMENTO avviene in modo diverso, in relazione al diverso tipo di ENTRATA, per quelle di carattere tributario avviene a seguito di emissione di ruoli o a seguito di altre forme stabilite dalla legge; per le entrate patrimoniali e per quelle provenienti dalla gestione dei servizi a carattere produttivo e di quelli connessi a tariffe o contribuzione dell’utenza, è effettuato a seguito di acquisizione diretta, di emissioni di liste di carico o di ruoli; per le entrate relative a partite compensative delle spese, avviene in corrispondenza dell’assunzione del relativo impegno di spesa;
    per le altre entrate, avviene mediante contratti, provvedimenti giudiziari o atti amministrativi specifici.
    Dalla tabella e dal diagramma, noterete le evidenti incomprensibili differenze, di cui la magistratura contabile chiede conto, non c’è bisogno di commentare, purtroppo per noi messinesi.
    http://img59.imageshack.us/img59/4837/schemabilancio1.png
    http://img585.imageshack.us/img585/7916/671.png

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  27. biosgna capiire quanti ono i messinesi perbene, io una idea me la sono fatta

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  28. ma i dirigenti, gli esperti e via dicendo, non vengono mai allontanati?

    le osservazioni sollevate danno l’idea che i piani di rientro siano carta straccia.

    da tempo ritengo il dissesto inevitabile.

    basta con l’accanimento terapeutico.

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  29. Gli atti del Comune VOLUTAMENTE sono inaccessibili. Avranno qualcosa da nascondere? Un esempio: la legge finanziaria del 2004, prevede l’obbligo per le pubbliche amministrazioni di rilasciare le buste paga online. Ovviamente, il Comune di Messina non l’ha ancora fatto. Perchè? Lo so che non c’entra con l’argomento, ma è solo per rappresentare una delle tante cose che non vanno al comune.

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  30. Salve a tutti, volevo chiedere se qualcuno sa dirmi come posso consultare la delibera della Corte dei Conti del 18 marzo di cui si discute nell’art. Sto preparando la tesi di laurea e potrebbe essermi utile questo documento.

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