"Sole 18 ore di lavoro settimanale ed uno stipendio minimo non possono bastare per condurre una vita che sia tale". Il consigliere della III circoscrizione, Alessandro Cacciotto, si schiera a favore dei contrattisti della Pubblica Amministrazione e chiede, nell'immediatezza, un consolidamento lavorativo

Una vita da precari, al limite della sopravvivenza, della dignità e del decoro umano.

Potrebbe essere l'inizio di un film melodrammatico, fitto di realismo e pessimismo, ma in realtà è solo l'ennesimo grido di disperazione lanciato stamani dai contrattisti della Pubblica Amministrazione.

"Una straziante situazione lavorativa in cui i circa 300 contrattisti del Comune di Messina si trovano da anni a dover convivere".

Esordisce così il Consigliere della III Circoscrizione Alessandro Cacciotto che, in una nota, si schiera a favore di chi "non riesce più a farcela" chiedendo che "l'incertezza costante del futuro" venga debellata una volta per tutte.

"Continuando di questo passo – scrive Cacciotto – con un orario lavorativo di sole 18 ore settimanali ed uno stipendio che non riesce a garantire il soddisfacimento dei minimi bisogni, l'esercito dei contrattisti non riesce più a farcela".

Così, alle richieste di "consolidamento lavorativo" dei cinquanta Agenti part-time della Polizia Municipale (vedi articolo correlato) vanno ad aggiungersi le altre trecento richieste dei contrattisti della PA. Tutti gridano le stesse parole: è giunto il tempo di una stabilizzazione.

"Lavorano eccome – aggiunge il consigliere – con dedizione e professionalità, ma purtroppo al loro proficuo impegno non segue un altrettanto riconoscimento giuridico-economico".

La soluzione identificata sembrerebbe essere quella di "un cambio di rotta rispetto all'Amministrazione precedente", un'azione congiunta tra Sindaco, forze politiche e sindacali, da completarsi con un "dialogo costante" col Presidente della Regione Rosario Crocetta e con il Ministro della Funzione Pubblica Giampiero D'Alia.

"Nel brevissimo periodo – conclude Cacciotto – sarebbe già un fatto fondamentale alzare di qualche ora il tetto massimo delle ore lavorative settimanali".

E, amaramente, qualcuno potrebbe constatare che, se per 350 contrattisti l'obiettivo è "alzare il tetto", per altri migliaia di giovani l'obiettivo è averlo, un tetto.

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