Parco Magnolia, la Soprintendenza: "Aspettiamo dall'Iacp una rielaborazione"

Parco Magnolia, la Soprintendenza: “Aspettiamo dall’Iacp una rielaborazione”

Parco Magnolia, la Soprintendenza: “Aspettiamo dall’Iacp una rielaborazione”

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venerdì 02 Maggio 2014 - 07:02

Il soprintendente Rocco Scimone precisa i termini delle richieste collaborative avanzate nei confronti dell'Istituto Autonomo Case Popolari, a tutela della magnolia e dei ruderi presenti all'interno dell'area che dovrà diventare un parco urbano

Erano stati l’Istituto Autonomo Case Popolari e l’impresa Sidoti Srl, nei giorni scorsi, a spiegare i motivi del fermo dei lavori per la realizzazione del parco urbano nell’area “ex Volàno” (vedi correlato). Motivi confermati adesso anche dalla Soprintendenza, chiamata ad esercitare l’alta sorveglianza in quanto il compendio monumentale dei ruderi e del Ficus Magnolioides, è sottoposto a tutela con Declaratoria numero 709 del 23 marzo 1990.

“Ai fini della salvaguardia del sito – scrive il soprintendente, Rocco Scimone – è necessario proporre collaborativamente una rielaborazione del progetto, peraltro già richiesta con il parere autorizzativo del 2006”.

Il prossimo passo spetta dunque all’Iacp, perché “la Soprindendenza è ancora in attesa di una rielaborazione esecutiva che in particolare preveda una sistemazione più attenta e rispettosa del pregiatissimo e monumentale albero secolare (probabilmente il più antico in Europa) per il quale la Soprintendenza si è attivata a richiedere consulenza al massimo organo tecnico scientifico dell’Università di Messina e dunque nella figura del Direttore dell’Orto Botanico. Dal sopralluogo effettuato congiuntamente, è emerso che non possono essere mantenute le previsioni di assetto architettonico- compositivo (valide al tempo della prima autorizzazione) ma alla luce delle recenti consulenze botaniche potrebbero arrecare danno all’apparato radicale aereo dell’albero secolare arrestando il suo sviluppo naturale”.

A seguito degli ultimi sopralluoghi, le richieste di modifiche alla direzione dei lavori e al rup che – conclude Scimone – “si configurano tra quelle sostenibili e che si orientano all’ottimizzazione delle risorse economiche che non vanno in danno né all’ente appaltante, né tantomeno alla ditta esecutrice dell’appalto in questione”.

2 commenti

  1. e poi si lamentano che non c’è più verde in città 🙂 🙂

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  2. e poi si lamentano che non c’è più verde in città 🙂 🙂

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