Ipotesi accorpamento Autorità Portuale. Oceano: "Scelta dannosa e contraddittoria"

Ipotesi accorpamento Autorità Portuale. Oceano: “Scelta dannosa e contraddittoria”

Ipotesi accorpamento Autorità Portuale. Oceano: “Scelta dannosa e contraddittoria”

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giovedì 03 Aprile 2014 - 11:48

L'allarme a Messina è alto perché l'Authority è uno dei pochi enti davvero attivi sul territorio con una disponibilità di fondi spendibili sul territorio. La Cgil chiede alle istituzioni messinesi di fare fronte comune per mantenere la leadership del presidio. Per Confindustria, se accorpamento dev'essere, la sede va a Messina

Riduzione delle Autorità Portuali italiane per ridurre le spese. In Italia sono 24 e potrebbero essere ridotte a 14. In Sicilia, in particolare, le quattro esistenti (Palermo, Messina, Catania e Augusta) potrebbero essere accorpate per formarne solo due.

L’allarme a Messina è alto perché l’Authority è uno dei pochi enti davvero attivi sul territorio con una disponibilità di fondi spendibili sul territorio. L’ente di via Vittorio Emanuele, che gestisce anche il porto di Milazzo, avrebbe potuto gestire anche i porti di Reggio Calabria e Villa San Giovanni, ma adesso sembra che potrebbe essere invece accorpato all’Autorità Portuale di Palermo o ad un sistema unico della Sicilia Orientale con Catania e Augusta.

“Vorremmo segnalare come una scelta di accorpamento dell’Autorità portuale di Messina a Catania o Palermo sia in contraddizione con quanto previsto nella recente legge sulla ‘Istituzione di liberi Consorzi comunali e Città Metropolitane’ che esplicitamente prevede azioni e iniziative per favorire gli accordi tra le Città metropolitane di Messina e Reggio Calabria”, fa presente il segretario generale della Cgil di Messina Lillo Oceano in relazione alle notizie che giungono da Roma sugli incontri relativi alla “riforma Lupi”.

“Siamo alle solite, stanno scartando Messina e lo Stretto. – incalza Oceano -. Nonostante dichiarazioni, impegni, promesse, nei luoghi dove si decide si stanno determinando le condizioni per togliere al nostro territorio il diritto di decidere, scegliere, valorizzare, trarre vantaggio da un sistema portuale che è condizione fondamentale e, allo stesso tempo, opportunità straordinaria per rilanciare lo sviluppo di Messina, Reggio Calabria e di tutta questa area del Mezzogiorno. Se si accorpa l’Autorità portuale di Messina a Catania o a Palermo, si frazionano competenze sul sistema portuale e, aggiungiamo, dell’intero sistema infrastrutturale dello Stretto, tarpando le ali di una naturale vocazione di questo territorio alla logistica, privandola della possibilità di programmare, sottraendo una fondamentale sede decisionale per condividere, sostenere, supportare le scelte fondamentali per lo sviluppo del territorio e la implementazione infrastrutturale”.

“Non vorremmo – osserva Oceano – che dietro la ‘spending review’ si dissimuli la volontà di dirottare altrove risorse economiche e luoghi decisionali su investimenti infrastrutturali ed opportunità di sviluppo. Per questa ragione chiediamo alle nostre rappresentanze istituzionali e politiche, alle nostre rappresentanze parlamentari – nazionale e regionale – di rivendicare con forza il mantenimento dell’Autorità a Messina con l’attribuzione di competenze sul sistema portuale dello Stretto”.

Sull’argomento, anche il presidente di Confindustria, Alfredo Schipani: “Pur comprendendo l’esigenza della spending-review, riteniamo fondamentale evidenziare come Messina da sempre veda nelle attività legate alla portualità un elemento portante dell’economia locale. Questo ha dato origine nel corso degli anni a competenze specifiche, professionalità importanti ed in generale ad un know-how che, piuttosto di essere dispersi, devono essere considerati risorse già esistenti da mettere a disposizione e valorizzare. Non deve nemmeno essere sottovalutata la posizione della nostra Città, che ci candida a pieno titolo alla gestione della futura mobilità sullo Stretto. Si aggiunga inoltre che i notevoli investimenti in itinere relativi soprattutto alla Zona Falcata, i cui fondi sono di pertinenza esclusiva della città, pur essendo fondamentali per lo sviluppo locale, sono da troppo tempo bloccati. Se accorpamento deve essere, si valuti l’ipotesi di portare a Messina la sede. La nostra è una città a cui nel corso degli anni è sempre stato tolto, gli Imprenditori sono stanchi di subire. Questa è la volta in cui Messina può e deve ricevere, e quindi dobbiamo alzare la testa e giocare le nostre carte, fatte di competenze e di numeri inequivocabili che dimostrano come il nostro sistema portuale, anche senza gli sviluppi relativi al secondo porto di Tremestieri, già ora esprima un’economia superiore agli altri della Regione”.

Un commento

  1. E’ irreale che un porto piccolo, specie Catania, venga messo al controllo ed allo sfruttamento di un sistema portuale notevole, con milioni di passeggeri, pendolari e mezzi.
    Messina e’ il primo porto italiano con notevole attivo economico….che fa gola.
    Roma “Civitavecchia” ha diritto all’autorità’ portuale perche’ e’ la capitale…
    Messina e’ la capitale del movimento passeggeri in Italia…..perche’ deve essere umiliata, derubata, svuotata…il lavoro dei messinesie e non dimenichiamo dei reggini, che negli anni hanno realizzato un notevole sistema, anche in assenza del supporto di stato e regioni, deve essere massacrato per portare frutti ad altri…..In riva allo Stretto vivono centinaia di migliaia di persone, due provincie che contano quasi 1.500.000 ab………con migliaia di pendolari…..che hanno diritto al lavoro, allo studio, alle cure mediche etc….ormai allo Stretto hanno tolto tutto, dai comandi militari, ai distretti e alle direzioni e dirigenze civili…
    Pane e lavoro tolto, strappato ai messinesi e lo ricordo al pari, anche ai reggini….ci mancano solo i campi di sterminio…..e poi il nuovo olocausto e completo.

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