Al Piemonte un padiglione completato da mesi e non ancora aperto

Al Piemonte un padiglione completato da mesi e non ancora aperto

Al Piemonte un padiglione completato da mesi e non ancora aperto

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giovedì 24 Ottobre 2013 - 09:44

Mentre il dibattito si incentra sui punti nascita di Piemonte e Papardo, il comitato “Salvare l’ospedale Piemonte” sposta l’attenzione sui lavori di ristrutturazione del nosocomio di viale Europa che dovranno servire a garantire un numero minimo di 121 posti letto. Al momento sono 78. Potrebbero diventare presto 90 con l’apertura del padiglione 4, i cui lavori sono terminati da mesi

Il punto nascita deve essere mantenuto solo al Piemonte o solo al Papardo? O, ancora, deve restare in entrambi i presìdi ospedalieri? E’ l’argomento al centro del dibattito in questo periodo, da quando la Regione ha indicato la necessità di lasciare attivo uno solo dei due punti nascita della stessa azienda ospedaliera.

Per il comitato “Salvare l’ospedale Piemonte”, però, le criticità sono da ricercare nello smembramento dei reparti del Piemonte e l’obiettivo prioritario dev’essere quello del mantenimento del Pronto Soccorso e dei posti letto. Una rappresentanza del comitato, composta dal presidente Marcello Minasi, da uno dei fondatori, Silvano Arbuse, dal chirurgo Donatella Melina e dal sindacalista Giovanni Micali, ha incontrato il prefetto Stefano Trotta, consegnandogli un report sulle attuali condizioni dell’ospedale di viale Europa.

“Il progetto iniziale della Regione Siciliana – spiega Minasi – di eliminare duplicati di reparti e discipline cliniche, in funzione di una razionalizzazione della spesa sanitaria, deve essere rivisto e corretto. Il Piano di Rientro va contestualizzato ad una città difficile sotto il profilo viabilità come Messina che non può subire la mentalità aziendale dell’unione ‘Papardo – Piemonte’. Coprire la distanza tra i due punti ospedalieri diventa insostenibile, in determinati orari e periodi dell’anno, con una sola strada di collegamento. Ci sarà un motivo più che valido – ironizza – per cui la Protezione Civile ha indicato il nosocomio ‘Piemonte’ come unica area di raccolta e raggiungibile a piedi, in caso di calamità naturale, comunque vicina allo svincolo autostradale. L’Ospedale deve essere restituito alla collettività come Punto d’emergenza – urgenza con la sua vera mission e le sue specialistiche, a partire da Emodinamica”.

“Assistiamo da anni ad una graduale operazione di smantellamento nei confronti del Piemonte – aggiunge Arbuse -. In atto, sono attivi 78 posti letto (di cui 4 di Pronto Soccorso in barella), che corrispondono a 7 specialistiche (Ostetricia e Ginecologia, Cardiologia, Pediatria e Unità di Terapia Intensiva Neonatale, Medicina, Chirurgia generale, Ortopedia, Rianimazione) contro i 121 disposti dal Piano Sanitario Regionale. La riduzione della degenza avrebbe dovuto rispettare i tempi della messa in sicurezza del nosocomio. Invece, il Padiglione 4, i cui lavori di ristrutturazione sono stati ultimati da mesi (tra reparto di Medicina Generale, Patologia Clinica e Centro Prelievi), non è stato ancora aperto all’utenza. Il Pronto Soccorso e i reparti di Utic e Cardiologia non sono a regime. Il Padiglione 6 ha già superato la scadenza per la consegna di altri lavori di adeguamento sismico. Nel complesso, oltre 2 milioni e mezzo di euro spesi”.

“Le Unità Operative sono costrette a turni massacranti – commenta la dottoressa Donatella Melina – perché non hanno un numero di medici e paramedici sufficienti a garantire l’assistenza. Basta pensare che, in tutta la struttura, sono disponibili solo 9 anestesisti di cui 4 deputati al solo reparto di Rianimazione. Eppure il presidio conta un aumento di interventi annui, quali 32mila accessi al Pronto Soccorso Generale e oltre 1000 parti”.

“Temiamo – dichiarano gli esponenti del Comitato – che l’iniziativa di creare un Polo Materno-Infantile, ritenuto comunque un’importante eccellenza sanitaria, così come esposto dall’Assessore Regionale Borsellino, possa costituire una rischiosa caduta di interesse nei confronti della riattivazione di tutto il Presidio. Su questo, – continuano – il governo Crocetta ed il Commissario straordinario devono darci assicurazioni certe”.

“A nostro avviso, – conclude il Comitato – la sopravvivenza di un Ospedale efficiente ed inalienabile per la comunità messinese deve essere garantita ed eventualmente coincidere con la realizzazione di un Polo Materno – Infantile presso il nosocomio ‘Piemonte’, che comporta un cospicuo investimento economico e professionale“.

Nel corso degli anni, il Comitato e tutti i sindacati hanno spinto per mantenere in vita il Presidio di viale Europa. Il Comitato ha cercato, già lo scorso marzo, un approccio con l’assessore Borsellino recandosi a Palermo, in passato con l’ex titolare alla Salute, Russo e, due mesi fa, con l’Amministrazione Accorinti, attraverso l’assessore Mantineo. Adesso, chiede un sostegno fondamentale al prefetto Trotta, così come fece con il predecessore Alecci.

IN CORRELATO L'INTERVISTA AL DIRETTORE GENERALE DELL'AZIENDA PAPARDO PIEMONTE, ARMANDO CARUSO, DELLO SCORSO 24 GIUGNO. SI PARLA DEL PAPARDO E DEI PADIGLIONI 4 E 6 DELL'OSPEDALE PIEMONTE

2 commenti

  1. Il punto nascite deve rimanere al Papardo,invece l’ospedale Piemonte dovrebbe passare con l’Asp,come anche il “comitato salviamo il piemonte”si augura che avvenga!

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  2. puzza di bruciato 25 Ottobre 2013 07:33

    Ci sono troppi interessi al piemonte… Si sta tentando di guarire un arto in cancrena quando tutti sanno e sappiamo che và ,purtroppo amputato. Forse la distanza tra papardo e piemonte da fastidio a qualche luminario!!!!!

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