Pino: L’Autorità Portuale può bonificare la Zona Falcata. Di Sarcina: Falso. Ed è colpa del Comune

Pino: L’Autorità Portuale può bonificare la Zona Falcata. Di Sarcina: Falso. Ed è colpa del Comune

Marco Ipsale

Pino: L’Autorità Portuale può bonificare la Zona Falcata. Di Sarcina: Falso. Ed è colpa del Comune

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sabato 26 Settembre 2015 - 23:11

Lo scorso 19 giugno l’Ente Porto è stato soppresso e posto in liquidazione, dopo aver rinunciato ad ogni pretesa sulla Zona Falcata. Il contenzioso, però, prosegue tra Comune e Autorità Portuale. A ottobre un nuovo capitolo giudiziario ma il rischio è che tutto si prolunghi ancora senza che nulla si muova sul fronte della riqualificazione…

Tra i due litiganti il terzo non gode, anzi è proprio quello che ne paga le conseguenze. I litiganti sono il Comune e l’Autorità Portuale, il terzo sono i cittadini messinesi. Il tema del contendere è la Zona Falcata, l’area più preziosa della città lasciata colpevolmente nel degrado da decenni. Un contenzioso ventennale tra Stato e Regione, tra i loro bracci Autorità Portuale ed Ente Porto, risolto a favore del primo solo grazie all’accordo del 23 aprile 2014, che ha sancito la rinuncia sulle aree da parte di Regione ed Ente Porto, con l’avvio dell’iter di liquidazione per quest’ultimo.

In realtà, secondo diverse sentenze ed anche per la Capitaneria di Porto Autorità Marittima dello Stretto, la Regione non aveva alcun diritto sulla Zona Falcata, da sempre di proprietà del demanio statale e, dunque, di competenza dell’Autorità Portuale sin dalla sua nascita, che risale al 1994, fatto sancito per ultimo dal verbale di consegna delle aree firmato il 31 ottobre 2014.

L’accordo del 23 aprile prevedeva che l’Ente Porto s’impegnasse “all’abbandono del giudizio di appello contro la sentenza 191/2013 del Tribunale di Messina e del giudizio iscritto al Nrg 4121/2010 pendente innanzi allo stesso tribunale”. Impegno mantenuto per entrambi i giudizi fino allo scorso mese di maggio, al quale è seguita la legge regionale numero 9 del 7 maggio, che ha previsto la soppressione e la messa in liquidazione dell’Ente, concretizzata lo scorso 19 giugno.

Chiuso definitivamente il capitolo Ente Porto, sulla vicenda non è stata ancora scritta la parola fine perché nella contesa è subentrato il Comune.

“Il contenzioso è su un’area di 7.500 metri quadri, una striscia di 30 metri che doveva essere una via industriale mai nata, più altre piccole aree – afferma l’assessore al Patrimonio e alle Risorse del Mare, Sebastiano Pino -. Secondo il Cga è area comunale mentre secondo una sentenza del Tribunale del 2010 è dell’Autorità portuale. I nostri avvocati dicono che ci sono elementi vicini alla certezza sulla titolarità del Comune e non vedo perché dovremmo regalarle. Abbiamo proposto appello, che si discuterà a ottobre, ma vorremmo definire la vicenda anche prima della causa”.

Fatta la premessa, parte l’attacco. “Non è questo contenzioso a bloccare lo sviluppo e i progetti sull’area – prosegue Pino -. I lavori di bonifica e riqualificazione delle aree industriali dismesse potrebbero essere fatti subito. Il punto è: cosa vuol fare l’Autorità Portuale? Il Piano regolatore portuale, che deve ancora ottenere alcune autorizzazioni, nasce con un vulnus perché non è mai stato discusso dal Consiglio comunale ma approvato nel 2007 dal commissario Sinatra con i poteri del Consiglio. Quant’è previsto è superato dallo stato di fatto. Ad esempio c’è un grattacielo dentro la base della Marina Militare che qualche anno fa stava smobilitando ed oggi invece è tornata con quattro pattugliatori, ci sono due impensabili porticcioli turistici nell’area dell’Arsenale e nella parte esterna vicino alla lanterna del Montorsoli, mentre oggi si rafforza il gruppo aeronavale della Guardia di Finanza. Tutto va invece rivisto in chiave di fruizione dei cittadini, con al centro lo sviluppo culturale e il recupero della Cittadella. Ma a prescindere dal piano regolatore portuale, e quindi dai piani futuri, è bene intanto concentrarsi sul presente. L’Autorità Portuale può iniziare subito le bonifiche, legarle al contenzioso è una forzatura”.

Di parere opposto l’Autorità Portuale ed il suo segretario Francesco Di Sarcina: “Anzitutto chiariamo che il Comune non si è costituito in appello per difendere i propri diritti ma per opporsi alla rinuncia dell’Ente Porto. Quindi prima il sindaco festeggia insieme a noi perché abbiamo raggiunto l’accordo con l’Ente Porto e poi si oppone a quello stesso accordo. Il Comune ha lasciato decadere la sua possibilità di costituirsi e si è ‘svegliato’ più di un anno dopo la pubblicazione della sentenza di primo grado, che comunque ci ha dato pienamente ragione. Non potendo più difendere i propri diritti, ha deciso di difendere i diritti dell’Ente Porto, che invece non vuole più nulla. E’ paradossale, ci sembra un’azione di guerra nei confronti della città. Abbiamo chiesto tante volte al sindaco di fare un passo indietro, abbiamo sentito tante belle parole e promesse ma non è accaduto nulla. L’Ente Porto non vuole saperne più niente di tutta la vicenda, ha estinto uno dei due conteziosi e fatto rinuncia ufficiale per l’altro. Quest’ultimo continua solo a causa dell’opposizione del Comune, che ha determinato il rinvio della chiusura della causa quantomeno ad ottobre, sperando che non ci siano ulteriori rinvii”.

Dopo la dura risposta sul piano giudiziario, Di Sarcina risponde altrettanto duramente anche sul tema della riqualificazione: “Abbiamo una serie di iniziative pronte e alcune le avevamo anche avviate ma le abbiamo fermate a causa del contenzioso in corso con il Comune. Se non si dovesse chiudere neanche ad ottobre, non avremmo la certezza necessaria per programmare le spese. Vogliamo essere d’aiuto alla città e investire nostre risorse nell’area, invece siamo forse visti come un fastidio. Allora abbiamo deciso di aspettare che tutto si chiarisca definitivamente. Anche perché se si inizia una bonifica non si può mica interromperla nel tratto che rivendica il Comune. Supportati dal parere dei nostri avvocati, siamo ragionevolmente tranquilli e riteniamo che il Comune abbia fatto un intervento tardivo e pacchiano, non possono volere la botte piena e la moglie ubriaca. E’ un segnale di improvvisazione, non di serietà. Si vuole remare nella stessa direzione oppure si pensa che noi facciamo pianificazione e spendiamo soldi, stando attenti ad evitare di intervenire sul degrado di una parte che non sarebbe nostra?”.

E se, invece, il Tribunale dovesse riconoscere la titolarità di quella parte al Comune? “Vorrà dire che lì continueranno a crescere le erbacce come in altre parti della città e anche noi lasceremo morire tutto – conclude Di Sarcina – perché non possiamo intervenire su aree non nostre. Mi auguro che ad ottobre, o comunque prima possibile, finisca questa vicenda farsesca”.

(Marco Ipsale)

22 commenti

  1. Tiriamo una monetina ?

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  2. Tiriamo una monetina ?

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  3. Il bello è che entrambe le istituzioni – deputate al pubblico interesse (Aristotele, dove sei?) – ragionano come se le aree in questione fossero “cosa propria”, salvo sbandierare un vessillo in cui affermano che fanno tutto questo per noi, cittadini e pagatori di tasse che ingrassano i portafogli loro, che rimpinguano le “nostre risorse” (sic) e dei rispettivi avvocati. Se non fosse estremamente triste, ci si potrebbe fare anche due risate…

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  4. Il bello è che entrambe le istituzioni – deputate al pubblico interesse (Aristotele, dove sei?) – ragionano come se le aree in questione fossero “cosa propria”, salvo sbandierare un vessillo in cui affermano che fanno tutto questo per noi, cittadini e pagatori di tasse che ingrassano i portafogli loro, che rimpinguano le “nostre risorse” (sic) e dei rispettivi avvocati. Se non fosse estremamente triste, ci si potrebbe fare anche due risate…

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  5. L’articolo di IPSALE è puntuale,sintetizza con chiarezza encomiabile una questione complessa,la cui complicatezza sta nella difficoltà di comprendere perché due organismi istituzionali si devono affidare agli avvocati,gli unici a guadagnarci sempre,e non ad una conferenza dei servizi con la Regione. DI SARCINA si lascia prendere la mano,quando parla di erbacce da impropriamente un giudizio politico,che compete ai messinesi. La sua giustificazione all’affermazione di PINO non ha fondamento,l’Autorità Portuale può iniziare la bonifica, escludendo la striscia contesa,discutere con i messinesi, Sindaco e Consiglio, il piano regolatore del porto. Mi puzza di bruciato questa attesa di DI SARCINA, forse aspetta amministratori amanti del cemento?

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  6. L’articolo di IPSALE è puntuale,sintetizza con chiarezza encomiabile una questione complessa,la cui complicatezza sta nella difficoltà di comprendere perché due organismi istituzionali si devono affidare agli avvocati,gli unici a guadagnarci sempre,e non ad una conferenza dei servizi con la Regione. DI SARCINA si lascia prendere la mano,quando parla di erbacce da impropriamente un giudizio politico,che compete ai messinesi. La sua giustificazione all’affermazione di PINO non ha fondamento,l’Autorità Portuale può iniziare la bonifica, escludendo la striscia contesa,discutere con i messinesi, Sindaco e Consiglio, il piano regolatore del porto. Mi puzza di bruciato questa attesa di DI SARCINA, forse aspetta amministratori amanti del cemento?

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  7. Non riesco a capire come si possa difendere la posizione dell’amministrazione comunale a fronte delle responsabili dichiarazioni di Di Sarcina. I due enti hanno finalità e statuti completamente diversi, non si può pretendere che l’AP si sostituisca al Comune perché quest’ultimo non è capace di portare a termine alcuna iniziativa. Si continua a partire dal presupposto che le contraddittorie convinzioni personali di alcuni elementi della Giunta rappresentino la volontà dei Messinesi “Buoni e Onesti”. Esiste un Consiglio comunale che deve avallare le sparate personalistiche e fantasiose degli amministratori, a maggior ragione, l’AP deve limitarsi a fare il suo mestiere.

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  8. Non riesco a capire come si possa difendere la posizione dell’amministrazione comunale a fronte delle responsabili dichiarazioni di Di Sarcina. I due enti hanno finalità e statuti completamente diversi, non si può pretendere che l’AP si sostituisca al Comune perché quest’ultimo non è capace di portare a termine alcuna iniziativa. Si continua a partire dal presupposto che le contraddittorie convinzioni personali di alcuni elementi della Giunta rappresentino la volontà dei Messinesi “Buoni e Onesti”. Esiste un Consiglio comunale che deve avallare le sparate personalistiche e fantasiose degli amministratori, a maggior ragione, l’AP deve limitarsi a fare il suo mestiere.

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  9. Caro giornalista, i cittadini messinesi non ne pagano le conseguenze perché se veramente avessero avuto a cuore la propria città non avrebbero eletto amministratori un gruppetto di persone presuntuose arroganti e ipocriti… oltre che incopetenti su gran parte di ciò che dovrebbero amministrare… giusto MARIEDIT?

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  10. Caro giornalista, i cittadini messinesi non ne pagano le conseguenze perché se veramente avessero avuto a cuore la propria città non avrebbero eletto amministratori un gruppetto di persone presuntuose arroganti e ipocriti… oltre che incopetenti su gran parte di ciò che dovrebbero amministrare… giusto MARIEDIT?

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  11. Ad un osservatore obiettivo e disinteressato, appare chiaro che L’A.P. nella persona dell’ing. Di Sarcina intenda esercitare una specie di “ricatto” morale del seguente tenore: caro Comune( cioè NOI messinesi) rinuncia a rivendicare la titolarità di quei 30 metri, altrimenti minacciamo di lasciare nell’abbandono tutti i 7.500 mq. Ma come si permette? È vero che il buddace è tradizionalmente “babbasuni”, ma questa vicenda puzza. L’A.P.( organo misto) ha troppo potere e troppi soldi in cassa, immobilizzati 62 milioni. Li spenda per risanare una zona degradata e faccia meno storie e meno “politica”. I cittadini sempre più poveri e LORO ingiustificatamente ricchi. Vedrete però che in questa città nessuno oserà puntare i riflettori su di loro.

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  12. Ad un osservatore obiettivo e disinteressato, appare chiaro che L’A.P. nella persona dell’ing. Di Sarcina intenda esercitare una specie di “ricatto” morale del seguente tenore: caro Comune( cioè NOI messinesi) rinuncia a rivendicare la titolarità di quei 30 metri, altrimenti minacciamo di lasciare nell’abbandono tutti i 7.500 mq. Ma come si permette? È vero che il buddace è tradizionalmente “babbasuni”, ma questa vicenda puzza. L’A.P.( organo misto) ha troppo potere e troppi soldi in cassa, immobilizzati 62 milioni. Li spenda per risanare una zona degradata e faccia meno storie e meno “politica”. I cittadini sempre più poveri e LORO ingiustificatamente ricchi. Vedrete però che in questa città nessuno oserà puntare i riflettori su di loro.

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  13. Di Sarcina:”Quindi prima il sindaco festeggia insieme a noi perché abbiamo raggiunto l’accordo con l’Ente Porto e poi si oppone a quello stesso accordo”. Dott.Di Sarcina prima era prima,dopo era dopo,fatto sta che lo scalzo non aveva,al solito capito una mazza.Allora bonificatelo stu pezzo di mare e lascetelo spraitare al vento….

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  14. Di Sarcina:”Quindi prima il sindaco festeggia insieme a noi perché abbiamo raggiunto l’accordo con l’Ente Porto e poi si oppone a quello stesso accordo”. Dott.Di Sarcina prima era prima,dopo era dopo,fatto sta che lo scalzo non aveva,al solito capito una mazza.Allora bonificatelo stu pezzo di mare e lascetelo spraitare al vento….

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  15. Chiunque apra bocca contro ACCORINTI si garantisce i fan, DI SARCINA lo ha capito, quindi ha pensato bene di parlare alla pancia dei messinesi, la frase è destinata al repertorio dei politici nostrani alla SALVINI.“Vorrà dire che lì continueranno a crescere le erbacce come in altre parti della città.” Adesso propongo il DI SARCINA ponderato.”Porto di Messina. Studio di fattibilità del nuovo porto turistico della zona falcata. Breve descrizione: L’adozione del PRP e la contestuale necessità di pensare già da ora al recupero
    delle aree degradate della zona falcata del porto di Messina impone la necessità di iniziare a rendere esecutivo il PRP stesso anticipando ogni possibile atto in attesa dell’approvazione finale del medesimo documento.”

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  16. Chiunque apra bocca contro ACCORINTI si garantisce i fan, DI SARCINA lo ha capito, quindi ha pensato bene di parlare alla pancia dei messinesi, la frase è destinata al repertorio dei politici nostrani alla SALVINI.“Vorrà dire che lì continueranno a crescere le erbacce come in altre parti della città.” Adesso propongo il DI SARCINA ponderato.”Porto di Messina. Studio di fattibilità del nuovo porto turistico della zona falcata. Breve descrizione: L’adozione del PRP e la contestuale necessità di pensare già da ora al recupero
    delle aree degradate della zona falcata del porto di Messina impone la necessità di iniziare a rendere esecutivo il PRP stesso anticipando ogni possibile atto in attesa dell’approvazione finale del medesimo documento.”

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  17. Art.4 dell’ACCORDO tra Regione e Autorità. “Dandosi reciprocamente atto del possibile stato di inquinamento dell’area “ex Stazione di Degassifica”, a fronte della generale carenza delle risorse economiche necessarie alla sua bonifica, dalla data consegna del sito all’Autorità portuale,si conviene che quest’ultimo Ente subentra a ogni effetto,con tutti i poteri di autodeterminazione e gestione riconosciuti dalla legge,nella procedura di affidamento della progettazione definitiva- esecutiva e nelle attività consequenziali di caratterizzazione già avviate dall’Ente Porto,nonché nel relativo finanziamento regionale già concesso per l’importo di 997 mila euro.” CROCETTA deve chiedere conto a DI SARCINA dei suoi ritardi ingiustificati e dannosi.

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  18. Art.4 dell’ACCORDO tra Regione e Autorità. “Dandosi reciprocamente atto del possibile stato di inquinamento dell’area “ex Stazione di Degassifica”, a fronte della generale carenza delle risorse economiche necessarie alla sua bonifica, dalla data consegna del sito all’Autorità portuale,si conviene che quest’ultimo Ente subentra a ogni effetto,con tutti i poteri di autodeterminazione e gestione riconosciuti dalla legge,nella procedura di affidamento della progettazione definitiva- esecutiva e nelle attività consequenziali di caratterizzazione già avviate dall’Ente Porto,nonché nel relativo finanziamento regionale già concesso per l’importo di 997 mila euro.” CROCETTA deve chiedere conto a DI SARCINA dei suoi ritardi ingiustificati e dannosi.

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  19. Caro Benedetto,qui non si tratta di difendere l’amministrazione comunale.Figurarsi.L’argomento del contendere è se il COMUNE( cioè,tutta la nostra comunità pubblica,al di là dell’attuale”Giunta”,debba genuflettersi e rinunciare ad un bene che appartiene,secondo molti pareri legali e secondo il “buon senso”a tutti noi cittadini Messinesi.Bisogna onestamente rendersi conto che l’A.P.in quanto organo misto,con posti a sedere x Franza, non so a causa dello Statuto,ma nella prassi, non ha fatto fin’ora granché per la cittadinanza. Difendere con i denti e con i legali quei trenta metri contesi, appare una evidente scusa per l’IMMOBILISMO sulla zona falcata, lasciata indecorosamente nel degrado, pur avendo ricche risorse inutilizzate in cassa.

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  20. Caro Benedetto,qui non si tratta di difendere l’amministrazione comunale.Figurarsi.L’argomento del contendere è se il COMUNE( cioè,tutta la nostra comunità pubblica,al di là dell’attuale”Giunta”,debba genuflettersi e rinunciare ad un bene che appartiene,secondo molti pareri legali e secondo il “buon senso”a tutti noi cittadini Messinesi.Bisogna onestamente rendersi conto che l’A.P.in quanto organo misto,con posti a sedere x Franza, non so a causa dello Statuto,ma nella prassi, non ha fatto fin’ora granché per la cittadinanza. Difendere con i denti e con i legali quei trenta metri contesi, appare una evidente scusa per l’IMMOBILISMO sulla zona falcata, lasciata indecorosamente nel degrado, pur avendo ricche risorse inutilizzate in cassa.

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  21. Colpevole ritardo di DI SARCINA? Il virgolettato è tratto da un articolo di TempoStretto, a firma Emanuele RIGANO, siamo a maggio del 2011. ” Alla riunione nel Dipartimento rifiuti e acque dell’Assessorato Ambiente hanno partecipato il direttore Vincenzo Emanuele, il direttore Dipartimento attività produttive Marco Romano e la responsabile della segreteria tecnica della Presidenza della Regione Cleo Licalzi, i quali hanno confermato i finanziamenti e autorizzato a procedere l’Autorità portuale con un bando di gara ad evidenza pubblica. ” A questo punto farebbe bene la Procura della Repubblica ad aprire un fascicolo di indagine, c’è in gioco l’economia di una città e la sua salute, infatti l’area è intensamente inquinata.

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  22. Colpevole ritardo di DI SARCINA? Il virgolettato è tratto da un articolo di TempoStretto, a firma Emanuele RIGANO, siamo a maggio del 2011. ” Alla riunione nel Dipartimento rifiuti e acque dell’Assessorato Ambiente hanno partecipato il direttore Vincenzo Emanuele, il direttore Dipartimento attività produttive Marco Romano e la responsabile della segreteria tecnica della Presidenza della Regione Cleo Licalzi, i quali hanno confermato i finanziamenti e autorizzato a procedere l’Autorità portuale con un bando di gara ad evidenza pubblica. ” A questo punto farebbe bene la Procura della Repubblica ad aprire un fascicolo di indagine, c’è in gioco l’economia di una città e la sua salute, infatti l’area è intensamente inquinata.

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