S. Teresa di Riva. La coinvolgente Notte nazionale della cultura al liceo classico "Trimarchi"

S. Teresa di Riva. La coinvolgente Notte nazionale della cultura al liceo classico “Trimarchi”

S. Teresa di Riva. La coinvolgente Notte nazionale della cultura al liceo classico “Trimarchi”

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mercoledì 18 Gennaio 2017 - 10:05

La manifestazione ha visto la partecipazione di tanti spettatori, amministratori, famiglie degli studenti, ex allievi e quanti hanno condiviso la motivazione da cui è nato questo evento, ossia la necessità storica di salvaguardare gli studi classici

Il Liceo classico E.Trimarchi dell’Istituto di Istruzione Superiore di Santa Teresa di Riva anche quest’anno ha celebrato, insieme ad altri 388 licei d’Italia, la III edizione della Notte nazionale della cultura classica, coinvolgendo con entusiasmo la dirigente Carmela Maria Lipari, tutta la comunità scolastica e l’hinterland jonico e numerosi supporters istituzionali e commerciali. Insieme è stato possibile dare vita ad una manifestazione che dal primo pomeriggio si è protratta fino alla mezzanotte e che ha visto la partecipazione di tanti spettatori, amministratori, famiglie degli studenti, ex allievi e quanti hanno condiviso la motivazione da cui è nato questo evento, ossia la necessità storica di salvaguardare gli studi classici. In tutta la penisola l’evento è stato voluto, infatti, per rivitalizzare i valori trasmessi dalla formazione umanistica, che non sottovalutando i saperi scientifici e le lingue contemporanee, ricorda a tutti che chi sa dialogare col passato riesce a vigilare sul presente e a proiettarsi nel futuro.

Il tema scelto quest’anno nel Liceo Trimarchi è stato quello dell’amore, prendendo spunto dalla celebre espressione che Virgilio usa nelle Bucoliche “Omnia vincit amor et nos cedamus amori”, per elogiare questo sentimento nell’accezione più ampia di filantropia e di humanitas in una società spesso inaridita e impregnata di pericoloso individualismo e di tentazioni nazionalistiche e xenofobe. Da qui l’incipit della manifestazione durante il quale alcuni studenti hanno drammatizzato in costume le grandi lezioni di vita dei maestri dell’humanitas per rammentarci di coltivare i valori umani, perché come insegna Luciano di Samosata, la vita è come un corteo in cui la Fortuna è il cerimoniere che ordina e distribuisce gli uffici e le vesti a ciascuno di noi, oppure Sofocle dicendo che molti sono i prodigi e nulla è più prodigioso dell’uomo, o Menandro quando scrive «com’è amabile l’uomo, quando è uomo» o Terenzio col suo indimenticabile “homo sum, humani nihil a me alienum puto”, «sono un essere umano, non ritengo a me estraneo nulla di umano» e infine Seneca, che ribadisce “costui, che tu chiami tuo schiavo, è nato dallo stesso seme, gode dello stesso cielo, respira, vive, muore come te.”

Tutti gli studenti, i docenti, alcuni ex allievi del Trimarchi e tanti ospiti, guidati dai presentatori Chiara Briguglio e Ugo Arcidiacono, hanno voluto condividere con gli spettatori presenti questi principi attraverso le loro abilità culturali e artistiche, dando prova di spirito creativo ma soprattutto di un forte senso di appartenenza alla comunità scolastica che rappresentano, per meglio valorizzarla e tutelarla. Molto puntuale la lectio magistralis sul valore dell’amore e del rispetto per l’umanità tenuta dalla docente di Letteratura Latina dell’Università di Messina Rosa Santoro e veramente toccante la testimonianza di Fabrizio Pulvirenti, medico di Emergency, che ha parlato dei diritti umani ancora oggi negati in alcune aree de mondo e della sua esperienza in Sierra Leone, dove ha contratto il virus dell’ebola, riuscendo a sopravvivere. Entrambi i relatori e il Gruppo Amnesty International di Messina hanno cercato di riferire alla contemporaneità l’idea che esista da sempre una natura umana comune, universale e transculturale, ribadendo con fermezza come l’ideale del rispetto della dignità umana, indubbiamente di matrice classica, rientri necessariamente nell’ambito della legge morale personale o del diritto e della giustizia.

Questi concetti sono stati il filo unitario dell’intera Notte santateresina, percorrendo tutte le diverse performances, anche la toccante rappresentazione della tragedia Antigone di Sofocle per opera degli studenti del laboratorio teatrale, guidato dall’attore-regista Tino Caspanello. Emozioni forti hanno suscitato, inoltre, la danza delle allieve ed ex allieve della Scuola di ballo “Studio Dance Continuum” sia l’eccellente lezione-esibizione del tenore Francesco La Spada, che, accompagnato al piano dal maestro Cirino, ha cantato famose aree, tra cui “E lucevan le stelle”, dalla Tosca di Puccini, sia l’esecuzione al violino e alla chitarra di Fabiola Andronaco e Carlo Briguglio, che hanno eseguito la sonata n. 1 di Paganini. Particolarmente originale l’esibizione canora del piccolo Giacomo D’Arrigo che con il suo brano “Cina è” ha trasferito ai presenti l’importanza della multiculturalità e del rispetto della diversità. Il clou della serata è stato raggiunto con il recital degli studenti che hanno presentato un consistente florilegio di poeti greci, latini, italiani, inglesi, francesi, oltre che un omaggio a Zygmunt Bauman, scomparso da pochi giorni e il buffet – simposio con pietanze tratte dai ricettari greci e latini, rigorosamente preparate dagli studenti e dalle loro famiglie. I ritmi del jazz, l’accattivante suono del sax di Dario Miano, del pianoforte di Osvaldo Corsaro e del contrabbasso di Nello Toscano, unito alla strepitosa voce di Laura Lo Re e alle percussioni di Ruggero Rotolo, hanno reso questa serata anche magica e accattivante. Nel finale, ben oltre la mezzanotte, in sintonia con tutti gli altri licei d’Italia, è stato recitato in lingua greca e in italiano ‘Il lamento di Danae'”, frammento n.13 di Simonide di Ceo nella traduzione di Salvatore Quasimodo, versi commoventi che narrano il dolore di una madre, che consola nella tempesta della vita e dei flutti, il suo figliolo Perseo, una accorata preghiera a Zeus che salvi suo figlio da un crudele e precoce destino di morte.

Queste parole antichissime e immortali per ricordare il dramma delle “carrette del mare”, la sofferenza umana di molte donne che lasciano con dolore la loro terra e che in un naufragio perdono i loro bambini. Insomma anche questa terza edizione è stata una lunga maratona culturale che ha unito le comunità studentesche dei licei classici italiani per ribadire ancora una volta e in modo corale, come sottolineato dallo scrittore Nicola Gardini recentemente, che “chi esce dal liceo classico conosce la Grecia e Roma e quello che queste civiltà hanno inventano e tramandato e grazie a tale conoscenza sa parlare, sa scrivere, sa pensare, ma soprattutto sa interpretare, mettere in rapporto, relativizzare, confrontare, distinguere, riconoscere il duraturo e l’effimero, dare un nome a fatti diversi, capire la libertà, la bellezza, la varietà e la concordia".

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