Operazione Omero, la Squadra Mobile esegue sette ordinanze di carcerazione

Operazione Omero, la Squadra Mobile esegue sette ordinanze di carcerazione

Operazione Omero, la Squadra Mobile esegue sette ordinanze di carcerazione

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sabato 30 Giugno 2012 - 13:10

Gli arresti sono scaturiti dalla sentenza della Corte di Cassazione che ha rigettato i ricorsi presentati contro le condanne emesse in secondo grado per sette imputati

Dopo il rigetto dei ricorsi presentati alla Suprema Corte di Cassazione contro le sentenze di condanna emesse nell’ambito dell’operazione “Omero”, la Squadra Mobile ha eseguito i relativi ordini di carcerazione emessi dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria. In manette sono finiti Ugo Vadalà, quarantenne messinese, pregiudicato, ritenuto responsabile di aver fatto parte di una associazione per delinquere di stampo mafioso, deve espiare la pena di anni 3, mesi 5 e giorni 7 di reclusione; Francesco Tringali, cinquantottenne messinese, ritenuto responsabile di aver fatto parte di una associazione per delinquere di stampo mafioso, deve espiare la pena di anni 1 mesi 8, giorni 27; Rocco Noschese, trentaquattrenne messinese, ritenuto responsabile di aver fatto parte di una associazione per delinquere di stampo mafioso il predetto deve espiare la pena di anni 3, mesi 4 e giorni 26. Il provvedimento è stato notificato dal personale
Antonino Paggliaro, trentaquattrenne messinese, ritenuto responsabile di aver fatto parte di una associazione per delinquere di stampo mafioso, deve espiare la pena di anni 2, mesi 11 e giorni 11 di reclusione. Massimo Russo, quarantenne messinese, ritenuto responsabile di aver fatto parte di una associazione per delinquere di stampo mafioso deve espiare la pena di anni 2, mesi 11 e giorni 11 di reclusione. Il provvedimento è stato notificato dal personale della Polizia Penitenziaria della Casa di Reclusione di Volterra (Pi), luogo presso il quale si è costituito; Domenico Trentin, trentatreenne messinese, ritenuto responsabile di aver fatto parte di una associazione per delinquere di stampo mafioso deve espiare la pena di anni 3, mesi 5 e giorni 2 di reclusione. Il provvedimento è stato notificato dal personale della Polizia Penitenziaria della Casa di Circondariale di Rebibbia Roma, luogo presso il quale si è costituito; Armando Vadalà, trentottenne messinese, ritenuto responsabile di aver fatto parte di una associazione per delinquere di stampo mafioso, e di tentato omicidio, deve espiare la pena di anni 14 di reclusione. Lo stesso si era reso irreperibile sin dal 26 decorso a seguito di ininterrotte attività di ricerca, è stato rintracciato e tratto in arresto.
Il procedimento Omero, scaturito dalle indagini sul tentato omicidio di Massimo Russo e dall’omicidio di Domenico Randazzo ha accertato l’esistenza di due opposte consorterie criminali di stampo mafioso, finalizzate alla commissione di estorsioni, ed all’acquisizione del controllo indiretto delle attività economico – commerciali operanti in questo Rione Provinciale e zone limitrofe, nel cui ambito si sono verificati i fatti di sangue indicati, facenti capo rispettivamente a Antonino De Luca, e Ferdinando Vadalà.

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