La Corte dei Conti sospende la procedura di dissesto nei confronti del Comune

La Corte dei Conti sospende la procedura di dissesto nei confronti del Comune

Danila La Torre

La Corte dei Conti sospende la procedura di dissesto nei confronti del Comune

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martedì 29 Gennaio 2013 - 21:56

Le sorti dell’ente sono adesso più che mai legate al piano pluriennale di riequilibrio. Ecco nuovi dettagli del documento redatto dall’area economico-finanziaria di Palazzo Zanca

Da Palermo arriva finalmente una buona notizia: la Corte dei Conti ha sospeso la procedura di dissesto, prevista dall’articolo 243 del Testo unico degli enti locali e già avviata nei confronti di Palazzo Zanca con delibera 355 (vedi correlato). La decisione è stata presa nel corso della Camera di Consiglio dello scorso 18 gennaio, a cui hanno partecipato i magistrati Maurizio Graffeo, Anna Luisa Carra e Francesco Albo. Ovviamente non si tratta di un regalo posti natalizio e pre-pasquale dei magistrati contabili, quanto piuttosto della presa d’atto da parte dell’organo di controllo che il Comune di Messina ha attivato la procedura di riequilibrio finanziario. Nella comunicazione recapitata lunedì 28 gennaio a Palazzo Zanca, i tre magistrati avvisano il commissario straordinario Luigi Croce, il Consiglio Comunale ed il Collegio dei Revisori dei Conti che rinviano ogni valutazione all’esito della procedura stessa, mettendo -per il momento – in stand-by la “sentenza” di dissesto.

Il futuro dell’ente dipende, quindi, da come verrà giudicato dal Ministero dell’Interno e dalla stessa Corte dei Conti il piano pluriennale di riequilibrio predisposto dagli Uffici finanziari di Palazzo Zanca, sottoscritto dal commissario straordinario Croce e trasmesso al Consiglio comunale per l’esame dell’Aula.

Dopo le prime anticipazioni su alcuni numeri inseriti nel documento (vedi correlato), ecco nuove informazioni contenute nel piano, relative, in particolare, ai residui attivi e passivi ed alle società partecipate (Amam, Messinambiente, Ato3e Atm), ma anche al patto di stabilità interno 2011, sforato a causa delle somme impegnate per la realizzazione degli svincoli.

RIACCERTAMENTO DEI RESIDUI ATTIVI E PASSIVI

Su questo fronte, il dato a disposizione dell’area economica di Palazzo Zanca è fermo all’esercizio finanziario 2011, in riferimento al quale, nel piano pluriennale di riequilibrio, viene specificato: sono stati eliminati residui passivi per euro 19.632.386,97. Sono stati eliminati residui attivi per euro 23.429.587,09, di cui euro 4.769.884,59 per dubbia esigibilità.

Work in progress per l’anno 2012: la revisione straordinaria dei residui attivi e passivi per la chiusura d’esercizio finanziario 2012 è in corso e terminerà -si legge nel documento – il 28 febbraio 2013. «Occorre anche evidenziare – continua il documento – che l’ente nel bilancio di previsione 2012 ha previsto un fondo oscillazione crediti di euro 10.653.000,00 a fronte di residui attivi esistenti nella contabilità dell’ente riferiti agli anni 2006 e precedenti pari a complessivi euro 42.612.000,00».

CONTO CONSUNTIVO 2011

Nel piano pluriennale si dà conto anche del consuntivo 2011,da cui emerge: un avanzo d’amministrazione vincolato per investimenti pari a euro 1.044.530,78; e un disavanzo non vincolato pari a euro 3.393.687,01, il cui ripianamento è stato previsto in tre esercizi (2012-2014), di cui euro 1.393.690,00, previsti nel bilancio 2012 e n.2 rate costanti di euro 1.000.000,00 ciascuna previste rispettivamente negli esercizi 2013 e 2014.

PATTO DI STABILITA’ INTERNO

Nella fotografia scattata per redigere il piano pluriennale di riequilibrio non poteva mancare il patto di stabilità 2011, che, come si legge testualmente, «non è stato rispettato, con una differenza tra saldo finanziario e obiettivo annuale pari ed euro ventottomilioniquattrocentosettantaduemila. Tale sforamento è imputabile per la massima parte per euro 23.144.000,00 alle somme che nell’anno 2011 sono state pagate per la realizzazione degli svincoli autostradali Giostra- Annunziata…. In aggiunta del finanziamento di cui alla Convenzione con il Ministero dei trasporti, il Comune per la realizzazione delle opere contrasse un mutuo con la Cassa Depositi e Presiti di euro 24.750.650,76 ed inoltre integrò tali finanziamenti con la devoluzione parziale di un altro mutuo non utilizzato dal Comune (depuratore di Tono) … per euro 12.019.424,32, a seguito della transazione e affidamento lavori all’Ati Ricciradello Costruzioni Srl. Nel corso dell’esercizio 2011 sono state pagate somme per euro 23.144.000,00, attingendo esclusivamente dai mutui di cui sopra».

FONDO DI ACCANTONAMENTO

Nel piano pluriennale di riequilibrio si informano i destinatari che nel corso dell’esercizio 2012 è stato istituito un fondo svalutazione crediti di euro 10.000.653,00 pari al 25% dei residui attivi, che alla data del 31/12/2011 ammontano ad euro 42.612.000,00. Analogo fondo- si chiarisce ancora- è stato previsto in maniera presuntiva per tutti gli anni di durata del piano

MESSINAMBIENTE SPA

In questo caso, il piano fornisce un’informazione laconica: «il debito nei confronti della suddetta società ammonta ad euro 1.759.808,64 che può essere oggetto di transazione»

ATO ME3 SPA

Per quanto riguarda la società d’ambito, si fa presente che è stato predisposto un piano di rientro del debito. «L’importo del fondo che sarà erogato dalla Regione Siciliana sarà utilizzato a deconto dei debiti fuori bilancio per euro 29.677.533,09 ed il cui importo sarà rimborsato in quote annue costanti».

AMAM SPA

I residui attivi nei confronti dell’Azienda meridionale acque sono pari a euro 15.335.904,00, mentre la somma di euro 3.470.305,00, riportata dall’Azienda nel proprio bilancio quale somma non esigibile, è stata stralciata dalla contabilità finanziaria ed apposta nella voce “crediti di dubbia esigibilità”.

ATM

A proposito dell’azienda trasporti, nel piano viene specificato che il Consiglio comunale ha votato la delibera di messa in liquidazione dell’azienda, che prevede la nomina dei liquidatori che dovranno presentare al Civico Consesso la situazione finale attiva e passiva dell’Azienda, ad oggi sconosciuta. Tanto che «nel bilancio 2012 per tale titolo non è considerata alcuna somma».

Solo «appena si avrà una fedele rappresentazione contabile dei rapporti con l’Azienda speciale necessaria per evidenziare le obbligazioni che il Comune ha nei confronti della stessa, queste potranno essere inserite tra i debiti da ripianare con il presente piano di risanamento», nel frattempo «si ritiene necessario prevedere per tutta la durata decennale del piano una somma preventiva di complessivi 40 milioni di euro».

Con l’ Atm si conclude la breve “carrellata” di alcune delle informazioni contenute dal piano pluriennale di riequilibrio, a cui indissolubilmente è legato il destino economico del Comune, dipendendo dalla sua approvazione: l’arrivo dei 50 milioni di euro stanziati per Messina dal Governo nazionale; l’arrivo dei finanziamenti regionali (da 33 a 40 milioni) previsti dal salva-comuni varato dalla giunta Crocetta; e la definitiva interruzione della procedura di dissesto. (Danila La Torre)

5 commenti

  1. Insomma, l’Atm ed i suoi lavoratori hanno fatto da banca al Comune!

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  2. sarebbe utile capire le differenze “per i cittadini” tra dissesto e salvacomuni. da quello che ho letto in questi giorni sembra che per “danni sociali” si vada in equivalenza…

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  3. Da quanto letto, certamente il “piano pluriennale di equilibrio” si presenta come una “anatra zoppa” dato che evidenzia aspetti finanziari non definiti in relazione, sopratutto, alle situazioni debitori non quantifica delle società partecipate e della azienda speciale Atm. Un’altro particolare riguarda il. conto consuntivo 2011,da cui emerge un disavanzo non vincolato pari a euro 3.393.687,01, il cui ripianamento è stato previsto in tre esercizi (2012-2014), di cui euro 1.393.690,00, previsti nel bilancio 2012 e n.2 rate costanti di euro 1.000.000,00 ciascuna previste rispettivamente negli esercizi 2013 e 201″ Rimane non quantificato il “risultato di gestione relativo all’esercizio 2012” nonché l’importo di eventuali residui attivi eliminati o di “dubbio esigibilità”, ma è augurabile che siano contenuti entro gli accantonamenti previsti. Comunque, data la brevità di tempo concesso, il lavoro effettuato è da ritenersi apprezzabile. Concludo dicendo che se questa operazione contabile fosse stata fatta nel 2007 quando si chiese di fare “chiarezza sui conti del Comune, oggi Messina sarebbe stata la città più virtuosa d’Italia Miopia contabile, no ignoranza politica.

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  4. ORA TOCCA A……
    chi mantenere gli impegni assunti? Chi dirà agli elettori che le tasse saranno più salate? Chi liquidando l’ATM ridurrà la forza lavoro? Chi avrà questo coraggio? Chi si candida a Sindaco avrà la statura per sostenere il peso del piano di rientro? E la città ha un corpo elettorale coeso e candidati al civico consesso di estrazione alta? Potranno i futuri candidati popolari ma incolti con il portafoglio pieno di voti essere d’aiuto ?

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  5. • Per quanto riguarda i “danni sociali” entrambi le soluzioni prevedono l’elevazioni al massimo delle aliquote tributarie, comprese le tasse, in genere. Dal punto di vista delle responsabilità, in caso di dissesto finanziario gli organi della giustizia contabili ed ordinari dovranno fare accertamenti sulle persone che hanno amministrato l”ente, sia sotto il profilo politico che dirigenziale, sopratutto economico finanziarie per accertare eventuali responsabilità in relazioni alle cause del dissesto ed applicare le sanzioni previsti dalla legge, Col salva comuni tutti potrebbero farla, amministratoti e dirigenti, franca sulle spalle dei cittadini costretti a pagare più tasse. Questo è il mio pensiero.

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